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Da "Umanità Nova" n. 16 del 5 maggio 2002
Fascisti a teatro
Roma: squadraccia di AN in azione
Il gruppo "Teatro civile" ha organizzato a Roma una rassegna intitolata "Teatro civile in tempo di guerra" costituita da spettacoli teatrali itineranti tra i vari teatri "minori" della città .
La rassegna è cominciata ad inizio aprile con la lettura del testo "La resistibile ascesa di Arturo Ui" di Bertold Brecht, riferito all'ascesa di Adolf Hitler, reinterpretato con chiari riferimenti alla situazione italiana.
Il 22 aprile scorso la rassegna è proseguita al teatro "Vascello" con lo spettacolo "Mai morti": il racconto, fatto da un nostalgico della X MAS, delle atrocità del regime fascista.
Davanti al teatro si sono presentati una trentina di fascisti di "Azione giovani" (la formazione giovanile di AN) della sezione di Monteverde capitanati da Luca Silvestri (il ras di zona), dalla consigliera provinciale Barbara Saltamartini e dall'onorevole Alberto Arrighi.
Con caschi e spranghe hanno cercato di impedire l'entrata degli spettatori nel teatro, insultando e minacciando i presenti, con il consueto contorno di saluti romani, canzoni del ventennio e slogan fascisti.
L'azione è stata rivendicata il 25 aprile dal presidente della provincia di Roma, Silvano Moffa, sostenendo che gli squadristi "volevano protestare contro un brutto spettacolo".
Quest'episodio non è stato, purtroppo, isolato, né a Roma, né in Italia.
Va sottolineato, inoltre, che in molte città il 25 aprile delle istituzioni è stata celebrato da esponenti locali dichiaratamente fascisti, purtroppo, in qualche caso, anche con la presenza di associazioni di ex partigiani: Moffa ha rivendicato l'aggressione al teatro nel corso delle celebrazioni ufficiali all'altare della patria.
Si tratta del triste e prevedibile epilogo del processo di revisione storica che, da qualche anno, sta cercando di dare legittimità ai fascisti di Salò. In nome della pietas per i morti si sostiene che anche loro "combatterono per un ideale", preoccupati della "difesa dell'onore dell'Italia". Peccato che ci si dimentichi sempre di ricordare come le persone che si arruolarono lo fecero per ottenere vantaggi personali, convinte dell'esistenza di un "arma segreta" che avrebbe ribaltato le sorti della guerra, e che difesero l'"onore italiano" rastrellando e massacrando, per conto delle SS tedesche, popolazioni inermi di "italiani".
Il tradimento del 25 aprile, insurrezione popolare contro il fascismo e per la costruzione di una società diversa, trasformato in data di costituzione della repubblica italiana si è così completato.
Le nostre manifestazioni, non istituzionali né commemorative, rappresentano oggi l'unica voce dissonante del coro blindato del berlusconismo, che ha bisogno del silenzio per imporre il suo verbo.
Questo è il nostro miglior contributo alla prosecuzione della lotta di liberazione, con lo stesso spirito di quei nostri compagni partigiani che il 25 aprile scesero dalle montagne.
Francesco
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