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Da "Umanità Nova" n. 17 del 12 maggio 2002

Servizi
Sempre più segreti, sempre più impuniti

Tra le diverse strutture dell'apparato statale, i servizi segreti sono sicuramente quelli più sovente al centro dell'interesse legislativo: cambiano frequentemente nome, dirigenti o attribuzioni. L'unica costante è che si tratta quasi sempre di cambiamenti che, nella sostanza, cambiano poco o nulla nel loro ruolo.

Nati nel 1977, sulle ceneri del SID e del SIFAR, coinvolti a vario titolo in tutti gli episodi peggiori della cronaca politica e giudiziaria italiana, oggi abbiamo il Sisde (spionaggio interno), il Sismi (spionaggio all'estero) e il Cesis che fa da coordinamento fra i due. Il potere di indirizzare l'azione dei servizi è affidata al Ciis, comitato del quale fanno parte il Presidente del Consiglio ed altri ministri e su tutto questo dovrebbe vigilare il Copaco, composto da otto parlamentari e, di solito, presieduto da un rappresentante dell'opposizione.

La settimana scorsa il Consiglio dei Ministri ha approvato, "Su proposta del Presidente Berlusconi e dei Ministri Frattini, Scajola e Martino" (come dire la crema) un disegno di legge, che verrà prossimamente portato nelle aule parlamentari, che ha come oggetto la "riforma dell'ordinamento dei Servizi di informazione e sicurezza. Ferma restando l'organizzazione dei due Servizi - dipendenti dal Ministro dell'Interno e dal Ministro della Difesa, con il coordinamento del Presidente del Consiglio, il quale si avvale del Cesis - il provvedimento introduce norme che migliorano la funzionalità e l'efficienza delle attività poste a tutela della sicurezza dello Stato, anche con riguardo alle garanzie funzionali per gli operatori dei Servizi. Inoltre, il provvedimento stabilisce in 15 anni la durata massima di copertura del segreto di Stato, che è attualmente a tempo indeterminato." (dal comunicato ufficiale)

Anche se non è ancora noto il testo della proposta le notizie diffuse sull'argomento sottolineano tutte che gli agenti segreti, una volta approvata la legge, avranno garantita una concreta e completa impunità. Gli esponenti del Governo si sono però subito affrettati a precisare che tale "licenza di reato" si riferisce esclusivamente agli agenti impegnati in operazioni "sotto copertura".

Un altro aspetto della proposta riguarda il ruolo, sempre maggiore, in perfetta sintonia con la visione personalistica del potere attualmente vincente, ricoperto dal Presidente del Consiglio a proposito di vigilanza sull'operato dei servizi. A controllare il controllore dovrebbe essere, in ultima istanza, addirittura la Corte Costituzionale, mentre il Comitato parlamentare di controllo si ritroverà ad avere informazioni sull'attività dei servizi, ma solo a cose fatte.

Infine, come è stato ampiamente pubblicizzato, la legge prevede di portare la durata del segreto di stato ad un massimo di 15 anni. Naturalmente salvo casi eccezionali.

Per prima cosa si può sicuramente notare che, più che di una "riforma" si tratta di un allargamento dei poteri dei servizi, sull'onda della crisi internazionale seguita agli attentati del settembre scorso, nella quale proprio coloro che dovevano prevenire hanno mostrato la loro impotenza e incapacità totale, in Usa come in Italia dove le bombe vengono preannunziate dal Ministro degli Interni ma scoppiano lo stesso.

In secondo luogo la deriva presidenzialistica dello Stato italiano, tanto cara alla destra oggi al governo, tocca uno dei suoi massimi storici. Basti pensare che il "Comitato interministeriale per la sicurezza" (Ciis), che assiste il capo del Governo nel ruolo di responsabile per la sicurezza, sarà formato solo da quattro ministri (Interno, Esteri, Difesa e Economia).

Ma, guarda caso, l'attuale primo ministro ricopre ad interim anche la carica di Ministro degli Esteri e quindi i membri del Ciis saranno - di fatto - uno di meno.

In ultimo, nessuno ha mostrato il giusto disgusto per le dichiarazioni del Ministro Frattini che ha dichiarato: "piacerebbe se quest'anno, il 2 agosto, commemorando la strage di Bologna, potessimo avere già gli archivi dei servizi segreti aperti su quella vicenda, come chiedono i familiari delle vittime." (intervista a "il Messaggero", 4/5/02). Tenuto conto che quella è l'unica strage per la quale ci sono state delle condanne definitive a carico di fascisti.

La cosiddetta "opposizione" è riuscita solo a balbettare qualcosa riguardo i meccanismi di controllo anche perché aveva già a suo tempo votato in seno al Copaco, insieme alla maggioranza, a favore di un ampliamento dei poteri dei servizi segreti per far fronte all'emergenza "terrorismo internazionale".

Resta il fatto che la storia dei servizi segreti della repubblica è fatta di "super servizi", "servizi deviati", "servizi paralleli" e diversi suoi esponenti sono stati processati e (qualche rara volta) anche condannati per reati connessi alle stragi di stato. Con questa legge anche questi piccoli, minimi, deterrenti non funzioneranno più e, finalmente, come hanno scritto molti entusiasti sostenitori della proposta di legge i "nostri agenti" potranno assomigliare ai loro colleghi della Cia o dell'Mi5.

In definitiva con questa proposta di legge i servizi si avviano ad essere sempre più impuniti, sempre più segreti e sempre più pericolosi, una cosa che, dopo i fatti di Napoli e di Genova, rende l'atmosfera ancora più preoccupante.

Pepsy



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