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Da "Umanità Nova" n. 21 del 9 giugno 2002

Pratica di mare, pratica di guerra
Fanfare e belletti

C'è del marcio a Pratica di Mare, amena località dove si è tenuto il recente summit russo-berlusco-statunitense. Fanfare e belletti per annunciare che l'era delle contrapposizioni frontali è archiviata: ci si smilitarizza, ci si denuclearizza, si cena tutti insieme, si brinda alla fine dell'era del socialismo reale ed al trionfo del mercato unico globale.

Pace fatta? Si sposta semplicemente il fronte un po' più in là, ad Est, verso la Cina e un po' più a sud verso il resto del mondo, senza poi dimenticare che ve ne è un altro, più subdolo e nascosto, tra Europa ed USA. E poi qualcuno saprebbe spiegare la caparbietà e la determinatezza del giovane Bush nel perseguire e nel proseguire la strategia dello scudo stellare, il magnifico colabrodo occidentale che dovrebbe rilanciare la difesa interstellare americana ed europea a costi monetari semplicemente paurosi? E per difendersi da chi e da che cosa? Oppure qualcun altro saprebbe individuare le ragioni del fatto che tutte le potenze occidentali stiano aumentando in maniera vertiginosa le spese militari (gli Stati Uniti sono arrivati a stanziare la cifra da capogiro di un milione di miliardi di lire) e che tutti lavorino per liberalizzare ed incrementare la ricerca, la produzione e lo smercio di armamenti convenzionali e non convenzionali (armi leggere e pesanti, armi chimiche e biologiche, nucleari...)?

Altrimenti che dire a proposito della maggiore alleanza militare di morte, la NATO, che non solo non si riduce o si dissolve, ma che decide, progressivamente, di inglobare tutti gli ex-appartenenti al blocco sovietico, in una grande fratellanza orgiastica di intervento e di dominio mondiale?

Ci rendiamo conto che la buffonesca kermesse a cui ci hanno fatto assistere non torna di conto?

L'accordo stipulato prevede che i due storici contendenti riducano le loro testate nucleari strategiche sino ad arrivare a una somma di 1700-2200 per ognuno entro il 13 dicembre 2012.

Ma quante ce ne sono oggi? Circa 50.000. Gli Stati Uniti, da soli, ne possiedono 18.750 di cui 6750 sono pronte a colpire, mentre le restanti sono tenute di riserva. Molte di queste, ovvero 3.456 sono situate nelle stive dei sottomarini, circa 1300 armano gli stormi dei bombardieri, mentre 2000 si trovano nei silos dei vecchi missili intercontinentali.

I russi fanno pienamente la loro parte con 21.000 testate nucleari disseminate nei vecchi bunker. Altre 5.426 testate sono distribuite tra sottomarini (1.000), aerei (800) ed oltre 3500 sui missili semoventi. Nel resto del mondo 12 paesi possiedono armi nucleari (la Cina ne possiede oltre 400, l'India 60 ed il Pakistan 25), 28 sono dotati di missili balistici ed altri 13 di testate batteriologiche.

Si può affermare, sulla base delle nuove teorie militari, che le armi nucleari potranno essere utilizzate in situazioni limitate: mentre nel passato l'esplosione di una sola di esse avrebbe potuto scatenare una guerra totale ed illimitata, ora le superpotenze pensano di poterle impiegare contro gli stati cosiddetti "canaglia", avvalendosi del "diritto" di poter esplodere il primo colpo (mai visto prima).

E basterebbero 20 missili in tutto per "oscurare il sole" e loro continuano a prenderci per i fondelli.

Pietro Stara



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