![]() Da "Umanità Nova" n. 22 del 16 giugno 2002 Immigrati e gondolieri. Venezia liberaVenezia non è solo quella astiosa, chiusa e ostile verso il prossimo salita alle cronache in queste settimane per la contrapposizione gondolieri-immigrati. La storia urbanistica, politica e sociale di Venezia l'hanno da sempre resa uno spazio anche culturale del tutto particolare, caratterizzato da presenze, influssi e contaminazioni che hanno fatto la fortuna di questa città; per cui i flussi di migranti e profughi che negli ultimi anni sono approdati in laguna sono da inserirsi pienamente nella tradizione cosmopolita veneziana; ma certe categorie cittadine, sia per interesse che per pregiudizio, offendendo la loro "venezianità" hanno innescato una vera campagna di esclusione e criminalizzazione nei confronti degli immigrati "colpevoli" di guadagnarsi da vivere o di arrotondare il proprio salario di operai vendendo più o meno abusivamente ai turisti mercanzia varia, dalle letterine intagliate nel legno alle borse con marchi taroccati prodotte da italianissime fabbriche e fabbrichette. Così si è assistito all'instaurarsi di un clima intollerante con accenti apertamente razzisti nei confronti degli immigrati che ha visto in prima fila commercianti e gondolieri, istigati da personaggi equivoci legati agli interessi dei racket locali nonché da mestatori leghisti e squadristi di destra che hanno portato anche ad aggressioni fisiche ed intimidazioni, legittimate dal solito bilioso onorevole Brunetta di Forza Italia e dalla visita del ministro dell'Interno Scajola che ha promesso ancora più repressione, rastrellamenti, polizia ed espulsioni, sull'onda anche dell'approvazione della legge Bossi-Fini. Più che opportunamente, la Rete Antirazzista di Venezia nel promuovere un'importante manifestazione solidale e interetnica per il 15 giugno, ha evidenziato che, se per le autorità di governo il rispetto della legalità e il contrasto dell'abusivismo fossero reali preoccupazioni, conseguentemente dovrebbero applicare la "tolleranza zero" anche nei confronti di altri aspetti, del tutto autoctoni, di quanto avviene quotidianamente a Venezia, quali le rapine legali perpetrate dai bottegai ai danni dei turisti o il made in Taiwan spacciato per vetro di Murano; d'altra parte ad essere "abusivi" non sono solo i venditori ambulanti africani, cinesi o bengalesi, ma anche innumerevoli taxisti, posteggiatori, guide turistiche e gli stessi gondolieri. Questa è però la logica della discriminazione: noi possiamo, tu no; noi siamo onesti padri di famiglia, tu un delinquente. E poi si offendono se li chiami razzisti... Laura
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