![]() Da "Umanità Nova" n. 23 del 23 giugno 2002 Miracolo! È finita l'emergenza"... dal rischio di attentati, molto esile, a quello dei borseggi, più che consistente spiegano in questura." ("Il Tirreno", 15/6/2002) È dal fatidico 11 settembre che, in tutto il mondo - soprattutto quello cosiddetto "civilizzato" - si sono diffuse due parole d'ordine: "emergenza" e "lotta al terrorismo". Qualsiasi avvenimento sociale, occasione, evento, nel quale si poteva prevedere il coinvolgimento di un gran numero di persone è stato segnato dal continuo, incessante, martellante diffondersi di messaggi mediatici che mettevano in guardia sul rischio di possibili attentati, perlopiù di matrice islamica e fondamentalista. Dagli scioperi della primavera scorsa, al Primo Maggio, dagli assalti turistici alle città d'arte in occasione dei ponti, ai mondiali di calcio. Eppure c'è stato un evento di massa che è sfuggito a questa regola: quello svoltosi il 16 giugno a Roma e che ha visto, stando alle cronache, la partecipazione di circa trecentomila persone. Sì, la santificazione del signor Forgione, nonostante i tempi che corrono, non è sembrata degna di particolari allarmismi, anzi la questura romana ha dichiarato di temere più i borseggiatori che i talebani. Le possibili ragioni di questa evidente anomalia sono diverse: l'emergenza è in realtà solo un pretesto, uno dei tanti sistemi usati dal potere per controllare più comodamente il corpo sociale e quindi viene adoperato solo quando serve. Oppure lo stato di allarme è finito ma nessuno ci ha ancora avvertito. O, infine, qualcuno pensa, o vuol far credere, che in determinati casi bastino i miracoli a proteggere la popolazione. Difficile dire quale delle tre sia la peggiore. Pepsy
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