unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 24 del 30 giugno 2002

Terrore duraturo
Dal vertice della FAO a Roma a quello dell'UE a Siviglia

Quando si dice che le parole ingannano. Il recente vertice fallimentare della Fao (e come poteva essere altrimenti, visti i loschi figuri presenti a Roma?) ha ribadito la volontà degli stati di dimezzare la fame e la povertà entro il 2015, esattamente la stessa meta prefissata sei anni orsono. Tuttavia in questi ultimi sei anni le politiche degli stati membri hanno di fatto portato fame e povertà a livelli quantitativi insopportabili per buona parte della popolazione mondiale, tranne che per le coscienze delle élite politiche ipocrite e parolaie.

In effetti, non di fame e povertà si dovrebbe parlare, bensì di affamamento e impoverimento, rendendo così più chiaro che sono politiche umane, e non tragica sorte fatale, a ridurre oltre 800 milioni di individui allo stremo, e un terzo dei sei miliardi di abitanti del pianeta a sopravvivere con uno/due euro al giorno.

Beninteso, proprio perché le élite statuali sono criminali al di là del tasso criminogeno di ciascuno dei suoi esponenti, all'impoverimento materiale si coniuga l'impoverimento immateriale, quello culturale nel campo dell'istruzione, ad esempio, che diventa un business mercificato per pochi profittatori e relativamente pochi utenti, pardon clienti.

Infine, proprio per ribadire chi comanda nel mondo, sempre quelle élite statuali del nord ricco-e-potente, rappresentativo della minoranza degli abitanti della terra, scaglia guerre di sterminio contro chi osa avventurarsi in altre politiche, in altri stili consumistici di vita, in altre culture da praticare (religioni, miti, ecc.).

Non contenti di ciò, riducendo tutto il mondo a un gigantesco mercato iniquo e squilibrato, tutto può circolare tranne le persone, anzi le non-persone, come sono stati efficacemente descritti i nuovi desaparecidos quotidiani: i migranti dei vari sud che scappano dalla miseria, dalla guerra, dall'affamamento e dall'impoverimento scientificamente preparato.

Quest'ultimo vertice europeo di Siviglia mirava a condizionare addirittura le misere elemosine verso i paesi poveri - quegli aiuti allo sviluppo che secondo l'Onu si dovrebbero destinare per risollevarne le condizioni nella misura dello 0.7% del Pil nazionale, mentre l'Italia fa regalie sul debito estero del Mozambico ma utilizza appena lo 0.15%, superato solo dagli Usa - in relazione alle politiche di contenimento, ovviamente poliziesco, dei migranti alla partenza. Gli incentivi offerti a Siviglia riguarderanno così scambio di know how militare e informatico per un migliore controllo dei popoli in fuga, che votano costantemente con i piedi contro la legittimità di governo delle élite statuali tanto del nord inaccogliente e respingente, quanto del sud impoverito e affamato con la complicità dei "clienti e gendarmi locali" (Chomsky) arricchitisi oltre misura e oltre decenza.

Così facendo i muri della fortezza Europa concepita a Schengen si moltiplicano, e non solo virtualmente. Già fanno scandalo i 364 chilometri di filo spinato elettrificato e cemento stile campi di concentramento che rinchiuderanno e isoleranno i palestinesi dentro i bantustan in cui sono confinati nei loro territori, rioccupati militarmente; adesso l'intero fronte meridionale europeo diventerà, più di quanto già non sia, una enorme e smisurata barriera protettiva, pagata indistintamente dai contribuenti europei, per respingere chiunque non abbia un preciso contratto di lavoro idoneo per ottenere il permesso di soggiorno (modello italiano), in barba alla flessibilità delle condizioni lavorative a cui si sottopone il calvario delle ricerca di un reddito.

Nonostante gli appelli sulla utilità a lungo termine degli immigranti che lavorano per noi, si è deciso di puntare al tema della sicurezza artatamente montata dai media destrorsi e sinistri che rende di più in termini elettorali a breve termine, in questa campagna elettorale permanente e populista foraggiata dalle elezioni dirette di sindaci, presidenti e capi condomini...

Questa Italia e questa Europa trovano per ora nelle destre al potere l'élite di riferimento in grado di mobilitare elettoralmente blocchi sociali timorosi di perdersi nelle nuove coordinate planetarie, ma fino all'altro ieri era la sinistra a guidare il carro armato europeo, e non è escluso che l'alternanza al potere la riporterà in auge tra qualche anno, per proseguire l'opera di schedatura di massa e di controllo pervasivo delle popolazioni, tese ad esercitare su di esse un bio-potere totale con obbligo alla clandestinizzazione per ora solo esterna, un domani anche interna.

L'alibi del terrorismo riorienterà infatti la collaborazione tra Unione Europea e paesi terzi, facendo rientrare dalla finestra quelle condizioni capestro formalmente respinte a Siviglia. "Enduring Terror" è la cifra orwelliana dell'oggi, in cui la libertà diviene una parola vuota, pronta a qualsiasi uso distorto e capovolto sia concepibile far passare sui media, che bombardano sul complotto per buttare fuori l'Italia dai mondiali coreani, mentre passa sotto silenzio il "complotto" globale per sterminare miliardi di individui colpevoli di essere nati nel luogo sfigato, in un tempo storico inopportuno, stritolati tra i carri israeliani e le atomiche indo-pakistane, tra la privatizzazione delle sementi e dell'acqua e l'espulsione dal lavoro. Colpevoli insomma di voler esistere indipendentemente dal ruolo di sopravvivenza che l'assetto globale assegna loro nella scacchiera della terra.

Salvo Vaccaro



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