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Da "Umanità Nova" n. 24 del 30 giugno 2002

Siviglia: in centomila contro il summit UE
Nessuno è illegale

Nessuna persona è illegale. Questo secondo la testimonianza postata in a-infos dall'anarchico inglese Andrew, lo slogan più ricorrente durante le iniziative messe in campo a Siviglia dal movimento di controglobalizzazione nelle sue varie componenti. Pare che "Viva l'anarchia" fosse quasi altrettanto gettonato. Questi slogan sono lo specchio fedele di due giorni di manifestazioni caratterizzati dalla ferma opposizione alle politiche sicuritarie e razziste dell'UE nei confronti dei migranti e da una più che significativa presenza anarchica e libertaria.

Il primo segnale era venuto dai circa 500 immigrati senza documenti che sin dalla settimana precedente avevano occupato l'Università Statale Pablo Olavide per affermare con la lotta il proprio diritto a vivere dove avevano scelto. In città il clima era torrido e non solo per gli oltre 40 gradi di temperatura. Com'è ormai consuetudine in queste occasioni i governanti del 15 paesi dell'Unione Europea hanno sospeso la cittadinanza degli abitanti dell'UE, impedendo la "libera circolazione" sancita dal trattato di Schengen. Evidentemente la cittadinanza vale solo per chi è disposto a lavorare e consumare senza mettere in discussione l'ordine di quest'Europa dell'esclusione e delle polizie. Nonostante la militarizzazione della città la solidarietà degli abitanti di Siviglia è stata forte verso i migranti in lotta e i manifestanti convenuti in città. All'Università la rettrice non ha consentito l'intervento della polizia mentre studenti e lavoratori dell'Ateneo hanno fornito, prima che partisse uno sciopero della fame in coincidenza con il vertice, viveri e bevande. In città decine di migliaia di abitanti sono stati nelle strade e nelle piazze per nulla intimoriti dal consueto scenario di guerra allestito dalle forze del disordine: numerosi testimoni riferiscono che, durante il grande corteo di sabato 22, la gente applaudiva dai balconi e lanciava acqua dalle case a chi manifestava sotto il rovente sole andaluso, in mezzo ad un fitto schieramento di polizia che presidiava tutte le vie laterali lungo il percorso.

Numerosi sono stati i blocchi alle frontiere. Sul confine portoghese è stato impedito l'accesso a circa 500 manifestanti lusitani ed oltre 2000 sono stati perquisiti ed identificati. In città erano presenti 9.200 poliziotti e la zona del vertice è stata resa inaccessibile sin dai giorni precedenti.

In un comunicato i compagni del Grupo Tea della F.A.Iberica scrivevano: "Fin da venerdì 14 giugno, Siviglia e parte della provincia sono state prese militarmente dalle forze della Guardia INCivil. Non si tratta di improvvisi controlli su alcune delle arterie di ingresso alla città. Al contrario, su tutte le strade di accesso, assolutamente tutte, viene mantenuto un controllo costante tanto da rendere Siviglia una città in guerra in cui tutti i cittadini e le cittadine sono presunti terroristi e trattati come tali mentre dall'altro lato si trovano i mandanti, che ancora non sono arrivati, e almeno 10.000 sbirri ansiosi di acchiappare una preda. L'Europa del controllo cresce sotto i nostri piedi all'ombra di una repressione che coinvolge tutti e tutte."

Sin dal giorno 19 la pressione poliziesca si fa sentire, specie contro i compagni del coordinamento "Anarchici contro il capitale", il cui punto di raccolta, in piazza Pumarejo è sottoposto a stretta sorveglianza. Sempre il Grupo Tea scrive: "La fastidiosa, costante presenza poliziesca attorno agli attivisti anticapitalisti è totale. Pedinamenti, identificazioni, disturbo di assemblee e riunioni." Nella mattinata del 19 "nella piazza del Pumarejo è stato arrestato un cittadino messicano, rifugiato in Francia. Era arrivato a Siviglia da un paio di giorni e collaborava con il Coordinamento Anarchici contro il capitale." Sebbene il compagno venga successivamente rilasciato il clima intimidatorio nei confronti del Coordinamento anarchico resta tangibile per l'intera durata del vertice.

Il 20 giugno, il giorno precedente all'inizio del vertice di Siviglia l'intera Spagna è stata paralizzata da uno sciopero generale di 24 ore contro il "Decretazo" del governo Aznar. A Siviglia i compagni della FAI e della CNT hanno effettuato numerosi picchetti di fronte a fabbriche e negozi ed hanno poi preso parte ad una immensa manifestazione per le vie della città.

Il venerdì 21 in vari punti della città sono state effettuate varie azioni dimostrative. Citiamo una marcia studentesca non molto partecipata, una protesta di fronte al Banco di Spagna, dove alcuni manifestanti si sono denudati ed infine uno street party.

In solidarietà ai migranti della Pedro Olavide un centinaio di attivisti sin dalle prime ore del 22 giugno ha occupato la chiesa del Salvador, raccogliendo una forte solidarietà, sì che nel pomeriggio erano in migliaia di fronte alla chiesa. Andrew scrive che "le bandiere rosse e nere" erano ovunque nella piazza. Nonostante la pressione poliziesca gli occupanti riescono successivamente ad uscire dalla chiesa senza essere identificati e di lì, con i tanti solidali che li attendevano fuori, hanno raggiunto l'imponente corteo che dalle 19 sino a tarda sera ha sfilato per le vie di Siviglia.

Dalla cronaca del Grupo Tea e dei mediattivisti de La Haine: "Si è conclusa con un completo successo la manifestazione contro la globalizzazione del 22 giugno a Siviglia, in margine al vertice dei capi di stato europei che si erano dati appuntamento per perfezionare le difese della "Fortezza Europa" contro i migranti.

Malgrado ogni genere di ostacoli, dalla chiusura delle frontiere ai posti di blocco su tutte le strade di accesso alla città, le perquisizioni personali e ai locali e centri di confluenza, i fermi preventivi, le stragrandi forze di polizia mobilitate per l'occasione, ben più di centomila manifestanti sono riusciti a sfilare per la città fino a sera inoltrata.

A partire dalle 19 in molti punti della città si sono formati i cortei che raggruppavano ognuno un settore: le femministe, gli anarchici contro il capitale, gli studenti, gli ambientalisti, i sindacati, i forum sociali..., mentre altri ancora premevano sui posti di blocco per raggiungere i rispettivi raggruppamenti.

Verso le 23 un gruppo di incappucciati che era risalito dalla coda del corteo, trovando spesso difficoltà ad essere ammesso dai manifestanti, si è scontrato sul ponte della Barqueta con la polizia, quando già il grosso del corteo era defluito. Due persone sono state fermate."

Tra gli striscioni che hanno caratterizzato la manifestazione segnaliamo quello di apertura "Nessuna persona è illegale", poi quello che diceva "Contro l'Europa della guerra e del capitale un altro mondo è possibile", ed un altro in cui campeggiava la scritta "se sei femminista, sei un altro mondo". Immancabile in ogni manifestazione no-global ha fatto la sua comparsa un gigantesco pallone rappresentante il mondo diviso in sfruttati e sfruttatori. Un mondo contro il quale, anche a Siviglia in decine e decine di migliaia, hanno opposto la concreta prospettiva della fine dello sfruttamento, dell'oppressione, della discriminazione. Un mondo in cui nessuno è illegale.

Eufelia

(per la realizzazione del pezzo sono stati utilizzati i comunicati e le cronache del Grupo Tea di Siviglia, di Anarquistas contra el Capital, de La Haine e A-infos; ringraziamo per la collaborazione il Comitè Peninsular della FAI e per le traduzioni Alfonso Nicolazzi)



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