![]() Da "Umanità Nova" n. 24 del 30 giugno 2002 L'Europa della sicurezza contro l'Europa delle lotteL'Europa della sicurezza contro l'Europa delle lotte Uno dei metodi preferiti utilizzati dal potere per conservarsi è quello di criminalizzare i suoi oppositori. La criminalizzazione dell'avversario presenta due vantaggi. Innanzitutto perché permette di assimilare contestazioni sociali o politiche ai delitti comuni, negando loro ogni carattere collettivo o politico. Secondariamente perché permette di sviluppare un arsenale poliziesco e giuridico capace di soffocare le contestazioni. Oggi i movimenti antiglobalizzazione, capaci di riunire centinaia di migliaia di persone nella contestazione ai nostri dirigenti, siano essi governanti, padroni o membri di istituzioni internazionali, sono evidentemente nell'occhio del mirino della repressione. Se l'Europa finanziaria e dei mercanti è una realtà, l'Europa delle idee e delle lotte è ferocemente combattuta dalle istituzioni europee. Appendice securitaria del trattato di Maastricht, l'accordo di Schengen è sistematicamente sospeso durante le principali manifestazioni internazionali, le frontiere vengono chiuse e i controlli ristabiliti (come per il summit europeo di Barcelona del marzo 2002). Più in generale, diverse strutture sono state messe in piedi a livello di Europa securitaria: Task force come primo passo verso la creazione della polizia europea, Eurojust per la messa in opera di una cooperazione giudiziaria e infine Europol, dal 1998, per lo scambio di informazioni poliziesche. Fra i metodi più scandalosi e più pericolosi per le libertà, si deve citare il SIS (Shengen Information System), messo in piedi nel marzo 1995, che è arrivato ormai alla seconda versione. Questa banca dati europea conteneva già numerose informazioni sulle persone ma oggi il suo campo d'azione sta per estendersi ufficialmente a coloro che partecipano alle manifestazioni, utilizzando metodi di schedatura più perfezionati come la raccolta delle impronte e la schedatura fotografica. (tratto da un dossier curato dal gruppo "Un autre futur" di Montpellier, ripreso da Le Monde libertaire, di cui prossimamente pubblicheremo un'ampia sintesi)
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