|
Da "Umanità Nova" n. 24 del 30 giugno 2002
Scuola pubblica
Invasione di preti
Dando un'occhiata al sito del MIUR (Ministero dell'Istruzione
dell'Università e della Ricerca), mi è capitato di vedere un
comunicato stampa che in precedenza mi era sfuggito. Risale, infatti, ai primi
di marzo. Sperando di averlo capito bene e chiedendo scusa a chi l'avesse
già visto e meditato, vorrei parlarne. Riguarda un Decreto legislativo
datato 1.3.2002 e fra le altre cose vi si legge: "Il disegno di legge prevede
in particolare (articolo 12) che le Istituzioni scolastiche possano organizzare
'libere attività complementari relative al fenomeno religioso', oltre a
quelle già previste, su richiesta degli alunni o dei loro genitori,
nell'ambito delle attività didattiche integrative determinate dalle
stesse Istituzioni, nell'esercizio della propria autonomia. Viene in tal modo
rafforzata l'autonomia scolastica prevedendo l'utilizzo degli edifici e delle
attrezzature scolastiche per attività complementari che realizzino la
funzione della scuola come centro di promozione culturale religiosa senza che
vi siano oneri aggiuntivi a carico delle amministrazioni interessate".
Intanto scopro che la scuola ha fra le sue funzioni quella di centro di
promozione culturale religiosa. Un po' l'avevo capito, ma non mi sembrava che
fossimo proprio a questo punto. Ora ho le idee più chiare. In merito poi
a quel "senza oneri aggiuntivi" sono sicuro di averla già sentita da
qualche parte e mi sento vagamente preso per il sedere dopo la "parità"
e tutti gli altri provvedimenti a favore della scuola privata, cioè
della scuola clericale.
Se, come detto, ho ben compreso, si tratterebbe di un ulteriore concessione
alla Chiesa cattolica che non solo può insegnare il proprio credo nelle
scuole pubbliche con docenti da essa stessa nominati ma assunti in ruolo e
pagati dallo Stato, non solo ha avuto riconoscimenti, finanziamenti e
concessioni a piene mani per le scuole private, non solo ha sguinzagliate
schiere di ciellini fervorosi camuffati da insegnanti alla conquista delle
giovani menti, ma ora può accedere anche all'uso di locali delle scuole
statali per dar luogo a corsi di "cultura religiosa", sulla base della
richiesta di studenti e genitori.
Naturalmente ci diranno che "cultura religiosa" non significa catechismo
cattolico, ma apertura su tutti gli aspetti della religiosità e sulle
"altre" culture religiose. Mi immagino già folte schiere di manovali
edili e muratori di origini albanese che si presentano ai dirigenti scolastici
a chiedere di poter discutere di Islamismo dopo dieci ore di cantiere o
carovane di zingari che domandano rispettosamente i piazzali delle scuole per
montarvi i loro campi e la sera, intorno al fuoco, discutere della
religiosità gitana. Mentre non vedo torme di parrocchiani che, non
contenti del catechismo in chiesa, dell'oratorio, dell'insegnamento della
religione cattolica a scuola e delle preghiere che uno può dire a casa
propria (e magari fosse e la smettessero di rompere i coglioni!), non si
presentano a chiedere l'occupazione di altro suolo pubblico per piantarvi la
bandiera vaticana.
Un politologo francese ha detto che considerare l'attuale presidente del
Consiglio italiano un fascista è da imbecilli. Forse è vero,
forse bisogna considerare tali anche quelli che l'hanno preceduto e che hanno
aperto la strada a simili nefandezze. Ma al di là di questo, io, siccome
non sono un politologo e non vado tanto per il sottile per una mia peculiare
qualità naturale, penso vi siano molte, troppe analogie fra l'operato
dell'attuale Esecutivo e quello che nel '22 arrivò al potere con la
violenza e l'assassinio; anzi, mi pare che per quanto concerne le concessioni
fatte al Vaticano, quelle odierne siano maggiori di quelle di allora. Certo lo
sappiamo che la chiesa cattolica nel corso dei secoli non è cambiata (si
è soltanto adeguata per rimanere in sella e ben salda), ma per almeno
certi aspetti pensavamo (sbagliando, evidentemente) che il tempo fosse passato
anche per loro.
Invece no. Sto rileggendo, per un lavoro con i miei studenti, "Il manganello e
l'aspersorio", di Ernesto Rossi. L'avrete senz'altro presente, ma in caso
contrario andate a rivederlo. Le analogie sono impressionanti. Se non sapessi
quando è stato scritto il libro e a che epoca si riferisce, direi che
sta analizzando la situazione odierna, i rapporti di oggi fra stato e chiesa,
in particolare quelli con l'attuale Esecutivo.
Siamo veramente alla devastazione totale e, di fronte a quel che è
accaduto e sta accadendo, non mi domando dove siano gli anarchici
perché, per quanto possono, ci sono. Mi domando dove siano i laici
(quelli veri, anche se non anarchici; ce ne sarà pure rimasto qualcuno),
dove sono i comunisti (che qualcuno di loro un tempo, oltre ai bambini,
mangiava pure i preti), dove sono i massoni di una volta (sono tutti
prosternati?). Me lo domando perché ci sarebbe proprio bisogno di farsi
vedere e sentire se vogliamo evitare di cadere, sempre che non ci siamo
già, in un baratro senza fine.
R. E.
| |