unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n. 25 del 7 luglio 2002

Cruciverba mortale
Infiniti fronti di guerra

Non ci si può distrarre un attimo: non si fa in tempo a vedere la distruzione delle sedi dell'ANP ad Hebron e l'incessante costruzione del muro divisorio tra Israele e la Cisgiordania che contemporaneamente attacchi di separatisti musulmani fanno secche, nel Kashmir indiano, altre 20 persone e ne feriscono oltre un centinaio. I coreani del nord, intanto, sconfinati dalle acque territoriali, decidono di affondare una nave sud-coreana, aprendo in un battente un altro scenario di guerra guerreggiata con sviluppi del tutto imprevedibili. Nel sud dell'Iraq, in una guerra che non ha mai visto spegnere i bombardamenti "umanitari", a cui si affiancano anni di embarghi criminali, i velivoli anglo-americani ammazzano un civile e ne feriscono alcuni altri.

Si potrebbe tranquillamente obbiettare a tutto questo: ma quanti sono i "Fronti" e le notizie di morti ammazzati che non giungono a noi, perché ritenute irrilevanti, nei campi di battaglia periferici del capitalismo? Oppure: non è sempre stato così?

Si potrebbe rispondere che in un certo senso il genere umano ha prodotto, al suo interno, una invarianza di quelle che il linguaggio modernizzato non si attarderebbe a definire come "teste di cazzo", ma che queste testoline si trovano ad agire, oggi, in un contesto "globalizzato" che rende inevitabile sia la concomitanza che il coinvolgimento di tutte le parti in corso. Mi si potrebbe ulteriormente contestare che anche le conquiste delle Americhe ridefinirono i rapporti di forza tra le potenze europee, così come il colonialismo ebbe la capacità di ridisegnare i confini extrastatuali dei paesi dominanti. Quello che oggi cambia invero è che, molto probabilmente, non esistono più conflitti periferici, ma tutte le contese sono interne al sistema e tutte sono egualmente rilevanti. Alcune delle più aspre ostilità di questo ultimo cinquantennio, proprio perché ubicate in un mondo bipolare, sembrava che lasciassero da parte (in realtà il coinvolgimento era spostato sul fronte interno, politico, ideologico, quando non ancora militare), i non contendenti: era impensabile che gli Stati Uniti richiedessero alle truppe dei singoli stati europei un coinvolgimento diretto nella guerra in Vietnam. Ora questo non avviene più e già a partire dalla guerra del Golfo del 1991. Avevo già espresso in precedenti articoli che il conflitto, proprio perché totale, coinvolge direttamente anche gli attuali alleati. Era di un paio di settimane fa un articolo "scandalo" comparso su il quotidiano "La Nazione" in cui si riportavano le dichiarazioni di alcuni esponenti della destra repubblicana (quella che regge e su cui si regge Bush), senza che sia mai giunta una smentita ufficiale, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero potuto bombardare senza alcuna remora gli stessi alleati nel caso in cui questi si fossero opposti o avessero cercato di impedire le strategie belliche nord-americane. Non so se ci siamo capiti: alcuni esponenti del Congresso americano hanno detto agli Olandesi (ultimamente molto riottosi sulle politiche belliche statunitensi) che non ci avrebbero pensato due volte a ricondurli ad una più cauta e sensata ragionevolezza.

Penso, a questo proposito, che coloro i quali ritengono che esistano dei margini riformabili nell'attuale sistema militare e bellico siano purtroppo "abbagliati": dico questo con estremo spiacere, anche perché molti di questi pacifisti sono quotidianamente dei nostri compagni di lotta. Non riesco a capire, però, come non facciano a rendersi conto che non è tanto sul piano ideologico che non esiste questa possibilità di riforme, ma sul piano fattuale. Li vedo gioire e parlare di parziali vittorie nel momento in cui forse passerà un emendamento al dlgs 1927 (è passato alla camera ed attende il voto del Senato) che ha di fatto completamente azzerato la pur insufficiente (chi la ha studiata sa che era un colabrodo) legge 185/90 sul controllo del commercio delle armi. Pensano che un governo di sinistra sia di "natura" più pacifista di uno di destra (ma quando mai!) e si arrampicano su politicanti che invece di fare da sponda alle loro richieste si coprono della loro "purezza" per sciacquare volti oramai impresentabili. Chiunque ora sia "costretto" a governare, anche quelli più a sinistra, deve fare i conti, in maniera assolutamente diretta, con operazioni di guerra esterna - a quelle di guerra interna non si sono mai disabituati -, ad incrementi costanti degli investimenti bellici etc., perché... perché è il sistema capitalistico mondiale che richiede questo. Se una banca, ad esempio, deciderà di non occuparsi di transazione d'armi perché un manipolo di pacifisti ha inviato lettere di ammonimento morale al suo direttore, lo farà soltanto perché lo scambio sarà ineguale: a fronte di una pubblicità negativa esterna, con i costi finanziari che questa comporta, la banca valuterà se sarà più conveniente accaparrarsi i soldi della transazione oppure perdere alcuni correntisti pacifisti disgustati. E poi qualcuno saprebbe spiegarmi perché un consiglio di amministrazione di una banca dovrebbe mettere in discussione un sistema economico (politico, militare, sociale...) non solo di cui è parte, ma di cui è anche un esimio sostenitore? Misteri della fede.

Proviamo soltanto un minuto a collegare dei pezzi apparentemente disomogenei e disarticolati:

Grande festa a Pratica di Mare sul disarmo nucleare: della serie siamo tutti più buoni e contenti.

La camera italiana approva il dlgs 1927 sulle nuove norme sul commercio di armi.

Gli Stati Uniti, attraverso l'autorevole rivista Pentagon's Nuclear Posture Review, affermano di voler utilizzare armi nucleari per distruggere stock di armi biologiche, biochimiche ed altre armi di distruzione di massa in possesso degli "stati canaglia". La stessa rivista cita esplicitamente gli stati a cui sarebbero indirizzate queste armi nucleari: Iraq e Nord Corea. (Martedì 25 giugno - The New York Times).

Il Senato americano approva la spesa di 393 bilioni di dollari per faccende militari, di cui 7.6 bilioni verranno investiti per il sistema di difesa missilistico. Per difendersi da chi? (Giovedì 27 giugno Washington Post)

Ribelli kashmiri attaccano sedi della polizia indiana causando un notevole numero di morti e feriti e l'India dichiara che non muoverà le truppe al confine sino ad ottobre. (Venerdì 28 giugno)

Le truppe indiane uccidono tre uomini che dal Pakistan tentavano di infiltrarsi nella zona indiana del Kashmir. Secondo alcuni commentatori internazionali l'incidente potrebbe probabilmente incrementare la tensione fra India e Pakistan, dopo che tra l'altro lo scorso venerdì sera altri tre infiltrati pakistani erano stati assassinati nel distretto di Poonch, 250 km circa a nord di Jammu. (Domenica 30 giugno).

Le forze anglo-americane bombardano l'Iraq meridionale (Venerdì 28 giugno).

Arafat è stato dichiarato pensionabile ed i palestinesi pure.

Sconfinamento (?) Nord-Coreano e conflitto a fuoco con nave Sud-Coreana (Sabato 29 giugno)

Cruciverba: orizzontali...; verticali...

Pietro Stara



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