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Da "Umanità Nova" n. 26 del 21 luglio 2002
I confini della vergogna
Frontiere chiuse ai migranti, aperte ai Savoia
Quando affermano, a mo' di giustificazione, che "la legge
è in linea con l'Europa", potremmo pensare che lo dicono perché,
un pochettino, se ne vergognano anche loro. Se non li conoscessimo,
però! Ma dato che li conosciamo, e conosciamo i valori che esprimono, la
sensibilità che li distingue, il rispetto che hanno per i diversi e gli
esseri "inferiori", allora possiamo essere sicuri che, nella loro aberrazione,
ne vadano anche fieri. Fieri della loro infamia, fieri del loro innato,
insopprimibile razzismo.
Da pochi giorni in Senato, in quel nobile consesso che raccoglie
l'élite del paese, i cosiddetti rappresentanti della
volontà popolare hanno dato, con la legge Bossi Fini (che "migliora" e
razionalizza la precedente Turco-Napolitano), il meglio di sé. E il
"meglio" di quel ceto politico non poteva essere che una porcheria di legge
fondata sui principi dell'intolleranza, dello sfruttamento, dell'esclusione, e
il cui "pensiero forte" poggia sul presupposto che venire a lavorare e a farsi
sfruttare in Italia sia un privilegio prezioso che le masse di "baluba" del
terzo mondo dovranno conquistare a caro prezzo. Dagli e ridagli, fascisti e
leghisti, con l'assenso di quella palude cattolico reazionaria che è il
vero zoccolo duro nazionale, hanno portato alle estreme, inevitabili
conseguenze i dettati della precedente legge del centro sinistra, rendendo
ancora più dure e difficili le già dure e difficili condizioni di
vita dei migranti.
Attenta a conciliare parte delle aspettative degli industriali affamati di
carne umana, pardon, di mano d'opera a costi ridotti, con gli ormai
consolidati pregiudizi di un paese obbligato a pensare che le carrette del mare
siano il vero "nemico", ogni norma non fa che incarognire ed esasperare la
filosofia repressiva della legge precedente. Ricongiungimenti resi sempre
più difficili, permesso di soggiorno legato al posto di lavoro (a casa
mia si chiama ricatto), rilascio più difficile della carta di soggiorno,
eliminazione dello sponsor ma regolarizzazione della preziosissima colf,
identificazione con le impronte digitali (con la probabile eccezione delle
categorie socialmente utili di preti e calciatori), difesa delle coste con la
marina militare (e chissà che la nostra marina non riesca finalmente a
vincere una battaglia!), reclusione nei centri di detenzione temporanea,
espulsioni senza processo..., e chi più ne ha più ne metta per
fare dei migranti che verranno "accolti" in Italia, una forza lavoro non
garantita, flessibile e costantemente ricattabile: il sogno di ogni padrone!
Ma i migranti non sono solo coloro che vengono in Europa in cerca di lavoro, ma
anche le centinaia di migliaia di oppositori che fuggono da regimi corrotti e
dittatoriali sparsi in tutto il mondo. E allora i nostri previdenti legislatori
hanno pensato anche a loro, decidendo, umanitariamente, il rimpatrio immediato
nei paesi d'origine per tutti i richiedenti non in regola con le norme
sull'immigrazione. Una vera legge "misericordiosa", come la definisce tale
Buttiglione Rocco, super cattolico ministro della Repubblica; una legge che
"misericordiosamente" rispedirà nelle grinfie del mittente quello
sbadato di un rifugiato che, anche se era riuscito a sfuggire rocambolescamente
alla repressione e alle minacce di morte, si era però dimenticato di
preparare tutti i documenti e le carte bollate per entrare nel nostro paese.
Bravi, davvero bravi, questi italiani "brava gente"! Coerenti e democratici
questi legislatori, un tempo così bravi a battersi a favore degli
oppositori dei regimi comunisti!
Fortunatamente, però, anche questa legge, come tutto nel nostro paese,
prevede delle deroghe, e di ciò, ben presto, ne saremo gratificati tutti
quanti. Partendo infatti dal presupposto che c'è extracomunitario ed
extracomunitario, nello stesso giorno in cui i senatori della Repubblica
votavano la legge Bossi-Fini, si esprimevano anche, in modo definitivo, per il
rientro dei due imbecilli, ops..., dei due Savoia maschi in Italia.
Così, finalmente, questi due disadattati, ultimi esponenti di una
dinastia corresponsabile delle maggiori nefandezze del secolo scorso ed oggi
noti trafficanti internazionali di mine antiuomo, potranno riportare i propri
sacri lombi sull'amato suolo e mettere le loro capacità imprenditoriali
al servizio del paese: in regola, con permesso di soggiorno e contratto di
lavoro, la casa già ce l'hanno e, pur tra qualche inevitabile
difficoltà, conoscono anche la lingua. L'intelligenza è un
optional e l'etica un oggetto misterioso. Tutti i requisiti, dunque, non
uno di meno. Anche le impronte gliele hanno già prese. Qualche anno fa,
all'isola di Cavallo.
Massimo Ortalli
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