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Da "Umanità Nova" n. 28 dell'8 settembre 2002
inform@zione
13 settembre solidarietà con Marco Camenisch
Il 13 settembre sono previsti presidi di solidarietà con Marco
Camenisch, le cui condizioni di detenzione, a tre mesi dall'estradizione in
Svizzera, sono ancora pesanti. Pubblichiamo di seguito ampi stralci di un
comunicato recentemente diffuso: "Con rinnovato stile inquisitorio, essendo
fuori moda la pratica dei roghi per eretici e ribelli, le competenti
Autorità elvetiche (a suo tempo ferite nell'orgoglio e nel portafoglio)
stanno imponendo a Marco i moderni metodi della tortura dalle mani pulite.
Pratiche assai diffuse nelle migliori democrazie presenti sul mercato.
Restano i limiti delle corrispondenze, con due lettere al giorno in entrata e
in uscita e tempi di recapito che a volte superano il mese. Per i colloqui
esistono i vetri divisori ma, al momento attuale, né la moglie,
né la madre e il fratello hanno potuto visitare Marco. Lo stesso
avvocato Rambert, del soccorso rosso di Zurigo, ha dovuto dar battaglia legale
per affermare il suo diritto di difensore di fiducia.
L'ora d'aria significa manette alle mani e catene ai piedi. Una risonanza
magnetica esterna al carcere ha comportato l'umiliazione di piccoli passi
incatenati per il lungo corridoio dell'ospedale e i polsi ammanettati dietro la
schiena, nei 20 minuti dell'esame all'interno del tubo metallico.
Nell'allestimento del processo per l'evasione e conseguente fuga di Marco dalla
natia Svizzera il magistrato inquisitore, tale Claudia Wiederkehr, si sta dando
molto da fare nell'augurare un buon ritorno. La stessa madre di Marco,
Annaberta, verrà interrogata il 19 agosto, forse colpevole con i suoi 80
anni e una salute precaria di aver voluto dimostrare, oltre all'affetto, troppa
solidarietà per il figlio ribelle. Buon sangue non mente e in effetti la
Wiederkehr è figlia del direttore della NOK, una delle aziende
elettriche pesantemente danneggiate dai sabotaggi di Marco.
Molto in sintesi questa panoramica può dare l'idea della realtà
di Marco.
Le autorità, tenendolo in isolamento, gli creano continui ostacoli nel
rapportarsi con i suoi più intimi affetti e con un circuito
internazionale di solidarietà. Affinché anche a livello pubblico
non ci si dimentichi della sua esistenza diventa quindi indispensabile partire
con una più vasta e articolata campagna di controinformazione.
L'idea proposta in questo comunicato consiste nell'organizzare, entro la
metà di settembre, dei presidi e volantinaggi all'esterno di consolati o
istituti svizzeri in Italia.
Utilizzando quale miglior giorno settimanale il venerdì (non il sabato
perché i consolati sono chiusi), la data sarà il 13 settembre e
l'importanza di queste iniziative consisterebbe nello svolgerle in
contemporanea."
Per ulteriori info: www.freecamenisch.net; info@freecamenisch.net
Migranti: odissea siciliana
Domenica 18 agosto 350 immigrati sbarcati a Lampedusa hanno vissuto una
grottesca odissea ad opera dei solerti funzionari preposti al controllo delle
nostre coste.
Dato che il CPT di Lampedusa è pieno come un uovo, i trecentocinquanta
maghrebini (tunisini, algerini, marocchini) hanno potuto "beneficiare"
immediatamente del foglio di via, ciò significa che il titolare di
questo documento ha quindici giorni di tempo per lasciare l'Italia, altrimenti
scatta la condizione di "illegalità".
Per sbarazzarsi alla svelta di queste persone, i funzionari delle forze
dell'ordine hanno fatto sì che i malcapitati venissero trasportati in
Sicilia con un volo militare. (...) Nel pomeriggio di domenica un centinaio di
immigrati atterra all'aeroporto militare di Trapani-Birgi, dove un paio di
pullman della Polizia li attende per portarli alla stazione ferroviaria della
città.
Giunti a Trapani, gli immigrati vengono fatti scendere nel piazzale antistante
la stazione e letteralmente abbandonati al loro destino.
Immediatamente con un tam-tam telefonico si sono mobilitati diversi compagni e
compagne di Trapani e provincia che hanno fornito generi di prima
necessità a persone che non mangiavano da due giorni.
Chi aveva ancora qualche soldo è riuscito a prendere subito il primo
treno o il pullman per Palermo; chi invece non aveva né soldi né
immediati contatti con parenti o connazionali, ha atteso con rassegnazione
l'evolversi degli eventi.
I trapanesi hanno chiamato in causa il vice-questore che fino a quel momento
sembrava non essersi reso conto dell'emergenza rappresentata da cento persone
totalmente abbandonate a se stesse, e dopo una surreale trattativa nella quale
si faceva presente che la gente non va trattata a questo modo (tale
consapevolezza in effetti non rientra nelle competenze questurine), il
vicequestore ha mobilitato la Caritas locale che gestisce l'unico centro di
prima accoglienza (...).
Il giorno dopo a Palermo stessa scena: una trentina di immigrati col foglio di
via hanno potuto contare sul sostegno di diversi compagn@ del Forum Sociale
Siciliano.
Il fronte italico della Fortezza-Europa fa proprio acqua da tutte le parti.
Non solo è impensabile credere che gli sbarchi avranno termine con
l'applicazione della legge Bossi-Fini, ma la stessa gestione dell'emergenza
risulta essere affidata, a tutti i livelli, a persone che non solo hanno gravi
carenze politiche e operative, ma che nello stesso tempo non hanno alcuna
percezione della gravità sociale che assume il fenomeno.
La lotta per la libertà di circolazione deve continuare.
Nessuno è clandestino.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
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