![]() Da "Umanità Nova" n. 29 del 15 settembre 2002 Missili e FavoleGià nelle prime ore successive agli attentati dell'11 settembre 2001 erano stati in molti a prevedere, in un futuro non troppo lontano, una "Guerra nel Golfo II" ai danni del dittatore di Baghdad e, nelle ultime settimane, tale facile profezia si va facendo sempre più concreta. Ma per fare la guerra non bastano soldati, aerei, navi e carri armati, serve anche un poderoso apparato propagandistico in grado di creare un clima favorevole, o almeno non ostile, ad una scelta interventista. E così, in Italia, come tutto il mondo, attraverso i mezzi di comunicazione di massa stanno da tempo raccontando di come ci si debba aspettare, da un momento all'altro, un attacco degli Usa contro Saddam Hussein e che l'unica cosa ancora incerta è solo la data. In questo quadro generale si vanno ad inserire piccoli e grandi dettagli, dalla comparsata dei Bersaglieri ad un concorso di bellezza, alla continua riproposta dei film "di guerra", alla prossima uscita di un videogioco su "Desert Storm", fino ai titoli allarmanti di alcuni giornali nostrani, secondi i quali l'Iraq potrebbe avere dei missili in grado di colpire anche città europee. Quest'ultima notizia, di carattere particolarmente allarmante per gli abitanti della penisola, è la solita, ennesima, "non notizia" alla quale ci hanno abituato coloro che riciclano informazioni che risalgono anche a molti mesi prima. La favola infatti ha origine, con ogni probabilità, dal rapporto stilato annualmente - a partire dal 1998 - dalla CIA la cui ultima versione (datata Dicembre 2001) è liberamente disponibile su Internet [*] dal titolo "Foreign Missile Developments and the Ballistic Missile Threat Through 2015" (Sviluppo missilistico nei paesi stranieri e minaccia missilistica fino al 2015), nel quale l'Agenzia prende in esame la capacità bellica dei soliti paesi "ostili": Russia, Cina, Corea del Nord, Iran, Iraq, Libia, Siria, India e Pakistan. Ed è proprio a proposito dell'Iraq che il rapporto descrive, già dal 1998, la possibilità che quel paese costruisca dei missili capaci di colpire ad una distanza di migliaia di chilometri e che, addirittura, potrebbero diventare un pericolo per lo stesso territorio statunitense. Gli analisti dell'intelligence Usa comunque ritengono che tale capacità offensiva non potrebbe essere completamente sviluppata prima del 2010-15 e solo al verificarsi di alcune condizioni, come l'acquisizione dalla Corea del Nord delle conoscenze tecniche capaci di trasformare i missili a corto raggio già posseduti in armi con una gittata maggiore. Gli scenari descritti nel documento dell'Agenzia, che si basano a loro dire solo su "informazioni limitate ed analisi ingegneristiche" sono, come è evidente, in contrasto con le ultime affermazioni di chi ritiene certa l'esistenza di missili iracheni capaci di arrivare fino in Italia. Tali notizie infatti servono principalmente a supportare, come si vede in queste settimane, le recenti e pressanti richieste di nuove ispezioni ONU che dovrebbero proprio servire a giustificare l'imminente attacco all'Iraq. Ma un altro risultato ottenuto dalla riproposizione di storie del genere è anche quello di aumentare la pressione psicologica sulla popolazione, per farla sentire direttamente coinvolta - in qualità di possibile bersaglio - in modo tale da favorire il mantenimento di un "clima sociale" che non sia di intralcio al nuovo massacro militarista che si sta preparando. Pepsy [*] Il rapporto completo Ë liberamente disponibile sul sito web della CIA su http://www.cia.gov/nic/pubs/other_products/Unclassifiedballisticmissilefinal.htm
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