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Da "Umanità Nova" n. 29 del 15 settembre 2002
Uruguay
Nella morsa della fame
In queste ultime decadi, il cosiddetto modello neoliberista si è
dispiegato senza limite alcuno. Ha globalizzato i suoi contenuti in gran parte
del mondo. Ha mostrato in maniera sconvolgente il suo cinico volto. E' andato
producendo sempre maggior miseria per le popolazioni, una miseria lacerante,
spietata. Le sue multinazionali hanno seminato prepotentemente, a viso aperto,
la morte. La sua gelida falce ha stroncato corpi ed illusioni. Opera del
capitale finanziario, dell'industria farmaceutica, dei brevetti, dell'industria
bellica, fra le altre. Un'articolazione coerente è progredita con uno
stesso intento: accumulare più ricchezze e potere nelle mani di pochi e
seminare ovunque una disperante miseria, senza precedenti.
I miglioramenti, le conquiste ottenute con un a prolungata e sanguinosa catena
di lotte e di sacrifici nel corso di un lungo percorso storico sono stati
distrutti. Ciò è avvenuto a diversi popoli, in continenti
differenti, ed è accaduto anche in Uruguay. Questo modello di nazione
che da parte del potere è stato perseguito con cinismo e costanti
richiami alla "democrazia" e al "nostro stile di vita", è soltanto
servito a spartire la ricchezza e il potere fra i pochi. E' stato per obbedire
ai mandati imperativi lanciati dalle macro organizzazioni internazionali, che
il capitale finanziario e le multinazionali hanno svuotato il paese. I
banchieri ladroni hanno sempre agito nella più completa impunità
per i loro sporchi traffici: le banche si svuotavano e venivano subito
restaurate perché potessero continuare a rubare.
In questo quadro giunge l'"amico" Atchugarry, il "salvatore" dal sorriso
draculeo, il ministro del "miracolo". E, come in una storia di stolti e
malvagi, quasi tutti hanno dichiarato che è nata una speranza,
dimenticando lo scenario di fondo, che non li interessa, neppure riparandosi
nel vecchio e usurato gattopardismo.
La nostra gente sprofonda nella miseria, non c'è lavoro, non c'è
da mangiare. La fame lacera le budella e uccide la sensibilità. I figli
chiedono il pane che non esiste. Di fronte all'imperiosamente doloroso richiamo
del corpo, cominciano ad essere una risorsa anche i cumuli di spazzatura e gli
avanzi.
E seguono discorsi e discorsi, di diversa provenienza ma che tutti parlano
delle difficoltà, di salvare il sistema finanziario, che si dovrebbe
disegnare una politica che sia adeguata ai problemi del paese. Tutto questo
detto da gente facoltosa, che mangia bene tutti i giorni, come minimo.
Campeggia il cinismo ripugnante, la demagogia, l'insensibilità di fronte
alla situazione in cui vivono quelli che stanno sotto. E la realtà
arriva con un urlo, la gente irrompe nei supermercati, in 16 riesce a prender
qualcosa, in altri 14 tenta senza riuscirvi, nella sua fame dirompente che non
può più attendere. La risposta ufficiale è quella di
sempre: repressione. Grande spiegamento di polizia, in qualche luogo sfoderando
le armi, sparando, distribuendo manganellate a donne e minori che tentano di
darsela a gambe con un pacchetto di farina, di pasta, di riso. Vi sono arresti,
feriti e un giovane di 15 anni in grave stato per i colpi brutali ricevuti
dalla polizia.
Dunque, in questo mondo orwelliano, il boia è buono e i "miserabili"
cattivi. La maggioranza dei politici e dei mezzi di comunicazione mettono
l'accento su questo eccesso, su questo "attacco alla proprietà privata".
I "miserabili" quasi usciti dalle pagine di Victor Hugo, passano come i
satanici "destabilizzatori" che hanno messo in atto strategie perfette.
L'intento è colpire i malvagi che vorrebbero mangiare tutti i giorni.
Pensano a Misure di Sicurezza.
Esiste una lotta del capitale finanziario e delle multinazionali contro lo
Stato?
Bugia. Lo Stato, tutto il suo "apparato ideologico" e giuridico non ha fatto
altro che fare spazio all'avanzata brutale delle multinazionali di vario
colore. Sono leggi e politiche generali costanti quelle che consentono questo
modo di agire ed operatività. Sono idee, tutto un materiale simbolico,
quelle che quotidianamente si iniettano per giustificare il genocidio delle
popolazioni. I disegni vengono dalle grandi potenze, come il G7 (o il G8), e
sono disegni politico-economici. Il modello è strutturato attraverso i
grandi organismi come WTO, FMI, BM... E' noto, ma conviene ribadirlo
perché molti sono distratti o smemorati e reclamano i magici salvatori.
(...)
Un mondo sta emergendo all'esterno delle strutture classiche. Sa ciò che
non serve e ricerca ciò che gli è utile. E' destinato ad urtarsi
con un certo immaginario social politico di quelli che se ne sentono
rappresentanti o avanguardie. Pioveranno colpi teorici, politici ma anche
quelli classici che lasciano un ematoma e le teste rotte.
E' una realtà che la miseria sta distruggendo il corpo e le speranze di
intere generazioni, assassinando i nostri figli già in questo momento. E
questo non è retorica, ma quotidianità, crudele, inumana ma
palpabile.
Non ci lasciamo distrarre, e sarebbe stupido farlo, dal fatto che è
necessario lavorare attorno ai problemi immediati, per dei miglioramenti, per
la difesa di tante conquiste calpestate.
Ma stanno assassinando i nostri figli!
Lo ripetiamo: sì, con questo lacerante manto di miseria stanno
assassinando i nostri figli, e i poveri in generale. E i poveri ogni giorno
sono di più, bambini dilaniati e affamati se ne incontrano in ogni
angolo del paese. Chiedono un soldo, puliscono un parabrezza, rubano una borsa,
rosi dalla fame, saltando i pasti, formando bande per rubare ad altri poveri,
bussando alle porte per chiedere qualsiasi cosa da mangiare, con carretti a
mano carichi di nulla, col sangue pieno di piombo, separando gli avanzi dalle
montagne di rifiuti. Guardano al mondo con odio e disperazione, senza giochi
infantili né allegria, senza un focolare cui riferirsi, vivendo sulla
pelle l'aggressiva e ostile opulenza dei pochi. In questo modo vivono gran
parte dei nostri ragazzi, come d'altronde gran parte della popolazione.
Come sempre, i popoli cercano una via d'uscita e la lotta ne è
strumento. In questo modo stanno elaborando una vera strategia per ottenere
qualcosa nell'immediato e per i futuri progetti.
F.A.U. (trad. A. Enne)
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