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Da "Umanità Nova" n. 29 del 15 settembre 2002

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Trapani: quotidiana repressione al CPT "S.Vulpitta"
Nel pomeriggio di giovedì 5 settembre 2002, si sono presentate davanti agli occhi di due compagni del Coordinamento per la Pace di Trapani diverse agghiaccianti scene di quotidiana disperazione.
Durante la loro visita al Centro di Permanenza Temporanea "Vulpitta", visita che come tante altre viene fatta per vigilare sulle condizioni degli immigrati reclusi e per offrire loro qualunque tipo di sostegno e consulenza, hanno scoperto la presenza di due ragazzi reclusi in una cella di "isolamento" che sedevano per terra con ai loro piedi due scodelle.
Quando ancora ci si stava chiedendo il perché di un simile trattamento, l'attenzione dei due compagni è stata attirata dalle urla e dal chiasso proveniente da un reparto che è sotto il controllo dei Carabinieri.
Accorsi sul posto gli attivisti hanno assistito a un tentativo di suicidio: uno dei reclusi con un lenzuolo al collo legato come una corda stava per impiccarsi mentre una decina di suoi compagni di sventura cercava di strapparlo dalle corde della cancellata su cui si era arrampicato.
Grazie a questo provvidenziale intervento non è successo l'irreparabile. Immediatamente il ragazzo che era in forte stato confusionale è stato portato di peso in infermeria per essere sedato, così come ha beatamente confermato un ispettore di Polizia.
Si è poi saputo dai racconti degli altri immigrati che il ragazzo era stato preso dallo sconforto alla notizia che il fratello era morto nel suo paese.
Da altri racconti fatti da diversi reclusi ai due compagni di Trapani è emersa una situazione di grave abuso giuridico che a quanto sembra rientra nei canoni della normalità: persone fermate a Lampedusa il 21 agosto sono state trattenute nel CPT in attesa della convalida del fermo che è stata emessa il 2 settembre.
Dato che per legge i trenta giorni di reclusione nel CPT vanno contati dal giorno della convalida del fermo, molte persone si trovano nella condizione di essere trattenute tredici giorni in più del dovuto.
Inoltre, la sera stessa un tentativo di rivolta al CPT "Serraino Vulpitta" di Trapani è stato represso dall'intervento di Polizia e Carabinieri.
Il giorno seguente, i due militanti trapanesi si sono ripresentati al "Vulpitta" per rendersi conto personalmente di quanto avvenuto: hanno visto due ragazzi che presentavano vistose fasciature alle braccia probabilmente a causa di atti di autolesionismo ma gli è stato impedito di parlare con loro.
Un altro ragazzo (probabilmente affetto da elefantiasi) ha un piede spropositatamente più grande del normale a causa di un vistoso gonfiore della caviglia: non si è riusciti a capire il perché di un mancato ricovero in ospedale.
Lo stesso vale per un altro detenuto assai probabilmente affetto da "funghi" alla pelle nella zona del collo e del torace.
Tutta la visita al CPT è stata condizionata dalla costante e assillante presenza di diversi funzionari di Polizia e dai Carabinieri che, adducendo a pretesto quanto avvenuto la notte precedente, hanno assunto un atteggiamento provocatorio e intimidatorio nei confronti dei due compagni trapanesi.
Ciò che si teme è che - così come avvenuto in passato - si attui una stretta repressiva mirata all'impedimento dell'ingresso di persone "esterne" al Centro di permanenza con la scusa che tali incontri con gli immigrati possano innescare reazioni inconsulte, rivolte o sedizioni.
Dalle parole di un ragazzo lì rinchiuso è invece emerso che l'ultimo tentativo di fuga è stato concepito come un segnale rivolto all'opinione pubblica per denunciare le gravi condizioni in cui versano tutte queste persone imprigionate senza aver commesso alcun reato, persino al di là delle disposizioni normative.
In attesa di una prossima visita al CPT "Vulpitta" nei prossimi giorni, invitiamo tutti i compagni alla massima vigilanza e alla massima mobilitazione in tutte le città italiane in cui sono operanti queste prigioni per immigrati.
La lotta contro i CPT continua perché non si è mai fermata.
T.A.Z. laboratorio di comunicazione libertaria

Parma le barricate antifasciste del '22
Si è tenuta sabato 7 settembre la terza edizione della festa antifascista sulle barricate del '22, promossa dal Comitato Agosto'22, composto da Gruppo anarchico Cieri, Ateneo Libertario, Laboratorio Marxista e, in modo più defilato, Giovani di Rifondazione e coop. Avalon. All'iniziativa in piazza, tra stand, banchetti e mostre, hanno partecipato anche altri gruppi della sinistra antagonista parmense, tra i quali il Comitato Antirazzista e l'Unione Sindacale Italiana.
Dopo un interessantissimo "tour guidato" sui luoghi più significativi del quartiere Oltretorrente, si è tenuta una affollata assemblea, che ha visto l'intervento di Pino Cacucci, che ha portato i saluti e l'apprezzamento per tali iniziative; Marco Rossi, con un intervento molto apprezzato di carattere storico, finalizzato ad analizzare l'esperienza dell'arditismo e poi specificatamente delle barricate e Massimo Giuffredi, che ha tracciato la storia del quartiere oltretorrente, da sempre terra di incontro e confine del tessuto locale.
Da segnalare l'ostacolo all'iniziativa del Comune, che prima ha cercato, con mille cavilli, di ostacolarne la riuscita, e poi ha cercato di appropriarsene, cercando inutilmente di integrarla alle proprie iniziative per celebrare l'ottantesimo.
La risposta è arrivata dalla piazza: almeno 500 (forse più) persone sono passate interessate all'iniziativa.
Massi



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