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Da "Umanità Nova" n. 30 del 22 settembre 2002

Una moderna inquisizione
Libri di testo: i "liberali" della Casa delle libertà

È fondata opinione di molti che la gran parte dei mille signori che occupano lo scranno di deputato o senatore rubino letteralmente il lauto stipendio che ricevono e che la loro principale attività consista nel far numero nelle aule parlamentari.

Vorrei, però, spezzare un cerino a difesa dei cosiddetti peones. La loro passività, infatti, se anche non fa loro onore, almeno li rende meno nocivi. Sono, insomma, dei parassiti poco fastidiosi almeno alla percezione immediata del buon popolo.

Vi sono, invece, parlamentari che non sanno accontentarsi dei 18.000 euro netti al mese (a meno non vi siano stati ulteriori aumenti) che ricevono a spese nostre e che sentono l'esigenza di passare, se non alla storia, almeno alla cronaca.

Nel numero di questi fastidiosi mosconi si distingue l'onorevole Fabio Garagnani. Costui l'anno passato lanciò l'idea di organizzare la delazione degli studenti e delle famiglie contro gli insegnanti di sinistra o, comunque, non sufficientemente allineati al nuovo governo. Fu, per la verità, coperto di lazzi e frizzi e la campagna per l'epurazione del corpo insegnante non diede grandi risultati.

Quest'anno, evidentemente non domo, ha deliberato di lanciare l'ennesima campagna contro i libri di testo di storia colpevoli di non aver ancora segnalato la presenza di Silvio Berlusconi fra i sette re di Roma, i dodici apostoli, i papi e i padri della patria.

Fuor di burla, Garagnani non fa che riprendere, facendone una proposta di legge, una classica posizione dei fascisti nostrani che ritengono che sulle vicende del secolo passato non vi sia abbastanza comprensione nei confronti delle loro ragioni e che la divulgazione storica sia egemonizzata da una terribile sinistra.

Come ogni idiozia, anche questa tesi ha un qualche, limitato, fondamento. Effettivamente, ma si tratta di valutazioni assai approssimative, gli insegnanti italiani sono più facilmente di "sinistra", purché si ricordi che si tratta di una sinistra che comprende Rosy Bindi, che di destra e probabilmente gli insegnanti di storia e filosofia sono, mediamente, più di sinistra rispetto a quelli di latino e greco. Insisto sul fatto che si tratta di valutazioni fondate più su sensazioni che su altro.

Ammesso che sia vera questa ipotesi, è comprensibile che, nella scelta dei libri di testo di storia, vi sia una preferenza per opere non apologetiche del fascismo e delle crociate anticomuniste degli USA.

Non è, comunque, mia intenzione spendere troppe parole sulla qualità dei libri di testo di storia e sui criteri adottati per la loro scelta. Mi limito a rilevare che il sistema attuale, che non è propriamente rivoluzionario, lascia agli insegnanti la libertà di scelta e che il controllo su questa scelta è nel collegio dei docenti e nei consigli di classe.

Se passasse la legge proposta dal buon Garagnani, vi sarebbe una commissione, evidentemente di nomina politica, che dovrebbe controllare i libri. Saremmo di fronte ad una moderna, patetica, inquisizione.

È interessante notare come la destra, che si vuole liberale, antistatalista, sprezzante dei politici di professione, produca ipotesi assolutamente stalino clericali sul tema delle libertà. Pensare all'anticomunista di ferro Garagnani come ad un nipotino di Stalin può sembrare singolare ma non dobbiamo dimenticare che il non compianto padre dei popoli era stato educato in seminario e che lo stile pretesco è assolutamente trasversale.

Insomma, Garagnani ha conquistato le pagine dei giornali, e questo era probabilmente il suo vero obiettivo.

Restano però alcune questioni serie:

La pressione della destra per epurare la memoria del conflitto di classe e di ogni ipotesi di emancipazione sociale è una cosa seria. Gli attuali libri di testo di storia fanno, di norma, pena da questo punto di vista ma questa non è una buona ragione per renderli ancora peggiori e per non curarsi della necessità di una battaglia per la libertà della ricerca e della divulgazione storica.

La lotta perché la memoria delle lotte di emancipazione del passato sia viva è lotta politica. Ed è una lotta importante come l'azione quotidiana sui luoghi di lavoro e nel territorio. Questa lotta passa, inevitabilmente, anche nella scuola sia da parte degli insegnanti che da parte degli studenti.

Se è vero che Garagnani è solo un guitto disgustoso è anche vero che i personaggi del suo genere sono sovente dei rompighiaccio. Per ragioni, di regola personali, si prestano ad imprese che chi conta veramente si risparmia e, se la cosa funziona, saranno degli alfieri, altrimenti faranno, ma è il loro mestiere, la parte degli utili idioti.

Cosimo Scarinzi



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