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Da "Umanità Nova" n. 30 del 22 settembre 2002
Migranti
Paradossi della sanatoria
Il Decreto legge n. 195
del 9.9.02 (G.U. n. 211 del 9.9.02) sulla regolarizzazione dei lavoratori
extracomunitari irregolari completa il quadro normativo della legislazione
sugli stranieri così ridisegnato dalla c.d. legge Bossi-Fini (L.
189/02). L'art. 33 di questa legge prevede la sanatoria per le c.d. colf e
badanti. Una sanatoria dalle maglie strette è prevista dal D.L. qui in
commento, frutto del difficile equilibrio tra l'anima centrista e quella
leghista della maggioranza.
La dichiarazione di emersione è presentabile entro un mese dall'entrata
in vigore del D.L. dai datori di lavoro che negli ultimi tre mesi abbiano
impiegato un lavoratore straniero irregolare. La dichiarazione porterà
alla stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato (art. 5bis T.U.
Immigrazione, introdotto dalla L. 189/02), alle condizioni già previste:
il datore di lavoro deve garantire la presenza di un alloggio per lo straniero,
nonché garantire che coprirà le spese per il suo rientro in
patria. Ma il datore di lavoro si deve impegnare ad assumere a tempo
indeterminato o con contratto a termine di almeno un anno lo straniero
irregolare che già lavora alle sue dipendenze e versare un contributo
forfettario di 700 euro. Tra le cause di esclusione da questa sanatoria,
l'essere stato già espulso per ingresso irregolare.
Si vede bene che per mettere i bastoni tra le ruote agli stranieri, si ribalta
la filosofia della flessibilità del rapporto di lavoro tanto cara a
questo governo. Infatti, come si fa a pretendere l'assunzione a tempo
indeterminato o per almeno un anno per gli stranieri, quando si sfornano testi
come il c.d. libro bianco sul lavoro? Paradossalmente, il lavoratore straniero
dovrebbe godere così di maggior stabilità nel rapporto di lavoro
di un italiano. Ma, naturalmente, quale imprenditore vorrà
effettivamente assumere a tempo indeterminato uno straniero? Le contorsioni cui
questa maggioranza costringe le norme giuridiche è spia delle sue
posizioni razziste, violente e ipocrite.
Una curiosità (si fa per dire). L'art. 2, c.7, del D.L. 195/02 prevede
che "All'atto della consegna della carta d'identità elettronica, di cui
all'articolo 36 del decreto legislativo 28 dicembre 2000, n. 443, i cittadini
italiani sono sottoposti a rilievi dattiloscopici, ai sensi dell'articolo 5,
commi 2-bis e 4-bis, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e
successive modificazioni". Le famose impronte digitali per tutti, anche per gli
italiani, tanto volute dall'Ulivo per "essere tutti uguali e non discriminare
gli stranieri" (sic) vengono previste normativamente da un decreto legge per
far emergere il lavoro nero degli extracomunitari; come a dire: "tutti un po'
più precari e tutti un po' più controllati".
Simone Bisacca
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