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Da "Umanità Nova" n. 31 del 29 settembre 2002

Stragi di stato

Strage di Stato. Quante volte ci è capitato di usare o udire quest'espressione! Tante, troppe. Al punto che persino le parole paiono consunte, incapaci di gridare l'orrore che significano, un orrore che tutti vorremmo eccezionale, irripetibile. E poi ce lo troviamo di fronte, ogni giorno, e le voci di chi grida non hanno eco, pochi le ascoltano: sono le voci di chi non ha volto, sono le voci dei dannati della terra, di quelli che nessuno vuol vedere. In queste ultime settimane il bollettino della guerra non dichiarata tra nord e sud ha registrato decine di vittime: uomini, donne, bambini annegati al largo di Porto Empedocle e di Scoglitti. Le cronache li sfiorano appena: un pizzico di pietà, giusto di circostanza, poi la solita litania sul controllo dei mari, sugli accordi con i paesi di provenienza per la repressione, l'attenzione concentrata sui criminali che gestiscono questo ignobile commercio di carne umana.

Quelli morti a Scoglitti erano tutti tunisini. Due giorni e due notti in balia delle onde su una carretta, poi pigiati all'inverosimile su barche più piccole per finire in mare davanti alla costa siciliana: nuotare o affogare. Qualcuno ce la fa, per gli altri il viaggio della vita si conclude tra le onde di un mare impietoso.

In Tunisia in tanti vanno in vacanza dalla nostra bella Italia, viaggiano in aereo o in comode navi da crociera. Nel mese di settembre con 625,69 euro un noto tour operator offre viaggio aereo e soggiorno di una settimana in albergo a tre stelle.

I tunisini morti nel mare di Sicilia il loro viaggio lo hanno pagato 700 dollari, più o meno la stessa cifra. Cose dell'altro mondo, naturalmente. Cose che capitano a chi non sta al "suo" posto, a chi crede di poter aspirare ad una vita come quella di chi ha avuto la fortuna di nascere in "questo" mondo. La vita di chi la Tunisia la vede come vacanza e non come destino di fame e povertà.

Ma, si sa, la colpa è dei mafiosi che gestiscono il traffico, dei famigerati scafisti che speculano sulla pelle dei poveri disgraziati. Fiumi di inchiostro su tutti i quotidiani per chiedere più controlli, più polizia, più soldi per pagare gli uomini armati che sorvegliano la pace delle nostre coste, i confini invalicabili per chi la legge dello Stato italiano dichiara indesiderabile, "clandestino". E i clandestini, si sa, vanno gettati a mare. Nel Mare Nostrum. Ma, come in ogni ignobile storia italiana che si rispetti, nessuno deve interrogarsi mai troppo sui mandanti, su chi sta dietro le stragi quotidiane che avvengono lungo le coste del Bel Paese. A nessuno, mai, deve essere mostrata la cruda realtà: che i morti di Scoglitti, come le centinaia e centinaia che ogni anno muoiono nel Mediterraneo, sono stati assassinati da chi li ha bollati come "clandestini", da chi ha promulgato le leggi che impediscono la libera circolazione.

I mandanti siedono in Parlamento. Il Parlamento che ha approvato la Bossi-Fini e quello che già approvò la Turco-Napolitano. Le stragi nei mari sono stragi di Stato. Gli scafisti non sono che bassa manovalanza.

In questi giorni in Sicilia, come ormai da lungo tempo, c'è chi offre solidarietà concreta ai migranti, chi manifesta contro i centri di detenzione, chi fa opera di informazione e denuncia di questa situazione intollerabile. È un impegno generoso ed ineludibile. Ma non basta. Di fronte allo stillicidio quotidiano di questi crimini occorre un sforzo maggiore, un più ampio coinvolgimento di tutti i settori dell'opposizione sociale che scendano in campo per cancellare la legislazione razzista ed assassina voluta prima dal centro-sinistra e poi confermata e rafforzata dal centro-destra.

Altrimenti nessuno potrà credersi assolto: sarà sempre e comunque coinvolto.

Maria Matteo



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