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Da "Umanità Nova" n. 31 del 29 settembre 2002
Un'escursione nel Mondo Orwell
Biblioteche, FBI, "soffiate" e pasticche a gogò
Chi legge terrorista è
Un docente di biblioteconomia dell'Università di Detroit,
intervenuto in Italia ad una scuola universitaria estiva sulle "digital
libraries", ha detto che oggi il principale problema dei bibliotecari
statunitensi è che atteggiamento tenere nei confronti della privacy
degli utenti. Dopo l'11 settembre, infatti, l'FBI ha iniziato a passare al
setaccio regolarmente le biblioteche (anche quelle di villaggio o di quartiere)
per avere i nomi di chi consultava o prendeva in prestito libri in qualche modo
indicativi di un collegamento con "il terrorismo". Tra i libri considerati
sospetti ci sono quelli che trattano di Islam, Medio Oriente e politica estera
USA, i testi tecnici che potrebbero essere utili per la realizzazione degli
attentati (pubblicazioni su esplosivi, agenti chimici patogeni e malattie
infettive, ma pure manuali di volo, d'ingegneria civile e architettura), non
mancano però i testi di storia e di politica in genere, con particolare
riguardo a quelli che trattano delle violazioni dei diritti civili. Chi,
invece, consulta o prende in prestito libri di legge potrebbe averne bisogno
per la sua difesa in caso d'arresto. Anche la narrativa di genere è
nell'occhio del mirino: i romanzi d'azione potrebbero servire per prendere
idee, i gialli possono fornire informazioni sulle procedure di polizia, la
richiesta di romanzi d'amore o erotici tradisce una personalità
disturbata com'è per definizione quella dei terroristi.
La polizia segreta stalinista di Mr. Bush
L'Operazione TIPS (acronimo di Terrorism Information and Prevention
System, ma anche "soffiate"), invece, prevede il reclutamento di milioni di
cittadini americani nel ruolo di "informatori". L'obiettivo del programma messo
a punto dal Dipartimento della giustizia guidato dal fondamentalista cristiano
John Ashcroft è quello di creare una rete di sorveglianza in tutto il
paese, in grado di segnalare ai servizi di intelligence e antiterrorismo
eventuali "attività e persone sospette". In questa nuova polizia segreta
secondo un articolo del Sydney Morning Herald verrà coinvolto un
americano su 24, cioè quasi otto milioni di persone. A venir reclutati
sono soprattutto coloro che lavorano nei settori dei servizi, del trasporto o
degli alloggi. Albergatori, tassisti, camionisti, ferrovieri, postini,
impiegati di banca: sono tutti chiamati a trasformarsi in spie dilettanti per
la guerra contro il terrorismo. L'Operazione TIPS è partita ad agosto,
inizialmente solo in dieci città per poi estendersi al resto del paese.
I partecipanti hanno un "numero verde" da chiamare per riferire i propri
sospetti più o meno paranoici. Le informazioni raccolte vengono
archiviate dal Dipartimento della giustizia e potranno essere consultate da
Fbi, Cia, agenzie speciali e polizie locali. Le persone "sospette" finite loro
malgrado in questo archivio grazie alla segnalazione dei neoagenti, rimarranno
naturalmente all'oscuro dell'esistenza di un dossier che li riguarda.
L'Operazione TIPS è stata ricalcata perfettamente sulla struttura
organizzativa della Stasi della ex DDR - il servizio segreto del partito
comunista allora al potere che aveva creato una rete di centinaia di migliaia
di informatori e aveva reso leggendario il livello di paranoia della Germania
Orientale. In epoca preCaduta del Muro, circolava una barzelletta che
assicurava che il modo più semplice a disposizione dei mariti di Berlino
Est per difendersi da mogli chiacchierone e petulanti era di fare loro un
piccolo regalo - così quelle iniziavano a pensare che il marito fosse
della Stasi e smettevano di parlare.
Il modello-Stasi aveva avuto però poco seguito all'interno dello stesso
blocco marxista, soprattutto a causa degli alti costi che comportava un numero
così alto di spioni (che, in cambio del loro lurido lavoro, ricevevano
benefici economici e di altro genere). L'amministrazione Bush Jr - ferocemente
impegnata a tagliare quel poco di spesa sociale sopravvissuta ai tagli di
Reagan, Bush Sr e Clinton - pensa invece evidentemente di potersi sobbarcare la
spesa di una vera polizia segreta stalinista.
Tranquillanti contro i manifestanti negli USA
Uno studio del Pentagono analizza la possibilità di utilizzare
tranquillanti nelle manifestazioni di piazza. In un rapporto dell'US-Joint
Non-Lethal Weapons Directorate (il Direttorato per l'uso di armi non letali del
Pentagono) - reso pubblico dal Sunshine project, un piccolo watchdog group che
si occupa di armi non convenzionali - si prospetta l'impiego su larga scala di
psicofarmaci per operazioni di ordine pubblico.
Obiettivo della ricerca, svolta dalla Pennsylvania State University, é
stato quello di valutare mezzi di somministrazione, indicazioni e
controindicazioni all'uso di sostanze ad azione psicotropa, per "gestire"
dimostrazioni di piazza, rivolte carcerarie e la neutralizzazione di individui
pericolosi in genere. Tra le sostanze prese in considerazione ci sono
ansiolitici come valium e roipnol, oppioidi come il potente fentanyl, droghe
ricreative come la cosidetta "liquid ecstasy", antidepressivi a rapida azione,
ma anche farmaci esclusi dalla farmacopea ufficiale perché giudicati
troppo pericolosi o sostanze di uso veterinario come il carfentanil, un
anestetico di ampia potenza usato dai veterinari degli zoo per stordire animali
di grossa taglia. Viene studiato anche l'utilizzo di cocktail farmacologici,
attraverso l'uso di gas irritanti al peperoncino (pepper gas), noti per la
forte capacità di penetrare cute e mucose, e dunque ottimo veicolo per
la penetrazione di sostanze psicotrope come Valium o Precedex. Per situazioni
"croniche" come per esempio nel caso di detenuti "problematici", lo studio
suggerisce, entusiasticamente, l'uso di cerotti o impianti sottocutanei a lento
rilascio, a base di ansiolitici o antidepressivi.
La maggior parte delle sostanze prese in esame sono, peraltro, ampiamente note
per i potenti effetti collaterali sui centri del respiro e responsabili dunque,
in caso di sovradosaggio, di morte per arresto respiratorio. Come ogni studente
di medicina sa, la somministrazione di un qualsiasi farmaco richiede
un'accurata valutazione e monitoraggio di dosi e condizioni del paziente. Una
dose adeguata per un uomo di mezza età di 70 kg di peso può
risultare eccessiva in una ragazza di 45 kg. È tragicamente facile
immaginare cosa potrebbe succedere irrorando alla cieca una folla composita di
dimostranti.
Per i militari USA in Afaganistan: anfetamine e sedativi
Per i militari USA impegnati in Afganistan, invece, la pratica di
assumere psicofarmaci sarebbe non solo ammessa, ma persino caldamente
raccomandata, anzi imposta, dai vertici militari statunitensi. Per chi non
è disposto a prendere le pillole prescritte è prevista
l'esclusione dalle missioni. I piloti tengono una scorta di psicofarmaci nella
cabina di pilotaggio. Quando si teme che la stanchezza faccia diminuire le
prestazioni dei piloti si interviene con il Dexedrine, in dosi da 10
milligrammi, poi - una volta rientrati alla base - i piloti vengono calmati con
sedativi per prendere sonno ed assumere, spesso nemmeno dodici ore dopo, una
nuova dose di anfetamine per tornare a volare. Gli effetti collaterali di
questa dieta sono sovreccitazione e aumento dell'aggressività. I
cosiddetti "errori" dell'aviazione statunitense in Afganistan sono costati la
vita a centinaia di civili innocenti e sono stati giustificati come banali
errori nel calcolo della mira o come risposte a bombardamenti peraltro
inesistenti. Nel caso del raid che ha fatto strage di invitati ad un banchetto
di nozze, i piloti si giustificarono dicendo di aver semplicemente risposto ad
un attacco partito da terra, mentre la realtà è che scambiarono i
petardi lanciati per festeggiare gli sposi per spari diretti a loro. Questa
reazione esageratamente aggressiva potrebbe essere stata legata all'effetto
degli psicofarmaci. Come nell'episodio dei militari canadesi, morti sotto il
cosiddetto "fuoco amico", che stavano effettuando un'esercitazione e che sono
stati bombardati dai piloti americani convinti di dover fronteggiare
un'offensiva di talebani redivivi. Anche la catena di uxoricidi tra i reduci
dell'Afganistan (rientrati da Kabul, quattro "berretti verdi" hanno ucciso le
mogli, in due casi poi si sono suicidati) trova probabilmente la propria
spiegazione in queste allegre orge chimiche dei militari USA che avrebbero
fatto meglio a rilassarsi con del sano "afghan gold".
Milano: ricette leghiste
A Milano il 6 agosto Roberto Calderoli, vice presidente del Senato ed
alto gerarca della Lega Nord, chiede la chiusura dei centri sociali,
considerati in toto covi di violenti e di sovversivi. I fascisti, però,
non si accontentano mai e pochi giorni dopo un altro esponente della Lega
chiede anche la chiusura di tutte le moschee e i centri islamici della
Penisola. Così, tanto per far capire ai mussulmani che i cristiani non
ce l'hanno con loro...
Le crociate di Sirchia
Il ministro della "Salute" Bartolomeo Sirchia si è scatenato a
sua volta in una isterica crociata antifumo. Vorrebbe eliminare i distributori
automatici di sigarette per impedire ai giovanissimi di rifornirsi liberamente,
inserire sottotitoli antitabacco nei film e nei telefilm in cui gli attori
fumano, estendere il divieto di fumare anche all'aperto, in particolare nei
parchi pubblici, allo stadio e nelle arene cinematografiche estive. Di fronte a
questi pruriti igienisti varrebbe la pena di ricordare che le prime campagne
antifumo le ha lanciate Adolf Hitler, seguito dal fido Benito e che ora al
governo in Italia ci sono i loro nipotini.
robertino
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