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Da "Umanità Nova" n. 33 del 13 ottobre 2002

5 ottobre. In piazza contro la guerra

La Spezia, contro la guerra infinita!
Alle ore 15,30 di sabato 5 ottobre è partito da via Venezia 82, sede del CSOA "Il Geko", un corteo contro la guerra. Alla partenza eravamo già un numero discreto, un centinaio circa, a cui si sono unite strada facendo molte altre persone e lo spezzone di Rifondazione Comunista. Fatte poche centinaia di metri, dopo esser passati da Piazza Brin luogo da cui storicamente sono sempre partite le manifestazioni popolari a La Spezia, il corteo era già cresciuto triplicando il numero di partecipanti. Abbiamo attraversato tutto corso Cavour, la via principale e più frequentata della città, dove sono stati scanditi slogan antimilitaristi e distribuiti centinaia di volantini dal chiaro contenuto critico sulla presenza di fabbriche d'armi in città.
Una forte presa di posizione contro la guerra sì, ma anche la proposta di un conflitto sociale sempre più sentito. Giunti in Piazza Beverini abbiamo effettuato un sit-in, ed un compagno, fra gli applausi della folla, ha intonato accompagnandosi alla chitarra "La ballata del Pinelli". La manifestazione ha avuto il suo culmine quando siamo giunti di fronte all'ammiragliato, dove abbiamo trovato un centinaio di persone appartenenti a varie associazioni pacifiste (Amnesty, Emergency, ARCI solidarietà, ecc.), che avevano effettuato un corteo autonomo nel centro città. Si è quindi trasformato il tutto in un presidio, di fronte al luogo simbolo del militarismo spezzino, dove circa quattrocento manifestanti hanno scandito slogan di protesta contro l'ennesima guerra ormai sempre più imminente. A due settimane esatte dall'occupazione dell'ex liceo scientifico, il neonato CSOA Il Geko, si è presentato alla cittadinanza portando in piazza un sorprendente numero di cittadini, che unitisi agli occupanti hanno dato vita ad una manifestazione ancora più convincente di quella che si era vista in occasione della mostra di armi subacquee UDT, svoltasi lo scorso giugno 2002.
Questi sono evidenti segnali di una politica antimilitarista sempre più sentita in città, è in ragione di questo sentimento sempre più diffuso, che il Circolo Libertario "Pasquale Binazzi" ha intenzione di indirizzare i propri sforzi. Sempre più "contro la guerra, contro la pace, per la rivoluzione sociale", per dirla alla Galleani.
AndreA

Reggio Emilia in piazza contro la guerra
Sabato 5 ottobre la Federazione Anarchica Reggiana ha partecipato alla giornata di mobilitazione indetta da un vasto cartello di associazioni aggregatesi sul territorio attorno all'appello pacifista di Emergency. La FAR non ha aderito formalmente a questa aggregazione, spiegando in un volantino e in un comunicato stampa i motivi per cui si ritiene insufficiente l'appello succitato, del quale tra l'altro abbiamo criticato il richiamo a una Costituzione sempre più carta straccia nel cestino del governo bellicista di turno.
È stato comunque deciso di scendere in piazza per portare i nostri contenuti antimilitaristi anarchici, lanciare la parola d'ordine dello sciopero generale autorganizzato (a partire da quello del 18 ottobre) e lavorare sulla discriminante dell'opposizione alla guerra sempre e comunque, anche se la fa l'ONU, anche se è (udite udite) "umanitaria". E la spaccatura della sinistra sull'Afganistan dovrebbe dirla lunga in merito alla credibilità dell'antimilitarismo dell'ultima ora di certi politici e sindacalisti.
La giornata è stata comunque molto partecipata, con nel primo pomeriggio i banchetti in piazza Prampolini e gli interventi, e il successivo corteo, circa 2000 persone con un discreto spezzone anarchico. Si preannunciano iniziative antimilitariste promosse dalla Federazione.
L'incaricato

Bologna 5 e 6 ottobre: iniziative anarchiche
In una breve di cronaca bisogne essere sintetici. Per cui riassumiamo in un unico resoconto tre iniziative che hanno visto impegnati i compagni e le compagne anarchiche in questi due giorni.
Nella mattina di sabato 5 ottobre si é svolta una manifestazione contro la guerra nell'ambito dell'iniziativa 100 città contro la guerra. Vi hanno partecipato circa 10 mila persone di cui quasi la metà studenti delle scuole superiori. La manifestazione era, come si suol dire, composita, anche se le posizioni più destre (area ulivo) che ne avevano condizionato la convocazione poi erano scarsamente presenti in piazza. Infatti nonostante che un documento del "tavolo contro la guerra" sottolineasse l'opposizione a "questa" guerra e le "mutate" condizioni del quadro internazionale sotto la direzione della politica di Bush, la piazza ha largamente indicato nell'opposizione a tutte le guerre che il sistema di dominio produce nel mondo, la strada da percorrere per vincere le logiche di sterminio che caratterizzano le attuali strategie di dominio.
I compagni anarchici erano presenti con due striscioni seguiti da oltre cento persone, all'interno di un'area del corteo caratterizzato da posizioni anticapitaliste, internazionaliste ed antimilitariste con il sindacalismo di base e diversi gruppi dell'area antagonista e rivoluzionaria. Umanità Nova é andata esaurita come gli ottocento volantoni (uno contro il razzismo ed uno contro l'esercito) che erano stati preparati in collaborazione con il coordinamento anarchico dell'Emilia Romagna.
I compagni e le compagne del Coordinamento si sono poi ritrovate nel pomeriggio in "piazzola" (il mercato all'aperto di Bologna) con un presidio manifestazione che aveva ancora i temi antirazzisti ed antimilitaristi al centro del materiale diffuso e come elemento centrale degli interventi e di un breve comizio con il megafono. Erano presenti, anche in questa occasione, un centinaio di compagne e compagni di Parma, Modena, Bologna e Imola.
Questa era la seconda delle iniziative itineranti promosse dal Coordinamento Anarchico dell'Emilia Romagna che ci ha visto presenti a Correggio (RE) la settimana scorsa e ci vedrà ancora in piazza, a Modena il 12 ottobre, a Imola il 19 ottobre e a Parma il 26 ottobre. Il coordinamento organizzerà anche uno spezzone anarchico specifico nella manifestazione del sindacalismo di base che si svolgerà a Bologna il 18 ottobre, giorno dello sciopero generale. Tale corteo sarà completamente autonomo da quello della CGIL ed avrà come luogo di concentramento Piazza Verdi.
Domenica mattina, su sollecitazione di un gruppo di antifascisti di Marzabotto, una decina di compagni hanno presenziato alla manifestazione commemorativa dell'eccidio nazista. Un po' di scompiglio da parte dei servizi d'ordine e tanta simpatia da parte della popolazione antifascista che ha accolto i compagni ed ha svuotato (acquistandoli) il banchetto dei libri e degli opuscoli che era stato allestito.
Nonostante le innumerevoli difficoltà che incontra l'azione anarchica e nonostante la "cattiva stampa" di cui gode, la presenza nei mercati, nelle piazze ed alle manifestazioni rende evidente la simpatia con la quale vengono accolte le nostre considerazioni e le nostre proposte e apre la strada alla possibilità di imprimere radicalità e radicamento alle lotte sociali.
Redb

Trieste contro la guerra
Una manifestazione sicuramente riuscita quella che si è svolta sabato 5 ottobre.
Una manifestazione che ha visto l'adesione di svariati gruppi, associazioni e partiti, non senza alcune palesi contraddizioni.
All'assemblea di indizione erano presenti decine di persone, aderenti alle più diverse organizzazioni, fra cui alcuni compagni del Gruppo Anarchico Germinal. Grazie ai loro e ad altri interventi il volantino di indizione, pur nella sua sinteticità, affermava un NO chiaro e senza ambiguità alla guerra, senza riferimenti all'ONU o alla costituzione, come invece avviene molto spesso in questi casi.
Nei giorni successivi la manifestazione veniva pubblicizzata il più possibile e crescevano le adesioni: oltre a tutto l'associazionismo "di sinistra" presente in città, la "triplice" sindacale e i Cobas , i pacifisti e le organizzazioni studentesche e appunto il Gruppo Germinal.
All'ultimo momento si scopre che ha aderito (con la solita ipocrisia) anche l'Ulivo.
Durante la conferenza stampa la compagna anarchica presente ha denunciato i voltafaccia di certi personaggi, ribadendo le ragioni dell'antimilitarismo anarchico. Casualmente delle sue dichiarazioni non vi è traccia nei mass-media.
Nel pomeriggio di sabato, oltre un migliaio di persone di tutte le età si ritrovano in piazza Goldoni. Apre il corteo lo striscione "Fermiamo la guerra", dietro vengono il camion con l'amplificazione e i vari spezzoni. I compagni del Gruppo Anarchico Germinal sfilano in corteo con lo storico striscione "Il militarismo produce violenza sfruttamento e morte" diffondendo Umanità Nova e distribuendo un volantino antimilitarista scritto ad hoc da una compagna del gruppo. All'arrivo in piazza Unità, davanti alla prefettura si susseguono gli interventi al microfono.
Un compagno del gruppo, in un intervento molto apprezzato, ha denunciato chiaramente le responsabilità del centro-sinistra nell'appoggiare, quando è al governo tutte le avventure guerrafondaie della NATO e la sua ipocrisia nell'"opporvisi" (ma si veda la vicenda dell' invio degli alpini in Afganistan) quando è all'opposizione.
Il bilancio della giornata è sicuramente positivo: da una parte la partecipazione alla manifestazione è stata sicuramente buona, visto anche che la stessa era stata organizzata in tre giorni, dall'altra come anarchici siamo riusciti a stare dentro la mobilitazione, con una grande visibilità (nonostante la nostra presenza sia stata completamente oscurata dalla stampa locale), senza svendere le nostre idee e non rinunciando a smascherare gli opportunisti e i voltagabbana.
s. & f.

Torino no al militarismo
Il 5 ottobre a Torino si è svolto un corteo contro la guerra organizzato dal locale social forum cui hanno partecipato circa seimila persone. I compagni della Federazione Anarchica Torinese, pur senza aderire ad un'iniziativa che gli organizzatori hanno deciso si concludesse con una delegazione dal prefetto, hanno dato vita ad uno spezzone autonomo che ha raccolto un buon numero di partecipanti. Lo spezzone anarchico, preceduto dallo striscione "Quando la patria chiama rispondi signornò" è stato molto vivace in netto contrasto con un corteo che neppure durante il passaggio di fronte alla Scuola di Applicazione Militare ed altri siti dell'esercito si è animato. Chiara l'impostazione antimilitarista e non meramente pacifista degli anarchici che si sono caratterizzati con slogan quali "No alla guerra tra nazioni, sì alla guerra contro i padroni", "contro la guerra del capitale, sciopero generale!", o il vecchio ma sempre valido "il proletariato non ha nazione, internazionalismo rivoluzione". Come dicevamo nel volantino distribuito lungo il percorso del corteo "È il momento di essere con decisione e fermezza uomini e donne di parte. La parte delle vittime. Sempre.
Opporsi alla guerra, a tutte le guerre, lottare contro gli eserciti, tutti gli eserciti, è giusto e necessario per fermare il terrorismo: il terrorismo degli Stati che semina la morte, la distruzione, la paura colpendo indiscriminatamente folle inermi.
La fine della politica di potenza, la sconfitta della logica del profitto, del militarismo e del fanatismo religioso aprono le porte ad un mondo libero e giusto, un mondo senza Stati, né frontiere, né eserciti.
La vera pace è la libertà e la giustizia sociale. Per tutti. Ovunque."
Eufelia

 



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