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Da "Umanità Nova" n. 33 del 13 ottobre 2002

inform@zione

G8: a Bergamo un altro interrogatorio dei carabinieri
Continuano le attenzioni dei ros verso il movimento anarchico: come "persone informate dei fatti" hanno sentito tre compagni di Pordenone e un compagno di Bergamo, del quale pubblichiamo di seguito il resoconto.
Domenica 29 settembre alle ore 20,15 una volante dei C.C. mi portò un mandato d'apparizione in caserma per il giorno seguente alle ore 15,00 (18 ore e 45 min. dopo!!!), in merito alla mia partecipazione alle Manifestazioni contro il G8 a Genova nel 2001, in quanto "persona informata dei fatti".
Non avendomi concesso il tempo necessario per reperire il mio avvocato ed essendo riuscito solamente in extremis a contattarne un altro, il quale mi consigliò di non preoccuparmi e nel caso ci fossero stati problemi di ritelefonargli immediatamente data la sua non disponibilità per quella giornata, decisi di presentarmi dai C.C. (seppi dopo che "per legge" non ero tenuto ad averne uno, dato che non mi incriminavano di nulla, perciò intanto non ero considerato "indiziato").
Mi fecero molte domande, (una pagina e mezza) tra le quali ricordo molto bene:
se frequento C.S.O.A. e centri di aggregazione, di dove e se ricordavo i nomi
se ero frequente a partecipare a manifestazioni e di che genere, se "di lotta" od altro
perché ero andato a GE, con chi e da che giorno
se ho frequentato il "Pinelli" (chiaramente miravano all'area Anarchica) e se ho dormito in quello stabile e per quante notti
se conoscevo gente dell'area "no-global" e se avevo telefonato a loro i giorni prima del vertice e se avevo avuto contatti telefonici con persone diverse da quelle sopracitate
se ho partecipato alle riunioni organizzative al "Pinelli"
con quale gruppo partecipai alla Manifestazione del giorno 21 (Manifestazione Sindacale)
se conoscevo due donne chiamate NINA e ROBY, non specificandomi nemmeno la provenienza di esse
Con questo si concluse l'interrogatorio, stamparono i fogli in quintuplice copia (!!!) e me li fecero firmare. Insistetti molto per farmene rilasciare una, ma non vollero assolutamente consegnarmela.
Ho capito alcune cose da questo interrogatorio: le domande principali erano già impostate sul computer (probabilmente collegato ad un altro, una specie di terminale) ed in base alle mie risposte ne seguivano altre domande correlate, ma soprattutto la loro faccia dubitativa in riguardo a quello che dichiaravo.
Certamente, "persona informata dei fatti", informata di tutto quel massacro che le suddette "forze dell'ordine" hanno saputo fare nei confronti di noi manifestanti, delle loro barbarie assassine, del loro FASCISMO dimostrato prima durante e dopo il G8.
"Informata" sicuramente di come hanno ucciso Carlo Giuliani, di come hanno cercato (e ci sono riusciti!!!) a depistare le prove, di tutto quello che TUTTI/E sappiamo.
In solidarietà a tutti/e i/le compagni/e repressi/e dallo Stato, in ricordo di Carlo, ribelle caduto per la Libertà, in solidarietà a tutti/e i/le compagni/e sepolti/e in carcere.
L.A.
Il Circolo Anarchico "Freccia Nera" di Bergamo esprime solidarietà al compagno sottoposto ad interrogatorio, quale subdola forma di intimidazione per la sua attività anarchica.
Bergamo, 5/10/2002

Correggio: primi risultati della lotta
Sabato 29 settembre circa 200 persone hanno preso parte al presidio/comizio/sit-in musicale organizzato dai compagni del gruppo anarchico "Luigi Fabbri"-FAI di Correggio, della locale sezione USI-AIT, della Cassa di Resistenza e Solidarietà Libertaria reggiana, dell'archivio storico "Enrico Zambonini", contro la delibera comunale del 19 aprile 2002, che dispone il dimezzamento della sede che ospita questi gruppi (che già è di dimensioni del tutto insufficienti per le loro attività), da dividere secondo costoro con un'associazione di pittori, per fare spazio, all'interno della palazzina comunale che ospita le associazioni politiche e sociali, ad una fantomatica Associazione "culturale" (sic) dei Carabinieri, che occuperebbe dai prossimi mesi una stanza tutta per sé, magari, per la gioia di grandi e piccini, proprio dirimpetto, o immediatamente adiacenti, al famigerato "covo" degli anarchici.
Dalla primavera del 1996, quando l'allora gruppo anarchico "Bresci" ottenne in affitto la prima sede dall'amministrazione comunale, un minuscolo locale sotto i portici della centrale via Roma, la vita dello spazio per gli anarchici fu sempre difficile, messa continuamente in discussione da proteste di bigotti, consiglieri polisti e compagnia, e il terremoto di pochi mesi dopo ad aggravare la situazione. Con il trasloco, avvenuto nell'autunno del 1997, negli spazi di via Vittorio Veneto, altrettanto piccoli ma un po' più comodi, sembrò risolto il problema, almeno fino a quando il movimento libertario correggese non avesse deciso un'iniziativa per l'acquisizione di spazi più idonee alle innumerevoli iniziative svolte sul territorio. Perché negli ultimi otto anni almeno, il circolo anarchico è stato punto di riferimento e catalizzatore per gran parte del mondo giovanile del paese, e le sue iniziative politiche e culturali (carnevali anticlericali, feste per Umanità Nova, concerti antimilitaristi, conferenze, distribuzione della stampa, attivazione dell'archivio e quant'altro) hanno sempre visto una partecipazione superiore a quella che in paese ottengono la maggior parte delle forze politiche istituzionali.
Invece il centrosinistra, al quale le batoste elettorali non hanno certo levato la storica arroganza, ha pensato che tutto questo si poteva ridimensionare con una semplice delibera. Ma se la boria non è sostenuta dall'intelligenza, questa si tramuta spesso e volentieri in magre figure, dal momento che la mobilitazione dei compagni, che ha riscosso la simpatia di molti giovani e semplici cittadini, e il buono spazio dato alla vicenda dai quotidiani locali, hanno convinto i signori della giunta a fare un istantaneo passo indietro. Domenica stessa infatti il sindaco Claudio Ferrari, quotato diessino in procinto (pare) di fare carriera in quel di Roma, si è affrettato a far sapere tramite uno di questi quotidiani che se proprio insistevamo si poteva trovare una soluzione differente: lasciare intatto il nostro spazio e convincere a "stringersi" altre associazioni meno combattive. Se da una parte onorati da questo riconoscimento dell'efficacia della loro lotta, i compagni correggesi sono ben consapevoli che il problema, e di conseguenza la mobilitazione, non finisce qui: l'insufficienza di spazi per le associazioni e le iniziative di aggregazione e culturali in paese resta grave, e non si è capito se rimane o no il proposito di portare in via Vittorio Veneto la Benemerita.
In attesa di rinverdire il repertorio delle classiche barzellette in merito, hanno provveduto come al solito gli attenti giornali locali a tenerci alto il morale con le loro gaffe: il sabato è uscita un'intervista al portavoce del gruppo Fabbri nel quale quest'ultimo avrebbe fatto un'affermazione modello: "nella stessa palazzina non possono convivere associazioni diverse" (alla faccia del pluralismo e della tolleranza...), nell'articolo del giorno dopo il compagno che ha fatto l'intervento al microfono è stato promosso sul campo "responsabile regionale della -Federazione anarchici-". Potenza del quarto potere!
f.f.

Bologna - Se trent'anni vi sembran pochi...
Iniziative per i 30 anni di attività del circolo anarchico "Camillo Berneri"
Cari compagni e care compagne, sono passati 30 anni da quel 5 agosto del 1972 quando, una assemblea nazionale del Coordinamento dei Lavoratori Anarchici, inaugurava i locali di Piazza di Porta S. Stefano.
Molti dei compagni di oggi non erano ancora nati, molti altri erano troppo giovani per essere impegnati nell'attività degli anarchici. Pochi ricordano da vicino quei giorni.
Nel 1972 quando il "cassero" allargava gli spazi di azione degli anarchici bolognesi, affiancando il circolo "Cafiero" di via Paglietta il movimento anarchico era impegnato in una vasto movimento di lotta sociale che ha sfiorato il "cielo". Furono, i primo anni di attività, anni molto intensi. Le lotte contro i fascisti (dal caso Marini ad innumerevoli altri episodi), le lotte operaie (nei circoli anarchici si organizzavano i comitati operai autonomi), le lotte studentesche, la lotta contro lo stato e le sue strutture (come la resistenza ai tentati golpe dei carabinieri, della CIA e dei loro lacchè nazifascisti), le lotte antimilitariste (dai proletari in divisa alle diserzioni fino alle prime obiezioni di coscienza) davano forza al movimento anarchico. Negli anni successivi vedevano la luce diverse iniziative anarchiche in città: la libreria del Picchio, la libreria-osteria dell'Onagro, l'osteria-music hall della Talpa ma anche i Nuclei Libertari di Fabbrica, i Nuclei Liberari degli studenti, il Nucleo Anarchico Universitario, i gruppi anarchici di "Pensiero e Azione", "Azione Anarchica", "Autogestione", la costituzione (nel 1975) della Federazione Anarchica Bolognese che contava diverse centinaia di aderenti e ancor più simpatizzanti. La solidarietà ai rifugiati (sia compagni che venivano dall'estero che compagni inseguiti da denunce o mandati di cattura), la stampa di manifesti, opuscoli, giornali locali o nazionali: pensiamo al quotidiano anarchico stampato per alcuni mesi fra Bologna e Firenze per sostenere la campagna per la liberazione di Giovanni Marini, pensiamo al mensile "La Questione Sociale" che veniva edito dal coordinamento anarchico dell'Emilia Romagna, pensiamo alle prime edizioni della rivista "Anarchismo".
Poi il '77, poi il "riflusso", poi gli anni di plastika, poi la lenta ripresa delle esperienze di autoorganizzazione e autogestione a livello sociale. Il tutto punteggiato dalle esperienze punk, dalle lotte contro la guerra atomica, le basi militari americane, contro le centrali nucleari.
Per trent'anni "fedeli alla linea", un (ormai) piccolo gruppo di compagni e compagne che avevano aiutato Libero Fantazzini, Gino Fabbri, Mario Barbani, Maria Zazzi e tanti e tante altre a fare i lavori di muratura per allestire la sede, hanno garantito la continuità delle attività di questi locali che sono, per il nostro statuto, del "movimento anarchico internazionale" e che il comune di Bologna ci concesse nel 1972 ad un affitto che continua ad essere simbolico come parziale risarcimento dei locali dell'Unione Anarchica che erano al secondo piano della Camera del Lavoro di Bologna e che furono distrutti dai fascisti.
Locali che hanno sempre ospitato le riunioni, i convegni ed i congressi delle varie esperienze del movimento anarchico organizzato; che hanno ospitato innumerevoli collettivi, comitati, associazioni che, pur esterne al movimento anarchico specifico, svolgevano attività culturali, sociali o di agitazione in sintonia con l'attività del circolo.
È per ricordare e valorizzare quest'esperienza che abbiamo pensato di organizzare fra il 29 ottobre ed il 3 novembre prossimi una serie di conferenze, iniziative, feste di cui daremo un programma dettagliato nelle prossime settimane.
È per rivendicare, di fronte alla città, la continuità di cui sono stati capaci gli anarchici mantenendo viva e attiva quella che é, ormai, la più vecchia sede, ancora in attività, dell'intera sinistra.
Circolo Anarchico "Camillo Berneri" Bologna

 



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