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Da "Umanità Nova" n. 33 del 13 ottobre 2002

Letture
Mario Coglitore e Claudia Cernigoi, "La memoria tradita. L'estrema destra da Salò a Forza Nuova"

MARIO COGLITORE E CLAUDIA CERNIGOI
LA MEMORIA TRADITA. L'ESTREMA DESTRA DA SALÒ A FORZA NUOVA
Zero in Condotta, Milano 2002, pagg. 184, Euro 12,00

Analizzare, da un punto di vista politico e culturale, le dinamiche, le teorie e le forme organizzative della destra radicale che si richiama esplicitamente al fascismo significa, se non ci si vuole fermare alla superficie e alle mutevoli apparenze di tale realtà, ricostruire storicamente quel "passato che non è mai passato" a cui essa si riferisce con insistenza per affermare la propria identità.

Dietro questa costante mitizzazione dell'eterno ritorno, della fedeltà assoluta verso le proprie origini e del culto della tradizione attraverso cui si vogliono collegare le antiche saghe celtiche, la mistica guerriera delle SS e le proiezioni fantasy di Tolkien, esiste però una dimensione, ben più concreta, che unisce invece i 600, terribili, giorni della Repubblica di Salò alla rinascita già nell'immediato dopoguerra del partito fascista, di cui AN ha raccolto anche simbolicamente l'eredità, e la ripresa delle attività eversive di stampo paramilitare e squadrista - ma anche di tipo terroristico - sempre all'ombra e al soldo degli apparati statali nazionali e dei servizi segreti statunitensi.

Il saggio "La memoria tradita" che raccoglie le ricerche che da anni Mario Coglitore e Claudia Cernigoi portano avanti parte proprio da questa considerazione e riesce, in modo puntuale, ad offrire una visione d'insieme del neofascismo italiano, andando ben oltre gli intenti della controinformazione.

L'attenzione e la competenza "in materia" ormai da lunga data degli autori (basti ricordare "La notte dei Gladiatori" di cui Mario fu coa-autore assieme a Giuseppe Scarso e il libro "Operazione foibe a Trieste" di cui è autrice Claudia) ha infatti permesso un'analisi approfondita e documentata, ben inserita in un'ottica storica, che chiarisce precedenti connessioni, connivenze e interfaccia tutt'ora operanti.

L'idea di un simile lavoro di indagine risale ad alcuni anni fa, quando tra studiosi di diversa matrice politica, ma accomunati per l'attenzione militante antifascista, era emersa la necessità di mettere insieme i diversi tasselli di conoscenza - sia a livello nazionale che locale - che erano stati raccolti soprattutto dopo la costituzione, avvenuta nel '97, del gruppo di Forza Nuova al cui interno era possibile riscontrare la presenza di personaggi, percorsi e riproposizioni ideologiche che facevano assomigliare la formazione di Fiore e Morsello ad un album di famiglia della destra radicale dentro cui era possibile ritrovare i "soldati politici" degli anni '70, la cruenta stagione dello "spontaneismo armato", esperienze degli anni '80 quali Terza Posizione e il Movimento Politico, nonché l'integralismo cattolico su posizioni ultrareazionarie, frange "naziskin" e i tesserati più agitati di "Azione Giovani".

All'apparire di Forza Nuova, peraltro, non fummo in molti a cogliere le sue allarmanti caratteristiche, prima che s'imponesse sul piano mediatico attraverso le aggressioni e le provocazioni e quanti ne ignoravano la provenienza, i referenti politici e gli appoggi, ne sottovalutarono anzi le potenzialità; tra quei pochi ci furono senz'altro Mario e Claudia che dai loro "privilegiati" rispettivi punti d'osservazione - il Veneto e Trieste - ne avvertirono la specifica pericolosità sociale e quando a sinistra, finalmente, ci si è resi conto di ciò, non hanno mancato di sottolineare che il "problema" Forza Nuova non era rappresentato tanto dai suoi scagnozzi con la testa più o meno rasata, ma dai contatti organici che questa formazione mantiene con i partiti politici oggi al governo (AN, Forza Italia e Lega Nord), con gli apparati di "sicurezza" e con la rete internazionale nazi-fascista.

Infatti, come opportunamente sottolinea Mario Coglitore, "la continuità ideologica tra passato e presente, suggellata in molte occasioni anche da individui che nel corso della loro vita si fanno garanti della sopravvivenza di una cultura della tradizione, della razza, della sopraffazione e soprattutto dell'organizzazione - ingegneria indispensabile alla costruzione di un tempio di valori condivisi che possono essere tramandati negli anni di generazione in generazione - si mantiene ben salda"; una continuità di fronte alla quale indifferenza, sottovalutazione e perdita di memoria divengono sinonimi di complicità.

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