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Da "Umanità Nova" n. 34 del 20 ottobre 2002
inform@zione
Parma: supermercato razzista
Il 27 settembre, a Parma, presso il supermercato Esselunga di via Emilia Est,
un distinto signore di nazionalità tunisina è stato aggredito,
immobilizzato e picchiato da tre uomini del servizio interno di sicurezza.
M.B. stava facendo la spesa quando, di punto in bianco, si trova immobilizzato
da due persone e preso ripetutamente a schiaffi da un terzo. M.B. chiede
immediatamente ragione di una simile e insensata aggressione. Ha paura: pensa
che si tratti di delinquenti. Gli aggressori dichiarano di essere del servizio
di sicurezza Esselunga (nessuno di loro indossa una divisa) e lo accusano di
aver tentato un furto. M.B. è sempre più allibito e indignato. In
stato di choc, viene condotto nel retro del supermercato: qui viene minacciato
("ti tagliamo le mani" gli viene detto). M.B. chiede di vedere i filmati che,
secondo i suoi aggressori lo incriminerebbero; chiede che vengano chiamati i
carabinieri, certo della propria innocenza. Nessuna di queste richieste viene
esaudita. Viene lasciato nel retro sotto il controllo di due dei suoi
aggressori, fino a quando, sopraggiunge un responsabile dell'Esselunga che si
scusa: "Ci spiace: si è trattato di uno spiacevole errore". Insomma, M.B
è stato picchiato sulla base del nulla. O forse, del colore della sua
pelle.
Ma lo scandalo non è finito: infatti, in modo del tutto incomprensibile,
a conclusione della vicenda, il responsabile dell'Esselunga invita M.B. a fare
la spesa in un altro supermercato e lo prega di non presentare nessuna
denuncia.
M.B. è ferito e indignato. Medicato al pronto soccorso di Parma, gli
viene fatta una prognosi di 5 giorni per il trauma dovuto agli schiaffi.
Gli schiaffi che l'Esselunga ha dato a B.M. sono un esempio inaudito di
razzismo, di prepotenza e di violenza. (...) Come M.B è stato invitato a
fare la spesa altrove, così noi invitiamo la cittadinanza a fare la
spesa altrove.
CIAC e Comitato Cittadino Antirazzista - Parma
Per informazioni o contatti: Irene Di Jorio: 340 2442536; Katia Torri: 347
0502008
Amnesty? Pornografia!
Le strategie di controllo colpiscono anche i bambini: Amnesty censurata da
CyberPatrol.
Dopo che molti studenti hanno osservato che dai loro computer scolastici era
impossibile accedere al sito di Amnesty International, quelli di peacefire.org
hanno provato a controllare di persona. Hanno settato i vari programmi di
"blocco" per i bambini disponibili sul mercato (CyberPatrol, NetNanny,
SurfWatch ecc.) con i normali parametri usati dalle scuole o dalle famiglie
(blocco a pornografia, droga e violenza), e durante la navigazione hanno
constatato che non solo il sito di Amnesty International era inaccessibile come
"pornografia", ma anche altri.
Dall'esperienza è nato Amnesty Intercepted, alla pagina
http://www.peacefire.org/amnesty-intercepted/.
Nell'elenco disponibile dei siti bloccati, tra gli altri: Amnesty Israele
(pornografia); Algeria Watch (pornografia); Kurdish Network (pornografia);
Mumia Solidaritats (pornografia); Peace Magazine (pornografia); Casa
Alianza-Street Children (blocco minimo); Chapter 67 Human Rights (Alcool e
droga) e così via.
I creatori dei software affermano inoltre che tutti i siti presenti nei loro
database sono stati verificati da ricercatori professionisti prima di essere
bloccati. (Insomma, c'è proprio premeditazione)
www.peacefire.org/amnesty-intercepted/
da Indymedia Italia, postato da Barbara
Palermo contro il summit europeo sul cybercrime e la guerra
Tra il 3 e il 5 ottobre si sono svolte, nel capoluogo siciliano, iniziative
indette da Laboratorio Sociale Occupato ZETA, BoxUno Autogestito ed hAcktuNg!
(http://www.autistici.org/hacktung/) quali gli incontri con i londinesi
StateWatch (http://www.statewatch.org), FreakNet Medialab di Catania
(http://www.freaknet.org/) e SpiaLaSpia (http://www.spialaspia.org/) contro il
vertice europeo sul cybercrime (http://www.cybercrime-conference.tim.it/),
ultima delle quali, in occasione di sabato 5 ottobre (giornata mondiale contro
la guerra), un corteo specifico contro la conferenza ed il controllo
elettronico, indetto da Laboratorio ZETA, Forum Sociale Siciliano ed altre
realtà locali.
La manifestazione con concentramento avvenuto dalle 16 alle 17 a piazza
politeama, contro il tecnocontrollo e la guerra, si è snodata per le vie
principali del centro.
Il corteo, per un totale di circa 3000 persone (il quotidiano locale Giornale
Di Sicilia ne ha stimate 1000), ha sfilato più o meno creativamente per
le vie del centro cittadino sino a sera, mettendo in atto azioni di
"oscuramento" di molte delle telecamere che a Palermo come in tantissimi centri
urbani sorvegliano quotidianamente i cittadini.
Segue stralcio dell'appello alla mobilitazione:
"La libertà non si controlla: oscuriamo il Grande Fratello
Il 3, 4 e 5 ottobre si svolgerà la riunione del Consiglio d'Europa sul
crimine informatico ("cybercrime"). Ancora una volta Palermo è scelta
dai signori del potere come luogo simbolo del nuovo ordine mondiale.
Si incontreranno politici, giuristi e poliziotti europei e statunitensi per
discutere l'applicazione delle nuove normative sul controllo delle
libertà della persona. La convenzione prevede l'estensione al mondo
informatico dei reati di opinione, l'ulteriore stretta repressiva della libera
circolazione delle idee, col pretesto di una presunta maggiore sicurezza. Le
polizie avranno inoltre accesso totalmente libero a tutti i dati riguardanti
ciascun individuo. Un altro passo nella costruzione di un mondo dominato dalla
violenza degli stati e dei potentati economici, verso la guerra permanente. Con
la criminalizzazione dei migranti, con la chiusura delle frontiere, con la
repressione del popolo palestinese i signori della terra pensano di potere
annientare qualsiasi forma di opposizione e resistenza sociale al loro modello
di dominio."
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria (liberamente tratto da:
www.italy.indymedia.org)
Chiavari: contro tutte le guerre
Si è svolta a Chiavari (GE) in data 12 ottobre una manifestazione
"Contro tutte le guerre" organizzata dal collettivo "NO BACKGROUND"; tale
gruppo corrisponde al precedente "Occupanti dell'Ex-Mattatoio", che nel
frattempo ha cambiato nome per una motivazione pratica (non si poteva
continuare a riferirsi ad un'occupazione ed ad uno sgombero avvenuti sei mesi
prima).
Oltre all'appena rinominato collettivo hanno aderito il locale comitato
pacifista (diverse anime della sinistra).
Il corteo, aperto dal No Background con il suo striscione, è partito da
piazza ns dell'Orto per concludersi in piazza Roma, un percorso breve scelto
appositamente per non estenuare i partecipanti con lunghe inutili marce; erano
presenti circa 150 (forse qualcosina di più, per la perbenista e
conservatrice cittadina sono numeri importanti) persone in gran parte ragazzi
della scuola medie superiori e persone d'ogni età senza rigide
appartenenze politiche.
I contenuti del volantino/documento distribuito si distaccavano dai soliti
cliché pacifisti evidenziando le relazioni tra i bombardamenti e le
realtà quotidiane, dalla progressiva restrizione dei diritti dei
lavoratori alla criminalizzazione del dissenso.
Gli interventi sono stati pochi ma incisivi, ed in particolare è stato
rilanciato l'invito ad organizzarsi politicamente senza delegare ad istituzioni
e partiti, prendendo ad esempio immediato il successo della manifestazione
organizzata da un variegato gruppo non istituzionale di sinistra critica.
Alla fine Sit-in, musica, e distribuzione di buon Chianti a libera offerta.
Il giorno dopo il quotidiano ligure principale, Il Secolo XIX, non ha dedicato
il minimo spazio all'evento riportando, anche sulle locandine, la denuncia a
due giovani colti sul fatto a scrivere su il muro di un sottopassaggio, lontano
dalla manifestazione, slogan contro la guerra; tra l'altro sottolineando
l'efficacia delle telecamere e la presenza della "taglia" del comune per i
writers.
Tutto questo la dice lunga sulle difficoltà ad esprimere il proprio
dissenso al modello sociale imposto nel deteriore Golfo del Tigullio.
Pierre
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