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Da "Umanità Nova" n. 35 del 27 ottobre 2002
Sciopero generale contro la guerra e la concertazione
Genova
Difficile quantificare quanta gente ci fosse in piazza a Genova per lo sciopero
generale indetto (su piattaforme diverse) dal sindacalismo di base e dalla
CGIL. C'erano comunque 15.000 - 20.000 persone, suddivise nei due cortei della
CGIL (uno dal ponente e uno dalla Stazione Brignole che sono confluiti in
piazza De Ferrari per il comizio di Patta) e quello del sindacalismo di base
(che per un certo tratto si è svolto sullo stesso percorso di quello
cigiellino del ponente per concludersi a piazza Matteotti). In quest'ultimo
erano presenti CUB, Confederazione Cobas, anarchici, forum sindacale,
disobbedienti, autonomia, ecc. per un complesso di un paio di migliaia di
persone. Il nostro settore di corteo era aperto da uno striscione contro la
guerra e raccoglieva almeno duecento persone. All'inizio della manifestazione e
durante il corteo abbiamo distribuito il volantone nazionale mentre i compagni
di Piazza Embriaci volantinavano con un manifestino dal titolo "Schiavi,
servi... morti" di denuncia radicale del consociativismo confederale e dei
limiti dell'azione sindacale.
La sensazione prevalente, a fine manifestazione, è quella di
un'occasione parzialmente mancata. Da un lato, sembra che il sindacalismo di
base si sia attestato sui suoi limiti fisiologici e che - per mancanza di
protagonismo e per una certa dose di subalternità di alcuni suoi settori
al mito dell'unità, a tutti i costi, dei lavoratori - faticherà
molto a superarli. Dall'altro lato, c'è l'affanno evidente della CGIL
nel mantenere un alto profilo di scontro, anche per le divisioni interne e il
peso di un apparato di funzionari che non vede l'ora di poter tornare a
concertare tranquillamente.
Come riusciranno i lavoratori a uscire da questo duplice impasse? Con la
rassegnazione o con una rinnovata voglia di lotta a fronte della quale, al
momento, non si danno forme organizzative adeguate? Difficile fare
previsioni.
G.S.
Rimini
Il gruppo Libertad - FAI Rimini ha organizzato una presenza anarchica con
volantinaggio presso il corteo cittadino in occasione dello sciopero generale
del 18.
Buona la partecipazione e l'accoglienza - soprattutto da parte di alcuni gruppi
studenteschi - alle nostre proposte.
Pelle
Palermo
Circa duemilacinquecento persone sono scese in piazza a Palermo venerdì
18 ottobre in occasione dello sciopero generale proclamato dai sindacati di
base.
Un corteo che ha visto la partecipazione dei lavoratori, dei disoccupati e di
molti studenti.
Buona la partecipazione degli anarchici presenti con un congruo spezzone,
massiccia la diffusione del volantone FAI redatto per lo sciopero generale.
Alla fine del corteo che si è sciolto a piazza Indipendenza, la folla ha
appreso di una tragedia accaduta poche ore prima: Giuseppe Artisi, 43 anni, da
quindici anni disoccupato si è lanciato dal terzo piano della sua
abitazione.
"Mi hanno ammazzato un figlio. Soffriva da tanto tempo perché non
trovava lavoro. Per pochi soldi si spaccava la schiena. Non ha mai smesso di
cercare lavoro..."
Queste parole sono della mamma di Giuseppe.
Drammaticamente vere, non hanno bisogno di alcun commento.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Ancona
Buona riuscita della prima manifestazione unitaria del Sindacalismo di Base
nelle Marche. In occasione dello sciopero generale del 18 ottobre circa mille
lavoratori hanno raccolto l'appello dei Sindacati promotori della mobilitazione
di piazza: Cub/RdB, Confederazione Cobas, USI-AIT Unione Sindacale Italiana,
Sincobas.
A dire il vero nelle Marche si è raggiunto un buon livello unitario
visto che hanno aderito al corteo anche l'Unicobas oltre che lo Snater-Telecom,
il Salfa dei cantieri Navali, il Salfi, l'Unione Inquilini, l'ALI Senigallia e
l'ALL Pesaro.
Tra le altre adesioni la FAI di Jesi, l'FdCA di Pesaro, il Lupo d'Osimo e
l'Officina Rebelde di Jesi.
Da registrare fino all'ultimo momento le "premure" della polizia per impedire
ogni contatto con la manifestazione della CGIL che manifestava in una piazza
del centro. Bloccato il corteo dei Sindacati di Base fino quasi alle 11 quando,
terminando il comizio della CGIL, è potuto partire da Piazza Diaz e
raggiungere il centro.
Apriva la manifestazione uno striscione unitario del Sindacalismo di Base: "no
alla guerra, no alla concertazione. Pace. diritti, salario" e un secondo
striscione, sempre unitario, seguiva evidenziando la solidarietà con i
lavoratori della FIAT.
La componente libertaria e "rossonera" (tra i 150 e i 200 compagni) chiudeva il
corteo unitario con un suo spezzone preceduto dallo striscione, le bandiere e
gli altoparlanti dell'USI-AIT.
I compagni della FAI di Jesi hanno portato in piazza, oltre alle loro bandiere,
il grande striscione che portarono a Genova due anni fa. Sventola anche il
vessillo della FdCA mentre chiudeva lo spezzone l'Unicobas con le sue
bandiere.
Contestazioni al passaggio sotto la sede di Forza Italia e della RAI. In Piazza
del Papa si è infine formato al posto del vecchio "comizio" un grande
cerchio al centro del quale si sono succeduti gli interventi di rappresentanti
della RdB. della Confederazione Cobas e dell'USI-AIT. Grande interesse ha
suscitato l'intervento di una compagna palestinese appena giunta in Italia.
Da registrare infine la scelta un po' ambigua del movimento degli studenti che
(con giovani comunisti e disobbedienti) ha preferito non partecipare alle
manifestazioni dei lavoratori (anche per non "scegliere" tra CGIL e
Sindacalismo di Base) formando un terzo corteo in periferia e attuando dei
blocchi del traffico.
USI-AIT Marche
Bologna
10.000 lavoratrici e lavoratori al corteo autorganizzato e di base.
Buona riuscita del corteo autonomo del sindacalismo di base nella giornata
dello sciopero generale. Oltre10mila lavoratrici/ori hanno sfilato in modo
indipendente dai cortei della CGIL riaffermando l'autonomia nei suoi confronti
ed i contenuti dello sciopero generale.
Buona la presenza degli anarchici: erano presenti compagne e compagni di Imola,
Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma in uno spezzone che seguiva la bandiere
dell'USI e lo striscione del circolo "Berneri". Sono stati diffusi 1.500
volantoni di "Azione Diretta", la diffusione di Umanità Nova é
stata rilevante.
Il corteo era folto, vivace e molto determinato. Il grado di autonomia e di
forza del sindacalismo di base era rimarcato dal fatto che le componenti del
"movimento dei movimenti" avevano opportunisticamente scelto i cortei della
CGIL come palcoscenico.
La composizione era principalmente dei sindacati attivi nel bolognese ma vi
erano anche rappresentanze delle altre città della regione. A Parma si
era svolta un'altra manifestazione del sindacalismo di base. In altre
località vi erano state delle partecipazioni caratterizzate alle
manifestazioni della CGIL.
Bombe carta. Provocazione
Due bombe carta sono esplose, nella tarda mattinata, di fronte a due
agenzie di lavoro interinale: una in via Marconi mentre transitava il corteo
del sindacalismo di base ed una in via Lame un'ora dopo. In via Marconi la
bomba carta ha mandato in frantumi la vetrina mentre in via Lame le schegge
provocate dall'esplosione hanno ferito una lavoratrice dell'agenzia ed una
anziana passante.
Il carattere provocatorio dei fatti risulta evidente. In via Marconi
l'esplosione avrebbe potuto dare l'auspicato pretesto, alla polizia, per
caricare il corteo. In via Lame é emerso con evidenza come gli autori di
questo gesto abbiamo in disprezzo la vita e l'incolumità dei lavoratori
e dei passanti. Non vi possono essere attenuanti di sorta! Chi opera in questo
modo é, inconsapevolmente o meno, strumento dell'autorità
costituita.
redb
Milano
Come in molte altre città due cortei hanno attraversato Milano: uno
organizzato dalla CGIL e l'altro dai sindacati di base.
Il corteo del sindacalismo di base era enorme: le cifre degli organizzatori
parlano di 100.000 persone, sicuramente più numeroso, combattivo ed
anche, cosa non secondaria, più vivo e colorato di quello della CGIL.
Il corteo era aperto dagli operai dell'Alfa Romeo di Arese e seguivano poi
lavoratori, studenti, centri sociali, anarchici. Nonostante questo corteo
vedesse una partecipazione altissima e fosse più rappresentativo
dell'altro, la stampa lo ha praticamente ignorato. Anche gli articoli sui
giornali locali hanno parlato solo di quello "ufficiale" (sinonimo di "non
pericoloso"?), relegando le notizie dell'altro al puro folklore.
Il corteo della CGIL ha seguito il "classico" percorso cittadino da Porta
Venezia a P.zza del Duomo; quello dei sindacati di base ha preferito passare
sotto le finestre di Assolombarda.
Massiccia la diffusione del volantone FAI e della stampa anarchica.
R.P.
Roma
Lo sciopero generale a Roma
A Roma lo sciopero generale ha avuto caratteristiche simili alle altre
città.
Si sono tenuti due cortei. In quello della CGIL, oltre alle consuete strutture
sindacali, si è vista la partecipazione dei girotondini, di alcuni
centri sociali e dei disobbedienti, con l'obiettivo esplicito di costituire
quel "movimento dei movimenti" che vorrebbe portare Cofferati alla
vicepresidenza del consiglio (al posto di D'Alema o Fassino) in future elezioni
politiche anticipate che, ad oggi, appaiono sempre più probabili. Non
c'è che dire (a parte l'incoerenza politica di qualcuno dei
partecipanti), il progetto sembra riuscirgli bene. Alla manifestazione hanno
partecipato circa 200.000 persone tra cui molti lavoratori di quelli che da
anni non vanno in piazza. A mio modo di vedere la CGIL ha dimostrato una
capacità attrattiva che va oltre le forza della confederazione e sta
cercando di legittimarsi come soggetto politico autonomo muovendosi a tutto
campo e partecipando, tra l'altro, al Social Forum di Firenze. Credo che molti
dei partecipanti a queste manifestazioni si sveglieranno delusi quando, una
volta ottenuto il risultato di ribaltare l'esito del congresso DS, la CGIL
tornerà a fare la consueta politica concertativa ai danni dei
lavoratori.
La manifestazione dei sindacati autorganizzati ha visto la partecipazione di
circa 20.000 persone (non poche per una manifestazione cittadina misconosciuta
dalla stampa) e si è conclusa a San Giovanni, storica piazza delle lotte
sindacali capitoline.
Lo spezzone degli anarchici presenti al corteo, estremamente visibile grazie al
camioncino con il sound system dell'USI regionale (a cui va dato il merito di
aver degnamente caratterizzato la partecipazione libertaria), ha visto la
presenza di diverse centinaia di compagni, in prevalenza giovani.
Durante il corteo e nei giorni precedenti, sono stati affissi in città
centinaia di manifesti in cui gli anarchici organizzati invitavano allo
sciopero generale e, a giudicare dalla partecipazione allo spezzone, la
risposta è stata buona.
Fricche
Torino
A Torino la scommessa del sindacalismo di base era tra le più difficili.
Con un buon radicamento nella scuola e nel pubblico impiego ma poco presente,
pur con alcune interessanti eccezioni, nel settore privato, dove, specie tra i
metalmeccanici, una Fiom forte e di "sinistra" rappresenta un polo attrattivo
forte, il sindacalismo di base ha affrontato la propria "prima volta". Una
prima volta con un corteo autonomo convocato contemporaneamente a quello della
CGIL nel giorno in cui la CGIL stessa e i partiti parlamentari schieravano in
prima fila i loro pezzi da novanta da Epifani a Bertinotti sino a Fassino. Era
d'altro canto inevitabile che la sinistra istituzionale facesse un certo
investimento di immagine nella nostra città, squassata dalla crisi Fiat.
Rifondazione ha spiegato ai propri militanti impegnati nel sindacalismo di base
che erano liberi di stare dove volevano ma non di portare le proprie bandiere
al corteo del sindacalismo indipendente. I settori cosiddetti "antagonisti" si
sono accodati al suono delle sirene epifaniche, sorvolando sui contenuti e
preferendo un pochino (niente di eclatante per carità!) di animazione di
piazza.
La prima volta del sindacalismo di base è stata accompagnata da un
fragoroso silenzio mediatico: persino i pochi media locali di "sinistra" si
sono ben guardati dal segnalare il corteo "altro".
Il corteo, partito da piazza Albarello e conclusosi in piazza Statuto, la
piazza dove quarant'anni orsono per tre giorni divampò la rivolta contro
la sede della UIL, ha, nel piccolo, vinto la propria scommessa. Dai due ai
tremila lavoratori sono sfilati per le vie della città portando i propri
contenuti contro la guerra, la concertazione, la finanziaria, per le
libertà ed i diritti dei lavoratori indigeni e migranti. Il corteo era
aperto dagli operai della Fiat, sul camioncino di testa sventolavano le
bandiere dei vari sindacati e quelle rosse e nere degli anarchici, che
chiudevano il corteo con lo spezzone organizzato dalla FAI, che è stata
l'unica organizzazione politica ad aderire al corteo partecipando attivamente
alla preparazione dello sciopero. Sebbene sia impossibile fare paragoni con gli
imponenti cortei della CGIL, valutiamo positivamente una giornata, che,
nonostante le grandissime difficoltà, ha dimostrato che l'area
dell'autorganizzazione è capace di autonomia, capacità
progettuale ed iniziativa. Questa considerazione vale ancora di più se
si considera che molti dei partecipanti sono militanti ed iscritti al PRC e che
sono stati assieme, con poche eccezioni, i settori del sindacalismo di base
più vicini e quelli più lontani rispetto alla CGIL. Coloro che
speravano di spezzare la determinazione dei settori più radicali
dell'opposizione sociale, isolandoli e boicottandoli sono rimasti con un pugno
di mosche in mano.
Come ulteriore momento di iniziativa unitaria del sindacalismo di base è
stata indetta, per lunedì 28 ottobre alle 21, presso la Cascina
Marchesa, un'assemblea sulla crisi FIAT. Un'iniziativa positiva di per
sé e perché segnala che l'accordo trovato per la manifestazione
non si è esaurito con la manifestazione stessa.
Vedremo nei prossimi mesi, quando i nodi della vicenda Fiat verranno
inevitabilmente al pettine, quanto saranno ancora seducenti le sirene della
CGIL.
Eufelia ed Edoardo
Trieste
La mobilitazione per il 18 rappresentava una bella sfida per i sindacati di
base nella nostra regione. Difatti pur essendo presente in tutte e quattro le
provincie il sindacalismo di base qui non è ancora riuscito a estendersi
come invece è avvenuto altrove, perciò l'indizione di un
appuntamento regionale (ed era la prima volta che ciò avveniva) era
sicuramente una scommessa grossa.
Sulla manifestazione regionale a Trieste convergevano le Rdb-Cub della regione
mentre le sezioni dell'Usi-Ait preferivano (per giusti motivi di presenza
territoriale) manifestare nelle proprie provincie.
Nel capoluogo invece la manifestazione vedeva il coinvolgimento di tutte le
strutture sindacali che avevano già realizzato la manifestazione del 15
febbraio scorso: l'Usi, le Rdb e i Cobas scuola con l'aggiunta stavolta del
sindacato autonomo Snater presente alla Rai e molto vicino al sindacalismo
alternativo. Il programma della mattinata prevedeva una presenza in piazza
della Borsa dalle 9 e poi, numeri permettendo, un corteo per le vie cittadine.
Anche la Cgil, seppure mezz'ora dopo, si concentrava nella stessa piazza per
poi sfilare in corteo. La cosa buffa è che i percorsi dei cortei erano
identici sebbene i sindacati autorganizzati l'avessero chiesto prima. Alle 9,30
si discute ancora se partire in corteo ed intanto nella piazza fanno il loro
ingresso al canto di "Bella Ciao" centinaia di studenti del Coordinamento
studentesco triestino. A quel punto decidiamo di partire: con un po' di
difficoltà "sorpassiamo" la Cgil e iniziamo a sfilare in corteo.
Davanti il camioncino con l'amplificazione e le bandiere e dietro circa 300
lavoratori e lavoratrici molto visibili con numerose bandiere e striscioni. A
distanza di alcune centinaia di metri sfila il corteo della Cgil composto da
7-8000 persone. In mezzo un fastidioso cordone di sbirri non richiesto da
nessuno dei due cortei.
La manifestazione si conclude nella stessa piazza della borsa.
A mente fredda il risultato della giornata può dirsi positivo:
nonostante la disparità di forze e di numeri (ma questo già si
sapeva) il sindacalismo di base ha dimostrato ancora una volta di avere le
gambe per fare da solo anche in situazioni "difficoltose" come questa. Inoltre
sia nei giorni precedenti sui mass-media che ovviamente durante la mattinata
con il corteo, i volantinaggi e gli interventi al microfono c'è stata un
buona visibilità pubblica cosa che sicuramente non guasta. Ma la cosa
più positiva a mio avviso è stata la rinnovata e fruttuosa
collaborazione fra le strutture di base presenti in città,
collaborazione che ora potrebbe continuare e rafforzarsi.
Per quanto riguarda gli anarchici, i compagni e le compagne del Gruppo
Anarchico Germinal erano presenti tutta la mattinata in piazza con un
banchetto, volantini e cartelloni contro la guerra e sui morti sul lavoro.
Inoltre durante il corteo dei sindacati di base è stato distribuito il
volantone nazionale dei lavoratori anarchici, mentre nei giorni precedenti era
stato massicciamente affisso il manifesto nazionale che fra l'altro è
stato letto e apprezzato da molti.
In conclusione una giornata di lotta che è riuscita e che potrebbe
portare ad ulteriori nuovi sviluppi per l'autorganizzazione nella nostra
città.
F.
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