Da "Umanità Nova" n. 35 del 27 ottobre 2002
Omicidi in famiglia/2
Poveri uomini!
Per secoli gli hanno detto che erano importanti, che erano i mattoni su cui si
fondava la società.
Il loro lavoro avrebbe costruito il futuro, la loro decisione avrebbe plasmato
le famiglie ed i figli, i loro desideri sarebbero sempre stati realizzati se la
loro volontà fosse stata forte...
Ed invece: il lavoro non c'è e se c'è non ti fa certo sentire
importante, i figli hanno una loro testa e pretendono di usarla, i sogni di un
futuro roseo come quello descritto in tivù sono sempre sogni ed anche le
donne li lasciano o non li vogliono.....
Non ce la fanno proprio più ed allora ecco qualcuno che imbraccia il
fucile, o il coltello, ed ammazza moglie, fidanzata, suocere, figli, cani,
gatti e canarini ed infine, se ci riesce anche se stesso. Almeno la sua fine
sarà stata eroica ed avrà occupato le pagine dei giornali per
qualche ora...
In questi giorni i mass media stanno costruendo una grande spettacolarizzazione
su simili storie di uomini. Tutto viene presentato come "tragedie della
follia": ciò fa molto comodo per aumentare le tirature e dar lavoro a
qualche psicologo altrimenti ozioso. Ma qualche riflessione andrebbe fatta.
Dalla parte delle donne, naturalmente, perché fa parte della mia vita.
È da anni ormai che vediamo come si è riaperta la frattura tra
ciò che le donne sono realmente e ciò che di esse il potere
racconta.
La donna "pubblica" è nuovamente silenziosa, gentile, sorridente,
disponibile anche a farsi umiliare. Magari in carriera, ma sempre "femminile",
mai un capello fuori posto e sempre capace di gestirsi anche famiglia e figli.
Quando poi gli uomini si rendono conto che nella realtà le donne non
sono così non sempre riescono a reggere, e la violenza esplode.
Non ci capiscono. È questo il vero nodo. Gli uomini non riescono a
capire le donne: la frattura tra ciò che immaginano di loro e ciò
che esse sono in realtà li mette in crisi. Hanno capito solo una cosa:
che le donne sono diverse e di questa diversità hanno paura. E come in
tutti i conflitti il diverso, l'alieno, colui o colei che non si riesce a far
rientrare nelle proprie categorie deve essere distrutto, così gli uomini
più fragili devono distruggere le donne a loro vicine. La donna da
oggetto di sogno e desiderio diventa, nella realtà di tutti i giorni, un
nemico.
Anche noi però abbiamo contribuito a creare questa situazione: il
silenzio su ciò che siamo, vogliamo, desideriamo non ha scuse.
Il pensiero della differenza femminile deve ricominciare a permeare il mondo, a
circolare, deve arrivare anche agli uomini e creare consapevolezza e
felicità, non frustrazione ed odio.
Dobbiamo riprendere il discorso interrotto sul corpo, sulla sessualità,
sull'amore: se non ne parliamo noi gli uomini non lo faranno di sicuro. Invece
è necessario ricostruire luoghi di confronto anche su se stessi: su come
soffriamo, su come amiamo, su forme di convivenza familiare che portano solo
alla sofferenza ed al massacro
Certa però è una cosa: amiche, compagne, se il vostro fidanzato,
amore, compagno, marito vi dovesse lasciare, pensate a chi vi sta vicino e
sorridete. Voi e loro l'avete scampata bella: pensate cosa sarebbe successo se
invece l'aveste lasciato voi?
Rosaria
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