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Da "Umanità Nova" n. 36 del 3 novembre 2002
Ecuador: povertà, disoccupazione, emigrazione
Vendendo il futuro
Il Trattato di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) é un'imposizione
degli Stati Uniti d'America a tutto il continente americano, con l'esclusione
di Cuba, per controllare e dominare finanziariamente ed economicamente questi
mercati. Rappresenta l'ultima tappa nel processo di liberalizzazione del
commercio e degli investimenti stranieri, riducendo al contempo tutto a merce
di scambio (l'acqua, la vita, l'energia, la forza lavorativa,...) e calpestando
ogni diritto.
Questo trattato é basato principalmente sull'accordo di libero scambio
che, nel 1994, é stato firmato tra Stati Uniti, Canada e Messico (NAFTA)
e che, secondo vari studi (es: NAFTA at Seven: it's impact on workers in all
three nations, Robert E. Scott, Carlos Salas e Bruce Campbell, Economic
Police Institute, Washington, aprile 2001), ha dapprima generato un aumento nel
commercio e negli investimenti, con una crescita economica per i paesi
interessati, a cui é seguita una preoccupante recessione, con una
diminuzione del potere d'acquisto, una diminuzione del salario, un aumento
della disoccupazione, ed un'ancora maggiore disparitá tra ricchi e
poveri.
Il caso del Messico é significativo: il NAFTA prometteva una crescita
economica ed un maggior impiego. Dall'introduzione del trattato il Messico
é improvvisamente diventato un paese esportatore (l'esportazione
é aumentata di 3 volte rispetto al 1994). Si produce a basso prezzo
nelle fabbriche a capitale straniero, senza leggi e senza diritti, per poi
rivendere all'estero buona parte della produzione a prezzi altissimi. Il
ricavato delle ditte in questione é stupefacente, mentre l'economia
interna non cresce (1,1% di crescita negli ultimi anni!!). Soprattutto non
cresce neppure l'impiego, visto che varie industrie locali chiudono i battenti
per l'alta concorrenza delle multinazionali che beneficiano di tutti quei
vantaggi produttivi, generosamente concessi dai governi.
Ció che soprattutto spaventa nell'applicazione di questi accordi,
é il perverso meccanismo di relazioni che si forma tra lo Stato e le
multinazionali straniere. Il tentativo é chiaramente quello di stabilire
una COSTITUZIONE MONDIALE DEI DIRITTI DEL CAPITALE (Alberto Arroyo, Mexico).
Riprendendo il capitolo 11 del NAFTA, si vuole imporre il permesso alle
corporazioni straniere di godere di diritti particolari aggirando la
costituzione e le leggi vigenti nelle nazioni.
Un solo piccolo esempio (ma ce ne sarebbero parecchi): in Canada (!) vigeva una
legge che non permetteva l'uso e l'importazione di un particolare elemento
chimico nella benzina (l'MMT), ritenuto tossico. Una potente multinazionale
statunitense (Ethyl Corporation), che esporta questo prodotto in Canada, fa
causa al governo, ritenendo questa legge discriminante per i suoi prodotti.
Grazie agli accordi del NAFTA vince la causa e segretamente si accorda con il
governo affinché questo paghi un rimborso di 13 milioni di dollari,
rimuova la legge e porga delle scuse pubbliche alla multinazionale!
In pratica, quindi, si vorrebbe applicare una costituzione mondiale dove il
capitale possa agire secondo le proprie "leggi" e la propria "moralitá",
senza dover incorrere in eventuali sanzioni previste dalla costituzione (ad
esempio per danni all'ambiente, per diritti negati ai lavoratori, per danni
alla salute...). I governi, e soprattutto la popolazione, non avrebbero
piú nessuna voce in capitolo di fronte a qualsiasi malefatta, a
qualsiasi imposizione del Capitale, diventando schiavi degli umori e degli
interessi delle corporazioni.
Le multinazionali potranno cosí tranquillamente infischiarsene della
natura ideologica del governo in carica, visto che la sicurezza del programma
economico criminale é comunque garantita con l'entrata in vigore del
trattato.
Chiaramente il punto di partenza é la liberalizzazione e la
privatizzazione di tutti i servizi pubblici (scuola, acqua, telecomunicazioni,
salute, risorse energetiche, educazione, cultura...), annientando qualsiasi
conquista raggiunta in anni di lotte dei lavoratori.
Afroditea Ecuador, 14 ottobre 2002.
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