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Da "Umanità Nova" n. 36 del 3 novembre 2002
inform@zione
Pietrasanta: contro l'inceneritore, ancora in lotta!
La vicenda dell'inceneritore del Pollino di Pietrasanta (LU), seppur
particolare, dimostra quantosia elevato il livello di inquinamento a cui siamo
sottoposti in questa società.
Inquinamento politico, come quello dei partiti politici che in Comune, in
Provincia e in Regione hanno giocato sulla pelle della gente per anni ed anni e
senza farsi scrupolo alcuno.
Inquinamento ambientale, come quello di un inceneritore di rifiuti, moderna
fabbrica di diossina imposta con la forza nel 1997 ed oggi messa in funzione
per due mesi bruciando rifiuti in silenzio, senza dirlo a nessuno.
Perché in teoria dovrebbe bruciare legna, essendo la riconversione
dell'inceneritore in un impianto che produce energia bruciando quantità
enormi di legna vergine (biomasse, così si dice) l'ultima pessima
pensata di lor signori.
In pratica, però, come in ogni inceneritore che si rispetti, a bruciare
sono i rifiuti. Contro tutto questo la mobilitazione dal basso, diretta e
autorganizzata, è subito ripresa. Dalla piazza principale di
Pietrasanta, giovedì 24 ottobre, dopo un'ora di presidio siamo partiti
in buon numero in corteo bloccando il traffico più volte e urlando
slogan per lo smantellamento dell'inceneritore; alla sera, infine, sindaco di
Pietrasanta e politicanti vari riuniti in un consiglio comunale blindato hanno
avuto quel che si meritano: una bella contestazione da parte di chi non si
rassegna ad un futuro cancerogeno ed è ancora deciso a lottare.
Giros
Carrara: gli affreschi della memoria
Tutti col naso all'insù per guardare.
Da una quindicina di giorni lo stabile ove ha sede la tipografia che stampa
questo giornale è oggetto di una gradita invasione di giovani di vari
paesi (Polonia, Germania, Ucraina, Italia, Spagna...) con un loro progetto:
all'interno di un giro internazionale di pittura, teatro, memoria dei luoghi
della lotta sociale che ha già toccato località della Polonia,
Estonia, Ungheria, Romania e si accinge a lasciare l'Italia per concludersi a
Leeds, quasi al confine con la Scozia, hanno individuato Carrara e noi come una
delle tappe.
Con la scusa di realizzare degli affreschi stanno in realtà rimettendo a
nuovo la maggior parte delle superfici esterne, che francamente ne avevano
bisogno, lasciandovi delle opere destinate a durare nel tempo, con una
qualità di esecuzione decisamente qualificata e diversificata in grado
di venir incontro a gusti diversi. Nel frattempo il gruppo di teatro
"Stradevarie", che da alcuni mesi collabora con il progetto con laboratori e
spettacoli, sta raccogliendo testimonianze fra la popolazione in vista di
realizzare una performance teatrale itinerante che avrà luogo domenica 3
novembre prossimo, alle 4 del pomeriggio, qui davanti.
Inutile dire che tutti sono invitati.
Per informazioni sul gruppo: www.frescomosaic.populus.ch
Alfonso
Il comune di Parma cerca di impedire il presidio anarchico contro la guerra e la Bossi-Fini
Il 26 ottobre si è svolto a Parma, in piazza Garibaldi, un presidio
contro la guerra e la famigerata legge Bossi-Fini sull'immigrazione organizzato
dal coordinamento anarchico emiliano romagnolo.
Durante il presidio è stato distribuito un volantone antimilitarista e
antirazzista di 8 pagine scritto dal coordinamento e sono stati venduti
Umanità Nova e testi anarchici, il tutto con risultati più che
soddisfacenti. Notevole anche la presenza dei compagni giunti da tutta la
regione.
Solo un particolare, inquietante segno dei tempi, ha turbato una giornata
splendida: il tentativo subdolo del comune di Parma di "tapparci la bocca".
Ecco i fatti:
Il 17 ottobre mi sono recata personalmente all'ufficio comunale per chiedere il
permesso di occupazione di suolo pubblico a nome del gruppo anarchico. La
richiesta era per il 26 in piazza Garibaldi, allo scopo di effettuare un
banchetto di controinformazione su guerra e legge Bossi-Fini.(tutto ciò
era perfettamente specificato nella richiesta).
L'impiegata mi dice di tornare venerdì 25 per ritirare il permesso.
Venerdì 25 io telefono in comune per sapere del permesso e per tutta
risposta mi comunicano che in piazza il permesso non lo danno e che devo
cambiare mettendoci via Mazzini.
Ligia al dovere mi reco in comune e metto al posto di piazza Garibaldi via
Mazzini, a questo punto, l'impiegata mi dice che il permesso sarebbe stato
pronto l'indomani mattina.
Sabato 26 telefono ancora in comune e mi viene risposto che la richiesta
è stata rifiutata. Vado a ritirare il diniego e l'impiegata,
imbarazzatissima, mi porge il foglio in cui è scritto che si nega il
permesso perché "la richiesta di occupazione è immotivata".
Ma lo show non finisce qui, infatti sul detto diniego c'è anche scritto
che la domanda per piazza e via Mazzini era stata presentata il 25 ottobre!
Insomma sono arrivati persino a dichiarare il falso, tanto che in piazza, alla
fine del banchetto si è prodotto un vero è proprio paradosso con
il vigile di turno che ci invitava, anche lui molto imbarazzato a dire il vero,
ad andarcene il prima possibile, dopo averci lasciati lì tutto il giorno
per altro, e la polizia che dava ragione a noi dicendo che il rifiuto del
comune era per lo meno irregolare.
Tutto questo si badi, non è frutto del caso, infatti una nuova delibera
della giunta di Parma stabilisce che nessuna attività sociale e
culturale può essere fatta nel centro cittadino senza il patrocinio del
comune! Forse il sindaco Ubaldi fra le varie agenzie vuole ricostituire il
minculpop!
Insomma niente di nuovo sotto il sole, ancora una volta la "democrazia" mostra
il suo vero volto, e altrettanto ovviamente questo non ci impedirà
minimamente di proseguire nella nostra lotta per l'anarchia.
Saluti dal Ducato di Salò-Parma.
Katia
Pinerolo: corteo antifascista
Sabato 26 ottobre, si è svolta a Pinerolo la manifestazione "uniti
contro il fascismo", indetta dal recentemente formatosi "collettivo Makhno" ed
organizzata successivamente da un gruppo eterogeneo di persone comprendente non
solo il collettivo ma, ampliatosi a gruppi di individui provenienti anche da
realtà di militanza differenti.
I punti che si è tentato di evidenziare erano: la progressiva
limitazione delle libertà individuali, l'inasprimento delle strategie di
controllo, le attuali leggi xenofobe sull'immigrazione, il quotidiano massacro
dei popoli migranti, le campagne di guerra permanenti conseguenza del bieco
asservimento all'imperialismo americano, il controllo e la manipolazione
dell'informazione, lo spregiudicato attacco alla classe lavoratrice, i
tentativi, spesso grossolani, di rimozione della memoria e mistificazione della
storia.
Al corteo hanno aderito anche ALP (associazione lavoratori pinerolesi) ed
alcuni ex partigiani dell'ANPI.
Il percorso si è svolto senza incidenti, come si era deciso fin da
principio che si svolgesse, spazzando via il polverone mediatico infamatorio
alzatosi nei giorni precedenti, atto ad isolarci.
Dopo la serie di percorsi proposti alla questura, e negati dalla stessa, si
è dovuto mediare in strada, purtroppo con il risultato di subire un
taglio netto al percorso sperato. Il corteo è partito da via dei Rochis
davanti alle scuole superiori, pateticamente barricate, dentro le quali c'erano
gli studenti non partecipanti, nella stragrande maggioranza impauriti da
eventuali problemi con la nascente Forza Nuova pinerolese. Questo clima di
paura generale, è stato lo strumento preferito di chi in questi ultimi
giorni prima del corteo, avrebbe voluto impedirlo o far sì che fallisse.
Non è andata come speravano: la partecipazione se pur non eccessiva,
ruotava attorno alle 200 persone, che per una cittadina come Pinerolo non sono
sicuramente un fallimento. Durante il tragitto si è riusciti a
conquistare una deviazione sotto la sede de "L'eco del Chisone", giornale
locale che nei giorni che hanno preceduto la manifestazione, aveva attuato un
evidente tentativo di diffamare i nostri intenti e la nostra iniziativa, con
l'invenzione di fantomatici schieramenti tra gang rivali di fazione opposta che
avrebbero "cercato la rissa". Questi ostacoli hanno raggiunto solo in parte i
loro intenti, andando a intaccare sulla partecipazione soltanto di una cerchia
di persone chiaramente poco motivata, abituata a fare affidamento alle
chiacchiere di paese e alla spettacolarizzazione giornalistica. Le provocazioni
dei forzanovisti, sono state sporadiche e poco efficaci, anche per le
motivazioni che ci hanno spinto in strada, che erano ben lontane da una
semplice critica a quattro idioti nostalgici. Il corteo si è così
concluso in piazza Garibaldi, davanti la stazione dove la musica dal furgone ha
continuato a suonare e le facce ancora presenti dimostravano chiaramente quanto
l'antifascismo sia un patrimonio di tutti, e non basteranno poche
falsità o qualche intimidazione per cancellarlo.
Loris
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