Da "Umanità Nova" n. 38 del 17 novembre 2002
Contro il "movimento per la vita"
Per la libertà delle donne
Pensavamo che l'attacco all'autodeterminazione femminile avesse ormai raggiunto
i suoi massimi livelli: il Parlamento approva una legge infame sulla
procreazione assistita che impone a tutte la visione cattolica della vita e che
ha in totale spregio la salute della donna, negli ospedali la 194 è
sempre più disattesa. Ma purtroppo il peggio sembra che non debba mai
finire.
Alcune piccole considerazioni sparse:
CONSULTORI
I primi consultori erano nati come esperienze autogestite dalle donne per le
donne.
Sui consultori erano piovute decine e decine di denunce. Chi li sosteneva
rischiava ogni giorno l'incriminazione per aiutare altre donne ad abortire
(allora era illegale), o ragazze giovani a vivere liberamente la loro
sessualità.
Stato e comuni avevano poi "istituzionalizzato" questi luoghi, ma in molti casi
continuavano ad essere una forma di aiuto. Erano gratuiti e tutte vi potevano
accedere. Ora anche qui (a Milano da settembre 2001, in altre città
prima o dopo), è stato introdotto il pagamento del ticket per qualsiasi
prestazione, anche la più semplice, quale la "lettura" degli esami di
laboratorio.
Gli unici che ancora rimangono gratuiti sono quelli cattolici, nei quali oltre
ai farmaci distribuiscono, altrettanto gratuitamente, sensi di colpa e
condizionamenti culturali.
In molte regioni l'ingresso di questo tipo di "volontari" è sempre
più caldeggiata. Tra regioni ed associazioni di volontariato si stanno
stipulando convenzioni per la gestione dei consultori pubblici, per la presenza
negli ospedali, ecc. Le associazioni di volontariato sono però sempre e
solo quelle cattoliche, o come si autodefiniscono di "aiuto alla vita".
Del resto anche per l'istruzione è stata fatta, circa un mese fa da
Letizia Moratti, una proposta simile: 5 miliardi di lire per l'apertura
pomeridiana delle scuole per attività varie di formazione gestite da
enti privati: l'unico "privato" individuato, per ora, era la comunità di
San Patrignano.
ABORTO
All'ospedale Sant'Anna di Torino è stata introdotta la pillola abortiva
RU486. Questa pillola era negli anni passati stata contestata da vari gruppi
femministi perché rappresentava un fortissimo "cocktail ormonale" che
veniva "sperimentato" sulle donne, senza alcuna tutela per la loro salute. Oggi
viene utilizzata senza alcuna parola su come, dove, con il consenso di chi,
siano stati sperimentati gli effetti collaterali.
Del resto i tempi sembrano cambiati ed anche Casini, attuale presidente della
Camera, la contesta: a dimostrazione che ogni appiglio è buono per
riaffermare un solo principio: piantiamola di pensare che aborto sia una parola
pronunciabile o, peggio ancora, pensabile.
ABORTO E MOVIMENTO PER LA VITA
Intanto l'integralista Casini non sta certo a guardare.
Da anni, con il suo Movimento per la Vita si propone di "difendere il diritto
alla vita" ed oggi presenta il quinto rapporto per la prevenzione dell'aborto
ed organizza, nel prossimo fine settimana, a Torino, il XXII convegno nazionale
del Movimento per la vita.
Il convegno dovrebbe parlare di maternità ed aborto: si presuppone
quindi che le relazioni siano presentate, almeno per la gran parte, dalle
dirette interessate, cioè da donne.
Invece l'apertura e la chiusura del convegno è affidata a Casini, che
notoriamente se ne intende, tra i nove relatori in programma solo una è
una donna, gli altri otto sono uomini!
E che uomini (o meglio sarebbe definirli esseri di sesso maschile)...
Il card. Poletto, arcivescovo di Torino, il ministro della sanità
Sirchia, il presidente della Rai Baldassarre.
Vale a dire: la maternità non è un campo in cui la competenza
femminile ha un valore, ma uno in cui le coscienze devono essere sottomesse
(chiesa), i corpi devono sottostare al volere dei medici (medicina),
l'immaginario deve essere condizionato (mass media), e tutto ciò
attraverso "uomini che contano".
Un bel convegno di un movimento che movimento non è, e che difende solo
un tipo di vita, quella che è nella sua mente: di classe, elitaria,
utile alla sottomissione della donna.
Nessuna parola sentirete dire da loro sui corpi lacerati dalle guerre, sulle
donne picchiate dai propri mariti e compagni, sui bambini distrutti da una
famiglia asfissiante. Meglio fare monumenti ai bambini mai nati, o far
insorgere sensi di colpa nelle donne che decidono di abortire. Meglio abolire
il diritto di aborto o imporre il consenso maschile, anziché rimuovere
le cause sociali che costringono le donne ad abortire.
Però se dopo ventun convegni (pagati con i soldi di chi?) sono ancora
qui a cercare di asservire il pensiero femminile, forse le loro idee sulle
donne molta presa non hanno.
Certo è che ancora una volta sarà necessario usare occhi, cuore,
intelligenze e far ripartire una nuova autocoscienza attraverso la quale
leggere gli avvenimenti, combattendo quel potere piramidale, gerarchico,
maschile che sempre più sta tentando di riprendere forza e controllo
sulle donne.
Rosaria
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