Da "Umanità Nova" n. 38 del 17 novembre 2002
Mosca
Solidarietà contro la guerra in Cecenia
Dichiarazione dei partecipanti alla campagna "Solidarietà contro la
guerra" sulla presa degli ostaggi a Mosca.
La presa e la conseguente "liberazione" dei 700 ostaggi del teatro di Mosca
è stato solo l'ultimo episodio della barbara guerra coloniale condotta
dal potere russo contro il Caucaso.
Questa guerra, che i dirigenti del Cremlino avrebbero voluto confinare in
quelle lontane zone montagnose, e che, per di più, si diceva
ufficialmente finita, è violentemente risorta nella capitale russa. Oggi
non solo i ceceni ma anche i moscoviti sono le vittime della guerra.
Noi condanniamo senza appello ogni atto di violenza e di terrore nei confronti
di pacifiche popolazioni civili, si tratti di ceceni o di russi. Azioni come
l'attacco terroristico di Mosca non metteranno fine alla guerra e non
porteranno alla liberazione del popolo ceceno. Al contrario tali avvenimenti
non fanno che screditare coloro che lottano per la pace e la libertà
della Cecenia, rinforzando le tendenze nazionaliste e militariste presenti
nella società russa.
Il terrorismo fornisce ai dirigenti russi un pretesto per rafforzare la
repressione nei riguardi del popolo ceceno e per attaccare in modo
generalizzato i diritti civili e le libertà. A Mosca sono già
cominciati gli arresti arbitrari di ceceni mentre i media considerati poco
"affidabili" sono stati minacciati. È facile prevedere una campagna
contro tutte le forze antiguerra e internazionaliste.
Senza voler in alcun modo giustificare l'attività del gruppo Baraev,
riteniamo necessario porre l'accento sul fatto che i principali responsabili di
quello che è accaduto a Mosca sono coloro che hanno dichiarato e
continuato la guerra in Cecenia, vale a dire coloro che sono al potere in
Russia, i militari e in modo generale la classe dirigente. È la loro
politica, in effetti, il genocidio contro il popolo ceceno, che ha condotto
direttamente alla tragedia di Mosca. È a causa dei loro sforzi che la
Cecenia è divenuta una zona devastata dove la violenza arbitraria e il
terrore sono la regola, dove ogni giorno persone innocenti muoiono o
"spariscono" , dove le umiliazioni inumane e degradanti sono la regola. La
tortura e la violazione dei più basilari diritti umani sono divenuti
quotidiani. È la loro politica che ha riportato i ceceni al Medio Evo e
che spinge alcuni di loro a rispondere con la barbarie alla barbarie perpetrata
da coloro che occupano il loro paese.
Bisogna anche sottolineare che una parte di responsabilità della
tragedia spetta anche alla società russa. Esattamente dopo tre anni
dall'inizio della guerra, la grande maggioranza dei russi osserva in silenzio i
crimini contro l'umanità perpetrati in loro nome nella Cecenia occupata.
In Russia non c'è stata la minima manifestazione di massa, non il minimo
sciopero di protesta ne altre azioni dirette contro la guerra. Per di
più le persone hanno continuato a votare per i più ferrei
sostenitori della "pacificazione" violenta della recalcitrante Cecenia. Quale
che sia lo shock provocato dall'attacco terroristico, questo potrà
almeno porre le persone di fronte alla realtà che la morte e la
sofferenza portate dalla guerra ci riguardano tutti e che non possiamo
cancellarli.
C'è solo un modo per evitare che quello che è accaduto a Mosca si
ripeta: mettere fine alla guerra e all'occupazione della Cecenia, affermare il
diritto della popolazione che vive in quella Repubblica di decidere
autonomamente il proprio futuro. Noi chiamiamo tutti coloro che condividono
questo punto di vista contro la politica di aggressione imperialista perseguita
dalla classe dirigente.
Boicottate gli appelli ad arruolarsi nell'esercito! Rifiutate ogni voto a
coloro che sostengono la guerra, siano essi capitalisti o "comunisti". Chiedete
l'apertura immediata di negoziati con i leader eletti della Repubblica cecena
sul ritiro delle forze russe!
Facciamo inoltre appello a tutti i partiti e organizzazioni di sinistra, ai
sindacati liberi, alle organizzazioni di difesa dei diritti umani e alle forze
progressiste del mondo intero perché esigano dal governo russo la fine
delle operazioni militari e punitive in Cecenia.
Solidarietà contro la guerra!
Dichiarazione adottata dall'assemblea generale dei simpatizzanti della
campagna "Solidarietà contro la guerra", Mosca, 26 ottobre 2002.
"Solidarietà contro la guerra" è una campagna nata nel
febbraio 2000 per iniziativa del collettivo della Biblioteca Victor Serge
(rivista Praxis) e dalla redazione del giornale "Tchelovetchnost"
(L'umanità). In quei giorni sembrava che la guerra in Cecenia fosse
approvata dalla quasi totalità della società russa ma i promotori
decisero comunque di agire. La campagna è così iniziata: riunioni
nei piccoli locali della biblioteca, volantinaggi, contatti dentro e fuori la
Russia, la partecipazione ai presidi antimilitaristi, gli incontri con altri
gruppi e individualità, russe e cecene, contrarie alla guerra. Con il
passare dei mesi non solo socialisti e anarchici hanno aderito alla campagna ma
anche tanti cittadini che hanno partecipato alla raccolta di aiuti umanitari
che hanno riempito 80 contenitori inviati nel novembre 2000 a Grozny dove sono
stati distribuiti dal gruppo Berkat, una organizzazione autogestionaria della
città. Accanto alla solidarietà umanitaria la campagna ha
continuato la propria azione militante. Nel febbraio 2002 "Solidarietà
contro la guerra" ha partecipato ad una manifestazione svoltasi a Mosca di
fronte alla sede dell'FSB (l'ex KGB).
Per contatti: il sito della campagna (materiali in russo, inglese e francese):
http:chechnya.solidarity.users.btopenworld.com/menu.html
Tratto da A-Infos-Francia e dal sito della Campagna. Traduzione di Denis
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