Da "Umanità Nova" n. 39 del 24 novembre 2002
In nome della Libertà
Manifestazioni per la scarcerazione degli arrestati
Cortei, sit-in, blocchi stradali, assemblee per la liberazione degli arrestati
In nome della libertà
In tutt'Italia si sono succedute manifestazioni, sit-in, assemblee di protesta
contro gli arresti di 20 esponenti del movimento no-global del meridione
d'Italia effettuati all'alba di venerdì 15 novembre per ordine della
magistratura cosentina. Alla redazione di UN sono pervenuti molti resoconti
dalle varie località, che, per motivi di spazio, è impossibile
riportare integralmente. Ve ne proponiamo una libera sintesi.
Cominciamo da Cosenza, dove le iniziative sono state pressoché
continue: assemblee e cortei spontanei si sono succeduti nelle giornate del 16
e del 17. La partecipazione degli anarchici della regione è stata
costante con volantinaggi, interventi di controinformazione e
solidarietà. Molto apprezzato ed applaudito l'intervento di piazza di un
compagno della FAI di Spezzano. A pagina 8 trovate il comunicato emesso da
varie realtà anarchiche calabresi in cui si annunciano le prossime
iniziative: assemblea nazionale il 22 e corteo il 23 a Cosenza.
A Palermo già il venerdì 15 si è tenuto un sit-in
in prefettura mentre il 16 un corteo di alcune migliaia di persone ha
attraversato il centro cittadino. Ha partecipato un vasto arco di forze
politiche, sindacali, dell'associazionismo: centri sociali, Rifondazione, Forum
Sociale, pacifisti, qualche Ds, cigiellini e, ovviamente, gli anarchici. La
città, squassata dalla crisi Fiat, ha risposto con decisione alle
manovra repressiva di una magistratura ossequiosa nei confronti del potere.
Dietro lo striscione "liberi tutti" un centinaio di compagni, tra cui diversi
anarchici, ha manifestato sabato 16 ad Imola.
A Parma il presidio del sabato organizzato, tra gli altri, da anarchici,
comunisti, esponenti di Ya Basta, Carc, ex autonomi si è trasformato in
corteo spontaneo che ha percorso le vie del centro bloccando la circolazione
delle auto.
Anche a Cuneo il presidio in prefettura si è trasformato in
corteo non autorizzato con blocco della principale via della città.
Erano presenti gli anarchici della FAI, quelli del Collettivo "Vanzetti" e del
Collettivo libertario cuneese, il centro sociale Babylon di Bra e
Rifondazione.
Circa duemila persone hanno dato vita ad una manifestazione nel pomeriggio del
15 a Bologna. C'erano sindacati di base, collettivi universitari, gruppi
anarchici, disobbedienti, Rifondazione, Social Forum. Gli anarchici hanno
sfilato dietro allo striscione "Siamo tutti sovversivi". La mobilitazione
continua e si salda con le innumerevoli occasioni di lotta che sono in essere
in queste settimane: scioperi di categoria per i contratti, la mobilitazione
dei metalmeccanici in solidarietà con gli operai della FIAT, le lotte
contro i CPT, le occupazioni per dare casa ai migranti, l'opposizione alla
guerra in IRAQ...
Presidio in Prefettura e poi blocco stradale in piazza Corvetto l'iniziativa di
protesta svoltasi a Genova.
A Torino si è cominciato il venerdì con una protesta
concretatasi in un presidio sotto la prefettura che, nonostante fosse stato
annunciato solo poche ore prima, ha visto una discreta partecipazione: circa
400 compagni di varie aree. C'erano autonomi e disobbedienti, Giovani Comunisti
e Carc, Sinistra Giovanile, Cobas, Cambiare Rotta e sinistra varia. Gli
anarchici erano presenti con bandiere e volantini. Il presidio si è poi
trasformato in corteo non autorizzato per la centralissima piazza Castello dove
sono stati effettuati blocchi stradali delle principali vie.
Replica martedì 19 con un corteo serale di alcune migliaia di persone
organizzato dal Social Forum. Da piazza Arbarello alla sede della RAI per le
vie del centro al grido di "siamo tutti sovversivi". La Fat era presente con un
proprio spezzone.
Anche a Milano si sono svolte manifestazioni in solidarietà con i
compagni e le compagne arrestate.
Sabato 16 alcune migliaia di persone si sono concentrate in un presidio in
piazza S. Babila.
Tanta gente, ma pochissime bandiere e striscioni di organizzazioni: coloro che
si erano trovati in piazza sentivano la necessità di manifestare la loro
rabbia per la situazione repressiva in atto e la loro solidarietà agli
arrestati al di là degli schieramenti che erano tra i più vari.
Il presidio si è poi trasformato in un corteo che ha attraversato le vie
della città.
Oltre seimila persone sono assiepate in piazza della Repubblica ben prima della
partenza del corteo che sabato pomeriggio ha invaso le strade del centro di
Roma. Lo striscione di apertura riporta la scritta "Il movimento non si
arresta. Libere tutte. Liberi tutti". Alla fine in piazza Venezia ci saranno
parecchie migliaia di persone in più: il corteo si gonfia lungo il
percorso.
Come scriveva il compagno Legrand nella sua cronaca "In nome della
libertà siamo stati senza dubbio meno di quanto vorremmo, ma sicuramente
più di quanto vorrebbero.
In nome della libertà.
A cura di Eufelia. Liberamente tratto dalle cronache giunteci da Cosenza,
Palermo, Imola, Parma, Cuneo, Bologna, Torino, Milano, Roma
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