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Da "Umanità Nova" n. 39 del 24 novembre 2002

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Lecce: il vertice dei terroristi
Mercoledì 13 novembre la città di Lecce ha ospitato 11 terroristi.
Loro si fanno chiamare ministri dell'interno ma noi, da persone semplici quali siamo, amiamo chiamare le cose con il loro vero nome...
Più esattamente, Lecce è stata la città prescelta per l'incontro fra questi 11 pericolosi criminali che rappresentano le altrettante nazioni presenti nell'area adriatico-jonica del mediterraneo. Sede di tale incontro è stato il castello Carlo V posto nel cuore della città.
Questi undici lugubri figuri in doppiopetto hanno discusso a Lecce: "sulle misure più urgenti da adottare per potenziare il piano di allerta e reazione rapida contro l'immigrazione illegale".
Come già si evince dal gergo militaresco da loro stessi adottato, hanno discusso di come porre rimedio in maniera rapida ai continui arrivi sulle nostre coste di migliaia di sfruttati, esclusi da qualsiasi privilegio e dal diritto a condurre una esistenza decorosa nelle loro terre d'origine.
Ma gli 11 assassini hanno parlato anche d'altro: "del potenziamento delle polizie dei vari paesi e di una maggiore collaborazione tra di esse". In concreto si prevede l'impiego della marina in alto mare, maggiori poteri alla guardia di finanza e alla capitaneria di porto con veri e propri compiti polizieschi e poteri ispettivi all'ingresso delle acque territoriali.
Come sempre, come è stato finora, hanno discusso: "dell'importanza dello sviluppo del commercio e degli investimenti internazionali nella zona adriatico-jonica"; ovvero hanno parlato di come far fruttare il loro denaro e quello dei loro amici industriali; di come incrementare i loro guadagni spremendo le genti di tutti i paesi, sfruttando gli esclusi di sempre.
Indovina chi viene a cena?
Nonostante l'oscurantismo sul dove, come quando del vertice, da parte di tutti i media nazionali e locali, riusciamo a sapere che gli 11 pinguini arriveranno a Lecce nella serata del 12 per poi dirigersi in prefettura, dove saranno accolti dai massimi idioti della comunità leccese, e per poi abbuffarsi in una cena ufficiale alla faccia di noi tutti.
Essendo stata definita il Salento "terra dell'accoglienza", anche noi come anarchici non vogliamo essere da meno a questo luogo comune: alle 18,30 in barba alla città blindata, dopo un lungo percorso strategico per i budelli del centro storico di Lecce arriviamo in una cinquantina sotto alla prefettura.
Lo striscione nero si allunga sulla strada a bloccare il traffico, e così inizia il nostro: benvenuto porci!
In poco meno di un'ora vengono distribuiti più di mille volantini che informano i passanti su cosa sta accadendo e cosa accadrà a Lecce in quei giorni. Nel caso i signori ministri fossero ancor più idioti di quel che si pensi ci forniamo di oggetti sonori mentre più compagni si alternano al megafono.
Arriva la polizia: non si aspettavano questo scherzetto, gli abbiamo rovinato l'idilliaca accoglienza riservata ai ministri.
Con lo striscione giochiamo a guardia e ladri ma senza farci acchiappare, il tutto sino alle 21 dove decidiamo di abbandonare la prefettura: luogo in cui stanno alzando i calici pieni del sangue di centinaia di migranti.
Percorriamo il centro della città dirigendoci verso il quartiere "le giravolte": zona abitata da senegalesi, albanesi e coreani, al grido: "siamo tutti clandestini".
Dai vetri delle finestre si affacciano sorrisi e occhi che esprimono gioia per chi sta passando sotto le loro case, ma ci dicono anche che la mattina dopo loro non ci saranno perché fermati dalla paura di una parola: clandestini!
Questa è l'unica amarezza che accompagnerà ognuno di noi nella strada verso casa.
13 novembre
È già l'ora del corteo organizzato dal Lecce social forum, un corteo sui binari: quelli imposti alla prefettura.
Alle ore 10,30 con la partenza del corteo ha inizio e si illumina la grande vetrina con capi e capetti dei no-global a scambiarsi parole rassicuranti sulla buona riuscita e sulla mancanza di disordini.
Noi gli anarchici: "i facinorosi, i duri del movimento", e quanto altro scritto in quei giorni dai pennivendoli della stampa locale, semplicemente noi, eravamo in coda al corteo di circa tremila persone.
Noi in fondo siamo almeno 200 individualità, che si differenziano dal resto non solo per il colore delle bandiere che vi sventolano: l'ironia graffiante degli striscioni si accompagnava ai tamburi di molti di noi.
Verso mezzogiorno arriviamo nei pressi del castello, il portone è lì di fronte a noi solo 100 metri ci separano dagli undici porci.
Ma il corteo svolta poco prima a destra, noi no! Vogliamo andare avanti, vogliamo portare la nostra rabbia sin sotto le finestre del castello, vogliamo che ci sentano e si ricordino delle nostre promesse.
Al primo "piccolo" accenno di baruffa un cordone di no-global si stringe stretto intorno a noi, la polizia ci ride in faccia per quello che accade, tutto il resto è noia.
Ateneo libertario "Maya", C.P.65, 73100 Lecce; e-mail: anarres@freemail.it

La tipografia vestita di nuovo
Domenica 3 novembre all'appuntamento sono convenute oltre cento persone, malgrado il tempo piovviginoso. Era in programma l'inaugurazione della facciata della tipografia, rimessa a nuovo con un lavoro di tre settimane, con gli intonaci esterni rifatti e decorati a fresco da oltre cento soggetti pittorici. L'iniziativa è stata presa in modo del tutto autonomo da un gruppo internazionale di restauratori-decoratori, che ha incluso questa come una delle tappe di un festival di pittura, teatro, e memoria storica che ha realizzato lavori simili in luoghi di vari paesi: Polonia, Estonia, Ungheria, Romania e poi si concluderà in Gran Bretagna.
Dalle finestre dell'edificio sovrastante la tipografia il gruppo teatrale ha riassunto a più voci la storia di Umanità Nova; si è quindi formato un piccolo corteo guidato dalla musica che ha sostato davanti al "Buc", la sede clandestina del CLN dei primissimi tempi, poi piazza Alberica, quindi via Nuova, piazzetta delle Erbe, di nuovo piazza Alberica, teatro Animosi, piazza Garibaldi per tornare infine alla tipografia. Durante il percorso, con brevi ma toccanti interventi, la narrazione teatrale ha esposto vari aspetti significativi della resistenza e liberazione della città.
Poi è stata musica canti balli lardo e vino fino a notte: tutta la vivacità di un messaggio che vuole essere di segno positivo, di continuità, di incoraggiamento ad andare avanti.
Ora la stradina è diventata insolitamente frequentata da visitatori di ogni genere: una ragione in più per passare per Carrara, e per di qui.
Alfonso

Modena 23 novembre: manifestazione regionale per la chiusura dei C.P.T.
Di fronte a notizie di stampa che annunciano l'inaugurazione dell'ennesimo lager, i compagni e le compagne dello spazio sociale libertario e anarchico "Libera" di Modena, hanno indetto una manifestazione per sabato 23 novembre a Modana.
Il 17 novembre si é riunito, a Correggio, il coordinamento anarchico emiliano romagnolo che fa propria la manifestazione organizzata dai compagni modenesi.
Anche in preparazione della manifestazione nazionale che si terrà a Torino il 30 novembre, come anarchici, intendiamo dare forza alla lotta contro i CPT (luoghi del segregazionismo mondializzato) e contro tutte le istituzioni totali messe in essere dal potere per il controllo e la repressione delle insorgenze sociali.
Già da anni denunciamo le logiche razziste e classiste che sostengono le legislazioni contro i migranti: dalla legge Martelli, alla Turco-Napolitano, alla Bossi-Fini é stata una escalation dei deliri reazionari che vorrebbero arginare i flussi migratori imposti dallo sfruttamento e dall'oppressione dei sistemi e delle strutture del dominio mondiale.
Neanche le cannonate hanno fermato la storia ma sono state, purtroppo, comunque capaci di mietere milioni di vittime innocenti. Oggi nei lager segregazionisti si compie il massacro che vorrebbe fermare l'impetuosa migrazioni di milioni di uomini e di donne che vagano per il globo in cerca di pace, lavoro, dignità e libertà. Questi lager sono istituzioni che lo stato italiano, in accordo con le politiche sicuritarie europee e nord-americane, ha messo in atto. Contro queste istituzioni, come anarchici, chiamiamo alla lotta tutte le donne e gli uomini che amano la libertà e la giustizia sociale, indipendentemente dalla loro etnia, cultura e provenienza. La lotta che noi intendiamo portare avanti é quella della distruzione di questi centri di segregazione e dell'abolizione di tutte le leggi razziste e classiste.
Per la non apertura del CPT di via S. Anna di Modena scendiamo tutte e tutti in piazza il 23 novembre a Modena!
Le compagne ed i compagni dello spazio sociale libertario e anarchico "Libera" di Modena indicano i seguenti appuntamenti:
Ore 15 - partenza da Piazza S. Agostino - Critical Mass verso il lager di S. Anna, con presidio in via La Marmora.
Ore 16 - partenza da Piazza S. Agostino - Corteo per la vie del centro di Modena con camion e concerti live della @ Band e altri gruppi musicali modenesi.
Solidarietà ai migranti, assieme a tutte le razze, contro la razza padrona.
Il coordinamento anarchico emiliano romagnolo, riunito a Correggio il 17 novembre 2002, nel fare propria la manifestazione del 23 novembre a Modena invita alla partecipazione, sui contenuti propri degli anarchici, alla manifestazione nazionale che si terrà a Torino il 30 novembre 2002 avente per obiettivo la chiusura di tutti i CPT.
Senza frontiere, nessuna galera!
Redb

Torino: corteo contro il movimento per la vita
Sabato 16 si è tenuto il previsto corteo contro gli integralisti del movimento per la vita riuniti a convegno nazionale nel teatro Valdocco, con la benedizione di ministro della sanità Sirchia, del presidente della RAI Baldassarre e ben foraggiati da denaro pubblico, quel denaro che manca invece per i reparti di ginecologia degli ospedali, dove a Torino come nel resto d'Italia è sempre più difficile e costoso abortire o partorire.
Il corteo, pur annunciato da molto tempo e lanciato su scala nazionale, ha visto una partecipazione di meno di un migliaio di persone. Partiti da Ponte Mosca ci si è diretti al Valdocco, dove dietro un portone ben presidiato dalla polizia si assiepavano i clerico-fascisti. La Federazione Anarchica Torinese era presente con un proprio discreto spezzone.
A lungo si sono intonati slogan e canti di fronte al ben presidiato portone del Valdocco.
Sebbene la pioggia e le numerose iniziative contro la repressione abbiano certo pregiudicato una maggiore partecipazione, non possiamo non rimarcare come la reazione ad un attacco gravissimo alla vita ed alla libertà delle donne, che vedono ogni giorno erodere i margini di autonomia conquistati con anni di dure lotte del movimento, non trovi ancora adeguata risposta. Intanto Wojtila pontifica in Parlamento e la visone cattolica del mondo torna a pesare sulle esistenze di tutte e di tutti. La strada da fare è evidentemente ancora molta. Ci auguriamo che quest'iniziativa, anche se modesta, possa essere foriera di un maggiore impegno da parte dei compagni e delle compagne.
Mortisia

 



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