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Da "Umanità Nova" n. 40 del 1 dicembre 2002
Wargame senza frontiere
Summit della NATO a Praga
Riassumere il vertice NATO che si è svolto a Praga dal 20 al 22 novembre
con le sue propaggini russe non è complicato, almeno da quanto riportano
i maggiori mezzi di comunicazione di massa: forse diventerebbe un po'
più difficile parlarne se si conoscessero i retroscena del summit stesso
o se, semplicemente, si tentassero di collegare diverse informazioni
frammentarie. Proviamo a farlo. L'Alleanza ha invitato sette nuovi paesi ad
aderire al trattato nord atlantico: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania,
Romania, Slovacchia e Slovenia. I negoziati di adesione porteranno queste sette
nazioni ad essere integrate nella NATO solamente a partire dal 2004. La NATO ha
formalizzato ufficialmente la possibilità di intervenire anche al di
fuori della territorialità euro-atlantica. Questo significa che, anche
dal punto di vista formale (dal punto di vista sostanziale era già
superata da un pezzo), non ci sono più limiti di intervento
territoriale. La formalizzazione di questa dottrina non è in alcun modo
da sottovalutare poiché avrà la funzione di accelerare le
procedure di avvio di tutti i conflitti bellici che ci saranno in futuro e
secondariamente renderà plausibili gli interventi armati a fini
economici laddove questi potessero diventare una minaccia alla sicurezza
interna. Per sicurezza gli Stati membri intendono anche i livelli di benessere
e di qualità della vita delle proprie popolazioni. Che noi sapessimo sin
da bambini che le guerre poggiano su fondamenti economici oltre che strategici
e geopolitici non toglie nulla all'importanza del fatto che questo venga
esplicitato nei loro documenti ufficiali. Di fatto si tratta della
trasposizione sul piano internazionale delle dottrina americana sviluppata
dieci anni orsono dal National Security Council. Per chi non se fosse accorto
anche lo Stato maggiore dell'esercito italiano ha recepito tale dottrina ai
tempi "felici" del guerrafondaio D'Alema. In barba alle costituzioni, ma
soprattutto in barba alla pace. La NATO ha inoltre formalizzato la costruzione
di una forza di reazione rapida (NRF) composta da 21.000 uomini e donne,
altamente addestrati, equipaggiati e flessibili, in grado cioè di poter
intervenire rapidamente, sia via terra, che via mare, che via aria in
situazioni di crisi. Di fatto questa forza di reazione rapida che sarà
già operativa a partire dall'ottobre 2004 costituirà
l'avanguardia esecutiva dei prossimi interventi bellici. La sua funzione
sarà quella di apripista così come le "testoline" di cuoio lo
sono nei confronti delle polizie di stato o degli eserciti su scala minore. A
ricaduta questo significa che ogni stato presente nell'alleanza dovrà
adeguare la propria spesa militare ai più elevati standard europei
(Inghilterra) ed americani. Per molti stati (Italia compresa) questo significa
semplicemente raddoppiare l'attuale elevatissima spesa in strumenti di morte.
Il tour del nemico Bush a Praga ha avuto inoltre altri due scopi: Saggiare il
tasso di fedeltà degli alleati sulla base di una disponibilità
operativa e finanziaria immediata nella guerra contro l'Iraq: un conto è
farselo scrivere, un conto è far riferire in pubblico a tutti i capi di
stato delle loro intenzioni. Credo, inoltre, che a questo punto, in merito allo
specifico dell'intervento in Iraq, l'opposizione dell'asse Franco - Tedesco non
sia un problema. Potrebbe diventarlo in caso di insuccesso bellico in tempi
ragionevolmente brevi. Trattare gli interessi di buon vicinato con la Russia. E
veniamo a questo punto "dolente": Lituania, Lettonia ed Estonia erano fino a 10
anni fa territorio sovietico. Ora non solo sono indipendenti, ma fanno anche
gli interessi di altri padroni. In secondo luogo la guerra contro l'Iraq
indebolirebbe la posizione della Russia sul piano della forza contrattuale
nella vendita del petrolio: "...Mosca teme il crollo dei prezzi del greggio
dopo il ritiro delle sanzioni internazionali contro l'Iraq e il riorientamento
degli investitori occidentali verso l'industria petrolifera irachena. Ma
è dalle esportazioni di petrolio e gas che ancora dipende il destino
dell'economia russa. Così, secondo diversi osservatori, l'accettazione
russa dell'allargamento della Nato a est e l'adesione alla linea americana
sull'Iraq sono diventati possibili una volta raggiunto un `gentleman's
agreement' con cui la Casa Bianca si è impegnata a rispettare gli
interessi economici della Russia in Iraq."[1]. Tradotto vuol dire sia che la Russia
avrà dei canali privilegiati di vendita del proprio petrolio e del
proprio gas metano sul territorio americano sia che la Russia continuerà
ad avere, almeno in parte, il controllo sui prezzi di esportazione del greggio
iracheno. Se queste sono alcune delle ricadute internazionali della politica
statunitense, dal punto di vista interno bisogna considerare molto attentamente
il varo della nuova superagenzia per la sicurezza USA. Bisogna farlo non solo
per le disastrose ricadute interne, ma anche per le possibili, e non del tutto
imprevedibili emulazioni dei paesi alleati. Così come la "nuova"
dottrina bellica è stata recepita da tutti gli stati nazionali aderenti
alla NATO, così potrebbe esserlo anche per le nuove procedure di
sicurezza interna. L'Homeland Security Bill prevede infatti, oltre alla
copertura assicurativa statale di possibili attentati terroristici su obiettivi
civili, il controllo totale dell'amministrazione statale sulla sorveglianza
delle reti telematiche, su ogni transazione bancaria e finanziaria, sui
registri telefonici, la totale subordinazione dei dipendenti pubblici di questa
agenzia e la loro possibilità di un loro trasferimento o licenziamento
in caso di mancata "fedeltà" all'ordine costituito e
l'impossibilità di qualsiasi tipo di tutela sindacale. Un primo passo
per estendere questa pratica, in nome della lotta contro il terrorismo, a tutto
l'apparato pubblico. E per concludere, questa legge prevede
l'impossibilità per i cittadini di fare causa per danni alle imprese che
sviluppano prodotti, farmaci e tecnologie difettosi, ma considerati strumentali
alla difesa contro il terrorismo. D'ora in avanti i cittadini americani come
quelli di tutto il mondo potranno essere oggetti di esperimenti, per lo
più spaventosi, senza nemmeno aver la possibilità di chiedere un
risarcimento monetario per i danni subiti. Semplicemente terrificante!
Pietro Stara
[1] Vladimir Sapozhnikov, E gli Usa garantiscono gli interessi di Mosca, in "Il Sole24ore", 23 novembre 2002, pag. 5
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