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Da "Umanità Nova" n. 42 del 15 dicembre 2002
inform@zione
Assemblea dell'associazione per lo sbattezzo svoltasi a Modena
L'attività dell'associazione per lo sbattezzo è ad una svolta;
l'assemblea che si è svolta il 30 novembre e il primo dicembre a Modena
ha visto una forte partecipazione di compagne/i e questo implica di per
sé un cambiamento e un confronto tra diverse esigenze, sia dal punto di
vista dell'organizzazione delle iniziative, sia sul piano metodologico e
sostanziale, e sottolinea quanto l'anticlericalismo non sia una battaglia
secondaria, ma parte integrante di un processo rivoluzionario, sempre che venga
caratterizzato in senso antiautoritario: rispetto a questo è stata
più volte puntualizzata la difficoltà ad unirci ad altre
associazioni laiche presenti sul territorio.
La discussione, esprimendo la necessità comune di un forte radicamento
delle lotte e di una maggiore visibilità delle iniziative, ha
però anche sollevato le diverse prospettive a cui il nostro
anticlericalismo potrebbe puntare, non da ultimo sottolineando la nostra
caratterizzazione atea ed antireligiosa.
I mezzi economici dell'associazione permettono l'uscita de "Il Peccato" circa
una volta all'anno, mentre si sente il bisogno di un collegamento maggiore tra
compagne/i anche sul piano dell'informazione e del dibattito: nascerà
una mailing-list e verrà aggiornato il sito
(www.anticlericale.it) in modo più sistematico.
L'associazione comunicherà in seguito iniziative e campagne e si augura
che di tutto questo se ne faccia carico un numero sempre maggiore di gruppi
presenti nel movimento con i quali collaboreremo, superando quella sorta di
delega a pochi individui che altrimenti andrebbe a contraddire ciò che
questa assemblea ha appena espresso.
Va poi sottolineato che - grazie forse alla notizia che la CEI accetta
finalmente la cancellazione del battesimo, non inteso come sacramento ma solo
come iscrizione alle liste dei battezzati - ultimamente siamo stati contattati
da non pochi organi d'informazione e questo è sintomatico per lo meno di
un interesse nei nostri confronti e della nostra attività politica che
va ben al di là del simbolico sbattezzo. La nostra attività
é sempre stata indirizzata a smascherare le chiese, intese come poteri
economici e politici, e ad ostacolare quei privilegi e quell'arroganza che
condizionano le scelte etiche degli individui e le decisioni politiche e
legislative ai danni di intere popolazioni.
Associazione per lo Sbattezzo
Bologna: contro la repressione
Si sono svolte, anche a Bologna, alcune iniziative per protestare contro gli
ennesimi arresti decretati dalla procura genovese.
Venerdì 6 dicembre, presso il centro sociale di via Fioravanti, si
é svolta una serata di solidarietà con gli inquisiti che era
già stata programmata per raccogliere fondi a sostegno delle spese
legali per i compagni denunciati dalla procura cosentina. La serata, molto
partecipata, ha ribadito la solidarietà al "sud ribelle" ed ai
sovversivi di tutte le latitudini.
Sabato 7 dicembre, in piazza Nettuno, si é svolto un presidio "rumoroso"
per denunciare la logica persecutoria che l'ennesima inchiesta genovese mette
in luce. In quest'occasione si sono collegate anche tutte le altre sentenze
(dal proscioglimento di Placanica, alle vicende della Diaz, fino alle vicende
del marzo del 2001 a Napoli) che disegnano il delirio istituzionale secondo il
quale sarebbe legittima solo una protesta compatibile con il sistema e
rispettosa dell'autorità costituita. Ovvia la presa di posizione di
tutti i presenti che contraddice tale tesi e ribadisce l'incompatibilità
del movimento che lotta contro la globalizzazione capitalista e che si scontra
con l'ordine politico, da questa, costituito.
Per altro, tutti gli interventi ed i volantini diffusi, andavano nel senso di
non fermarsi alla risposta alla repressione ma di rispondere alla minacce con
la estensione della lotta. Nei prossimi giorni, infatti, accanto alla
preparazione della grande manifestazione di Genova, programmata per sabato 14
dicembre, sono previste numerose manifestazioni per la varie questioni sociali
sulle quali il movimento é impegnato (dalla questione migranti, alle
lotte operaie, alla lotta contro la guerra).
redb
Udine: manifestazione contro gli stati generali del Friuli-Venezia
Giulia
Mercoledì 4 dicembre si è svolta ad Udine, in occasione degli
stati generali dell'istruzione del Friuli-Venezia Giulia, una manifestazione
studentesca regionale - organizzata dal collettivo Makhno, dai Giovani
Comunisti e dal Comitato in difesa della Scuola Pubblica di Udine, dal
collettivo Liberi Tutti di Pordenone e del collettivo studentesco Fragole &
Sangue di Trieste - che ha visto la partecipazione di mille studenti, in
opposizione alla controriforma della ministra Moratti, presente di persona a
quest'ennesimo incontro-farsa.
Dopo un vivace corteo che dal centro della città è giunto nella
zona del convegno (un complesso di edifici in mezzo al "deserto" friulano) gli
studenti presenti, pur sotto una pioggia battente, hanno formato un presidio e
non hanno mai smesso di urlare i propri slogan all'indirizzo della ministra e
del governo.
Quando gli stessi studenti hanno provato ad entrare per farsi sentire ancora di
più, due file di poliziotti presidiavano la porta e, attraverso calci e
spintoni, li hanno costretti a rimanere davanti all'accesso.
Allo stesso tempo, dentro la sala, tre studenti, regolarmente invitati, che
avevano srotolato uno striscione davanti agli occhi della Moratti,
"consigliandole" di dimettersi, sono stati trascinati fuori a forza da agenti
in borghese e picchiati a freddo con calci e schiaffi.
Il presidio all'esterno ha dimostrato subito solidarietà ai ragazzi
colpiti, denunciando l'episodio al megafono e gridando ancora più forte,
mentre la sala, in cui la ministra continuava a parlare come se niente fosse,
si è svuotata.
Questi gravi episodi mettono in luce una volta di più il vero volto del
potere, ovvero la repressione violenta di ogni forma, anche minima, di
dissenso.
La manifestazione è, a parte tali fatti, riuscita bene, con una
partecipazione studentesca superiore alle previsioni e una presenza anarchica
forte e visibile.
Le mobilitazioni studentesche in regione non si fermeranno certamente qui, ma
continueranno a mostrare ai potenti che non tutti gli studenti sono proni e
silenziosi nell'accettare le loro imposizioni e i loro attacchi alla scuola e
all'istruzione.
r & s
Milano: contro gli arresti
Più di un migliaio di compagni ha manifestato sabato 8 dicembre per le
vie di Milano trasformando il presidio in un corteo che si è concluso in
P.zza della Scala ricongiungendosi con la manifestazione organizzata dal
sindacalismo di base contro i licenziamenti alla FIAT e all'Alfa Romeo.
Il corteo era accompagnato da un continuo speakeraggio che rendeva consapevoli
i passanti della situazione pesantissima di repressione che si sta vivendo in
questi giorni. In particolare a Milano oltre agli arresti sono decine i
processi in corso per blocchi stradali o altre manifestazioni di piazza.
Al processo contro i tre antifascisti accusati per i fatti accaduti il 25
aprile del 2001 quando allontanarono da P.zzale Loreto alcuni provocatori
fascisti, il PM ha richiesto una condanna pesantissima: 3 anni e 4 mesi.
Ricordiamo che questi arresti furono decisi subito dopo Genova e gli arresti
eseguiti a ben 6 mesi di distanza dai fatti. Primo tassello della lunga e
variegata strategia della repressione che sta tentando di criminalizzare tutto
il movimento.
rosaria
Palermo il movimento sotto attacco
Nelle ultime settimane il movimento palermitano ha subito diversi e ripetuti
attacchi da parte di soggetti repressivi anche diversi tra loro il cui fine,
però, è quello di intimidire quanti in questa città
quotidianamente portano avanti progetti di liberazione sociale.
Il Laboratorio Sociale Occupato ZETA è praticamente sotto sgombero. Dopo
un anno e mezzo di occupazione, infatti, l'Istituto Autonomo Case Popolari -
"proprietario" dell'immobile - ne ha rivendicato l'uso dichiarando di averlo
concesso con pubblico bando alla onlus "Aspasia", specializzata nell'assistenza
agli anziani. Dopo anni di assoluto abbandono e incuria da parte dello IACP nei
confronti di questo immobile recuperato alla pubblica fruizione dai compagni
dello ZETA, i mafiosi che governano questa città vogliono mettere fine a
un'esperienza di autogestione e di radicamento nel territorio cittadino.
La vertenza con Prefettura, IACP e Comune è ancora in corso, nonostante
le minacce di sgombero del prefetto Profili.
Grande solidarietà è stata espressa da diversi soggetti politici
e sociali cittadini, a dimostrazione del fatto che lo ZETA è sempre
stato proficuamente presente nelle lotte sociali a Palermo.
Certamente non staremo passivamente a guardare.
Come già comunicato sulle pagine di UN, sono state rinvenute due
microspie nei locali del Centro di documentazione libertaria "P. Riggio" e del
BoxUno autogestito della facoltà di Lettere e Filosofia a Palermo.
Alcuni quotidiani locali hanno riportato la notizia secondo la quale le
microspie furono collocate in occasione delle mobilitazioni contro il Vertice
dell'ONU sulla criminalità transnazionale del dicembre 2000, e lì
lasciate dalle forze dell'ordine in attesa di scoprire chissà quali
intenti terroristici. La reazione dei compagni anarchici è stata pronta
e risoluta: a Lettere è stata proclamata l'assemblea permanente, si
è svolto un corteo lungo le strade della cittadella universitaria, si
è organizzata una "bonifica" della facoltà per rinvenire
ulteriori cimici poliziesche e si è trasformato il Centro di
documentazione in una stazione radio per diffondere musica e notizie lungo i
corridoi frequentati da studenti e professori.
All'alba di mercoledi 4 dicembre sono scattate le manette anche a Palermo. Un
ragazzo è stato rinchiuso nel carcere dei Pagliarelli, un compagno del
collettivo di Scienze Politiche è finito agli arresti domiciliari, un
avviso di garanzia è stato recapitato a un appartenente del Forum
Sociale Siciliano di Palermo. Per tutti, la solita accusa di saccheggio,
devastazione e chi più ne ha più ne metta.
In loro solidarietà si è svolta un'assemblea cittadina a Lettere,
un presidio davanti il carcere, e un corteo di mezzo migliaio di persone che si
è concluso con l'ingresso nel penitenziario di un europarlamentare del
PRC. Inutile dire che tali arresti fanno parte di una manovra che mira alla
disgregazione del movimento in tutta Italia: si colpiscono i singoli
accusandoli di reati di tipo vandalico quando sappiamo tutti che a Genova nei
giorni del G8 la violenza più brutale e assassina fu appannaggio degli
apparati repressivi dello Stato.
A partire dalle convocazioni a Palermo dei Ros, passando per le microspie al
Centro di documentazione libertaria, fino agli arresti degli ultimi giorni, ci
sembra che la realtà palermitana sia pericolosamente attenzionata dai
professionisti delle strategia della tensione e della guerra preventiva.
A Palermo l'area anarchica, nonostante i molti limiti, è attiva e vitale
da diversi anni: il radicamento nel territorio, l'apertura e il confronto
critico con soggetti politici e sociali anche tradizionalmente distanti da noi
ha avuto i suoi frutti.
Mai come negli ultimi anni, infatti, gli anarchici e i libertari sono presenti
negli spazi autogestiti, nelle rivendicazioni sociali al fianco dei senza casa,
nelle lotte di libertà per gli immigrati, nel pubblico dibattito che
dovrebbe animare la vita di ogni città, di ogni quartiere, di ogni
comunità.
Consapevoli di quanto realizzato, non avendo nulla da temere, continueremo oggi
come ieri a praticare la nostra rivoluzione quotidiana.
Federazione Anarchica Siciliana - Nucleo "Giustizia e Libertà"
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