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Da "Umanità Nova" n. 43 del 22 dicembre 2002
inform@zione
Palermo senza casa in lotta
Sabato 14 dicembre si è svolta a Palermo una iniziativa
simbolica in solidarietà alle famiglie dei senza casa.
Una catena umana di un centinaio di persone nella centralissima piazza
Politeama si è passata di mano in mano dei mattoni per costruire
quello che le istituzioni da anni negano a chi rivendica il proprio
diritto a una vita dignitosa: la casa.
La manifestazione promossa dalla Società italiana delle
Letterate e dal Forum Sociale Siciliano di Palermo ha ricevuto
l'adesione, tra gli altri, del Laboratorio ZETA sotto sgombero,
dell'Udi-biblioteca delle donne e del Comitato delle donne di Termini
Imerese.
Da un megafono le donne e gli uomini del Comitato di Lotta per la Casa
"12 Luglio" hanno raccontato le loro storie di quotidiana
precarietà.
Ciò che si chiede è la risoluzione di un problema atavico
che potrebbe essere affrontato nella maniera più semplice:
assegnare ai senzatetto i beni confiscati alla mafia.
Anziché destinare appartamenti vuoti e in perfette condizioni a
finanzieri, carabinieri e poliziotti (che possono sempre contare su
caserme e risorse ministeriali - sic!), o a improbabili associazioni
culturali o assistenziali che spesso hanno vita breve, il Comune e la
prefettura potrebbero concretamente risolvere la questione dei senza
casa restituendo ai cittadini ciò che il malaffare e il potere
mafioso si sono accaparrati in questa regione.
Segnaliamo che è in corso un tavolo tecnico tra il Comitato di
Lotta, la Prefettura e il Comune per trovare adeguati soluzioni.
Le iniziative, intanto, continueranno.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Modena in ricordo di Pinelli e
Valpreda
Le compagne ed i compagni sono molto soddisfatti. In ricordo di
Giuseppe Pinelli e Pietro Valpreda alla fine abbiamo organizzato tre
giorni di eventi. La ballata del Pinelli ha riecheggiato sabato 14 nel
pomeriggio in piazza Pomposa nel centro di Modena, sabato notte a Libera
e domenica sera sempre a Libera alla fine della cena del coordinamento
anarchico emiliano romagnolo. Come tutti gli anni il nostro slogan era
chiaro "Pinelli è stato Assassinato per coprire le stragi di
stato". Venerdì 13 in serata abbiamo proiettato il film "Sacco e
Vanzetti" e allestito la mostra sulle stragi di stato all'interno di
Libera. Sabato piazza Pomposa con una targa in alluminio è stata
cambiata in piazza Giuseppe Pinelli, sono state allestite tre mostre
(quella su Pinelli, in solidarietà agli arrestati ed ai
denunciati dalla Procura di Genova, contro lo scempio ambientale che il
comune tenta di fare attorno ai campi di Libera) appesi vari striscioni,
allestita una bancarella di libri, interventi col megafono e musica,
una cinquantina i compagni presenti. Sabato sera a Libera grande
concerto della @ Band con due brani dedicati a Pinelli e in apertura
"nella mia ora di libertà" di Fabrizio De Andrè. La
mostra su Pinelli e gli interventi dal palco hanno spiegato
storicamente ai più giovani gli accadimenti e le nostre
convinzioni. È stato inoltre proiettato il filmato della Critical
mass e del Corteo anarchico del 23 novembre contro i CPT che abbiamo
organizzato a Modena. Nella serata sono girate circa trecento persone.
Domenica 15 dopo l'assemblea del coordinamento anarchico emiliano
romagnolo e dopo la cena in sottoscrizione al coordinamento abbiamo
ripreso i canti. ...per non dimenticare.
Spazio Sociale Libertario/Anarchico Libera, via Pomposiana 271
Marzaglia Modena, tel/fax 059/389676, libera.mo@libero.it,
www.libera-unidea.org
Parma occupazione e sgombero
Domenica 15 dicembre il Comitato cittadino antirazzista di Parma,
appoggiato da alcuni compagni e compagne del movimento, ha occupato uno
stabile dell'Amps abbandonato da 10 anni per farvi entrare tre famiglie
senza casa (2 famiglie rom e una tunisina).
L'occupazione è iniziata alle 11,30 della mattina, subito sono
iniziati i lavori di pulizia del locale e sono stati fatti una
conferenza stampa e un volantinaggio massiccio.
Intorno alle 14 è arrivata la polizia che ha presidiato lo
stabile con una volante affermando di avere l'ordine di sgomberare gli
occupanti anche con l'uso della forza.
Alle 18 sono arrivati i rinforzi e i poliziotti, in assetto
antisommossa hanno circondato lo stabile.
A questo punto i compagni all'interno, dopo aver fatto uscire ed
allontanare le famiglie, hanno deciso di praticare la resistenza
passiva, barricando la porta e, alcuni, sedendosi e incordonandosi a
terra in una stanza al secondo piano, altri salendo sul tetto.
A questo punto la polizia ha fatto intervenire i vigili del fuoco per
sfondare il portone d'ingresso (ci hanno messo una buona mezz'ora) e poi
ha fatto irruzione nello stabile con gli agenti in tenuta antisommossa.
I compagni hanno mantenuto le loro posizioni e si è aperta una
trattativa con la polizia per contrattare una soluzione non violenta
della situazione.
È stato richiesto dagli occupanti anche un incontro con il
Comune, i cui rappresentanti si sono però fatti negare, cosa
particolarmente grave in una città in cui il problema della casa
è drammatico tanto che l'anno passato un ragazzo di 23 anni
è morto assiderato perché costretto a dormire in strada e
quest'anno l'amministrazione comunale ha deciso (con meno 4 di
temperatura che umanità!) di far chiudere di notte la stazione
perché c'erano troppi senza tetto che vi trovavano rifugio).
Alla fine gli occupanti hanno ottenuto di poter svolgere un'altra
conferenza stampa, e, a tal fine, è scesa a parlare con i
giornalisti la compagna Katia Torri come rappresentante del comitato
antirazzista e degli occupanti che ha spiegato ai giornalisti le ragioni
dell'occupazione.
Circa un 'ora più tardi, dopo aver ottenuto la promessa da parte
delle "forze dell'ordine" che sarebbe stata garantita
l'incolumità fisica degli occupanti, che nessuno sarebbe stato
fermato o arrestato e l'allontanamento delle squadre antisommossa dallo
stabile, scendevano tutti gli occupanti ponendo fine all'occupazione.
Il problema della casa resta e quindi la lotta proseguirà come
e, anzi, più forte di prima.
comitato cittadino antirazzista-parma. Info: 3470502008 (katia)
p.s.
i compagni tutti ringraziano maria e tris per l'appoggio morale dato
durante i difficili momenti dell’irruzione e dell'assedio
Trieste solidarietò ai
lavoratori processati
Il 2 e il 3 gennaio del 2001 Trieste fu completamente paralizzata da
uno sciopero spontaneo dei lavoratori dei trasporti pubblici. Lo
sciopero era nato dalla decisione unilaterale dell'azienda (fresca
fresca di privatizzazione) di tagliare oltre 120 posti lavoro e di
decurtare 19 giorni di ferie compensative ai lavoratori. In seguito a
quella straordinaria lotta i provvedimenti vennero ritirati. A quasi due
anni di distanza, è iniziato il processo per "interruzione di
servizio pubblico" a 57 autisti scelti, non a caso, fra tutte le sigle
sindacali presenti nell'azienda.
Nei giorni precedenti, su proposta delle Rappresentanze sindacali di
Base (Rdb), sindacato maggioritario fra i lavoratori, era nato un
comitato di solidarietà agli indagati. Il comitato, che raccoglie
tutti i sindacati di base presenti in città oltre a varie forze
politiche, si propone di portare solidarietà ai 57 indagati e di
iniziare una campagna pubblica contro le privatizzazioni dei servizi
pubblici. Le prime iniziative sono state un'assemblea pubblica, una
conferenza stampa e una raccolta di firme.
Per lunedì 16 dicembre, giorno di inizio del processo e data
dello sciopero nazionale della categoria per il rinnovo del contratto
viene organizzato un presidio sotto il tribunale. Dalla prima mattina
lavoratori delle Rdb, dell'USI-AIT, dello Snater e dei Cobas scuola
assieme a studenti e numerose persone solidali stazionano sotto il
tribunale con numerosi striscioni e bandiere. Dopo un'ora giungono anche
gli studenti del liceo Dante - reduci da una settimana di occupazione
contro la riforma Moratti - a portare la propria solidarietà. A
quel punto il presidio conta più di 200 persone, grazie anche a
numerose delegazioni di lavoratori solidali dei sindacati di base di
altre città, soprattutto delle Rdb e dello Slai-Cobas. Verso le
11 sopraggiunge il corteo indetto dalla triplice sindacale assieme
all'Ugl (che aveva la testa sigh!) e ai sindacati gialli per il rinnovo
contrattuale del settore e anch'esso solidale con gli inquisiti. Con
questi arrivi il presidio raggiungeva punte di oltre 500 partecipanti.
Come è ovvio i sindacati confederali si sono ben guardati
(benché invitati) dall'aderire al comitato di solidarietà
preferendo non solo organizzarsi con i sindacati di destra ma arrivando
al punto di boicottare il presidio del comitato spargendo voci infondate
- specie agli studenti - di possibili incidenti.
Il Gruppo Anarchico Germinal è stato invece presente fin
dall'inizio nel comitato e durante il presidio sono stati diffusi
centinaia di nostri volantini che incitavano a continuare le lotte,
anche per contrastare le varie manovre repressive che si stanno
costruendo in questi ultimi tempi (arresti e montature contro i
manifestanti antiglobalizzazione e denuncie contro i lavoratori in
lotta).
Significativamente lo striscione dai noi affisso sul tribunale recitava
che "La rassegnazione non ci appartiene!": penso che la riuscita
giornata di lotta di oggi abbia dimostrato la volontà dei
presenti di non piegare la testa di fronte ai soprusi giudiziari e
padronali.
Per la cronaca l'udienza è stata rinviata al 7 marzo prossimo.
un compagno presente
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