Da "Umanità Nova"
n. 3 del 26 gennaio 2003
Sfruttare ed opprimere
Da Davos a Monaco
Nel corso degli ultimi anni, il concetto di "sicurezza" è diventata
una nozione di propaganda centrale in politica, in economia e nei media.
Lo stupore che ha seguito l'attacco dell'11 settembre, in tutte le società
occidentali è stato utilizzato per fare nuove guerre e per far
crescere la repressione all'interno dei paesi. (...) La propaganda ha
ugualmente ancorato la guerra all'interno del mondo così detto
civile: non sono solo nuove leggi e nuovi servizi di inchiesta che devono
garantire più sicurezza, ma anche una nuova normalizzazione dell'auto-controllo
e della denuncia. La "sicurezza" è la nuova grande promessa grazie
alla quale le autorità intendono assicurarsi l'obbedienza della
popolazione nelle metropoli: sotto forma di leggi sugli stranieri, campagne
elettorali, pianificazioni di guerre o che i cittadini siano chiamati
ad aiutare la polizia, la parola chiave è sempre "sicurezza".
È così che la "conferenza sulla difesa" che ha luogo ogni
anno a Monaco è stata ribattezzata e si chiama oggi "conferenza
sulla sicurezza". Nel 2003, avrà luogo dal 7 al 9 febbraio, due
settimane dopo il World Economic Forum di Davos, nelle montagne svizzere,
dal 23 al 28 gennaio. Horst Teltschik, organizzatore della conferenza
militare a Monaco, membro del consiglio d'amministrazione della "Fondazione
Herbert Quand", emanazione diretta del BMW, ed ex-consigliere del cancelliere
tedesco, si esprime in questi termini: "Il forum economico mondiale di
Davos è ai rappresentanti di punta dell'economia internazionale
come la conferenza di sicurezza di Monaco è ai rappresentanti della
comunità strategica." La libertà e la sicurezza sono dunque
gli argomenti trattati da questi capi dell'economia e dagli uomini politici
e significano per il mondo intero guerra, sfruttamento delle persone e
della natura, dominazione degli uomini sulle donne, oppressione razzista.
Nel mondo intero questi signori, organizzano la "sicurezza" per i loro
luoghi di produzione, scambi commerciali, nuovi flussi di capitale, accessi
alle materie prime, e pianificano il proseguimento della guerra "permanente
al terrorismo". Da tempo ormai, i piani d'intervento militari in Iraq
sono discussi pubblicamente. Per noi, la conferenza militare a Monaco
della NATO e la conferenza del WEF a Davos sono le facce di una stessa
medaglia. Ed è per questo che porteremo la resistenza comune internazionale
contro la guerra e la globalizzazione capitalista per le strade di Davos
e Monaco.
DAVOS
Il forum economico mondiale (World economic forum-WEF) è un'istituzione
privata la cui sede si trova a Ginevra. Ne fanno parte le 1000 più
grosse imprese economiche private del mondo. Per poter esserne membro,
bisogna possedere un giro di affari di almeno un miliardo di dollari.
Creata nel 1971 da Klaus Schwab, allora giovane professore di economia
a Losanna, il WEF si è sviluppato. Da semplice seminario di menagement,
è diventato uno dei forum e dei luoghi di discussione più
rinomati per imporre a livello mondiale il sistema basato sulla dominazione
dell'economia di mercato. In passato, gli incontri organizzati dal WEF
sono stati per esempio, il trampolino di lancio per il GATT (General Agreement
on Tariffs and Trade) dell'Uruguay Round, da dove è nata l'Organizzazione
Mondiale del Commercio (OMC), o ancora ha reso possibili le discussioni
preliminari in vista della creazione del NAFTA (North America Free Trade
Association).
Quindi le pietre miliari del processo globale di liberalizzazione, che
assicurano e facilitano nuovi sbocchi economici alle imprese transnazionali.
L'incontro annuale del WEF ha luogo tradizionalmente alla fine di gennaio
a Davos. Si tratta del più grosso incontro dell'élite del
pianeta, organizzato non da Stati. A ridosso di ciò, il WEF mette
in piedi degli incontri regionali in tutti i continenti, per esempio il
forum economico europeo di Salisburgo.
Al fianco dei 1000 padroni di imprese invitati al summit di Davos come
rappresentanti delle imprese membri del forum, ci sono anche un certo
numero di politici di alto rango, scienziati, redattori delle più
grandi imprese mediatiche, e anche qualche raro rappresentante della "società
civile" (sindacati, ONG ecc..) selezionato accuratamente.
L'élite globale è composta quasi esclusivamente da uomini;
la partecipazione delle donne è ben al di sotto del 10 %. L'invito
è fatto a persona e non è rinnovato automaticamente di anno
in anno. Questa modalità di invito rinforza la percezione di esclusività
e dà agli invitati la dolce sensazione di appartenere al circolo
dei detentori del potere globale.
Gli invitati sono a volte membri di diversi club che il WEF ha fatto
nascere: per esempio il club dei "Global Leaders of Tomorrow", il "World
Media Leaders" e il club dei "Industry Governors" (Capitani d'industria).
La struttura di club e il quadro informale degli incontri al Forum sono
le condizioni ideali per lo sviluppo di forme di unione e di strutture
di lealtà tra l'economia, lo stato e i così detti "attori
chiave della società civile".
Durante gli ultimi cinque anni, il WEF ha incontrato una resistenza
e delle critiche crescenti. Le autorità hanno sempre reagito vietando
tutte le manifestazioni a Davos e isolando completamente il paesino di
montagna. Malgrado ciò, le manifestazioni contro il WEF sono diventate
ogni anno più importanti e più larghe in Svizzera. Per questo
Klaus Schwab ha dovuto spostare all'ultimo minuto l'edizione 2002 a New
York. Le autorità non potevano mettere in piedi sufficienti forze
di polizia per garantire la sicurezza dei partecipanti.
L'edizione 2003 si svolgerà di nuovo a Davos dal 23 al 28 gennaio,
con la parola d'ordine "costruire la fiducia". Il WEF cerca di guadagnare
il beneplacito migliorando la sua politica d'informazione e di comunicazione.
A questo fine, il WEF organizza dei dibattiti pubblici al di fuori del
centro congressi di Davos, dibattiti accessibili a tutte le persone interessate.
Allineandosi su questa logica, le autorità di Davos hanno autorizzato
per la prima volta la manifestazione di dissenso. L'"Alleanza d'Olten",
un largo raggruppamento di organizzazioni e di gruppi di sinistra, chiede
di fare manifestazioni e azioni contro il WEF. La piattaforma comune dell'alleanza
chiede lo scioglimento del Forum e si rifiuta di partecipare al "dialogo"
che servirebbe solamente a migliorare l'immagine del WEF.
MONACO
A febbraio ha luogo ogni anno la "Conferenza di Monaco per una politica
di sicurezza" (prima si chiamava "conferenza per la difesa"), un incontro
dei rappresentanti di Stati membri della NATO e di 200 "eminenti" strateghi
militari, generali ed esperti in armamenti. I rappresentanti della UE
e della NATO, i ministri della guerra e degli affari esteri degli Stati
Uniti, della Germania e degli altri paesi dell'Unione Europea, vogliono
far credere al pubblico che il fine di questa conferenza è quello
di mantenere la pace nel mondo e la sicurezza internazionale. Ma nei fatti
si dimostra il contrario: pianificano delle nuove guerre!
Dietro le porte vetrate dell'hotel di lusso "Bayerischer Hof", ben lontani
dal pubblico, progettano nuovi piani e scenari di guerra nel mondo intero.
L'alleanza contro la NATO si mobilita nel 2003 a Monaco.
Dall'appello per la mobilitazione contro il WEF a Davos e contro la
Conferenza per la sicurezza di Monaco redatto dal Coordinamento anti-OMC,
Svizzera e dal Bundesweite Antimilitaristische Koordination "Krieg ist
Frieden" (KIF), Germania.
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