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Da "Umanità Nova" n. 3 del 26 gennaio 2003

Inform@zione

Pianezza: azione diretta popolare contro la Tav
Occupate le trivelle dei sondaggi per il progetto Tav/Tac sulla linea Torino-Lione.
Per avere novità sulla nefasta ipotesi di progetto di Treno ad Alta Velocità/Capacità (TAV/TAC) per la linea Torino-Lione, negli ultimi mesi bisognava attendere l'uscita dei giornali e trovare le dichiarazioni sugli incontri del "giovedì del ferroviere", una sorta di incontri pre-Conferenza dei Servizi tra gli amministratori dei comuni della cintura Nord-Ovest di Torino e della bassa Valsusa con Regione Piemonte ed RFI (ferrovie). È in uno degli ultimi incontri che Casoni, assessore dei trasporti della Regione Piemonte, visto mancare un accordo di massima con gli Enti locali aveva promesso vendetta: cominceranno i sondaggi dei terreni interessati ed entro il 21 gennaio 2003 e i Comuni dovranno presentare eventuali modifiche al tracciato proposto da RFI altrimenti varrà quello!
Detto. Fatto. Le prime ombre del mostruoso progetto di TAV/TAC per la linea Torino-Lione si sono allungate nella prima settimana di gennaio sui comuni di Pianezza e Collegno, in provincia di Torino, con l'arrivo dei macchinari, piccoli cingolati con trivella, per due perforazioni di introspezione idrogeologica (estrazione in profondità fino a 40 m circa di "carote", cioè di cilindri di terra di 10 cm di diametro per 40 cm circa di altezza). Le amministrazioni dei comuni interessati, nonostante si continuino ad esprimere contro il progetto TAV/TAC, hanno di fatto consentito l'inizio dei lavori, mostrando inequivocabilmente ed a tutti la loro incoerenza e la loro incapacità ad opporsi.
La risposta del movimento popolare contro il TAV/TAC, costruito in questi anni, non si è fatta attendere. Giovedì 16 gennaio a Pianezza, una ottantina tra abitanti locali e di tutti i comuni della cintura nord ovest di Torino e Bassa Valsusa, si sono presentati sul luogo dei lavori, presidiati dai carabinieri, impedendone la continuazione. In seguito si sono recati presso il municipio dove hanno espresso la loro ferma contrarietà all'atteggiamento dell'amministrazione locale e chiedendo spiegazioni al sindaco, ottenendo risposte molto ambigue e contraddittorie. Questo atteggiamento ha rafforzato la convinzione che il protagonismo sociale di opposizione al TAV/TAC espresso fin ora attraverso la mobilitazione autorganizzata e popolare sia l'unico e possibile modo per impedire la materializzazione di questo mostro, dannoso per gli individui ed un flagello per l'intera collettività.
Al prossimo appuntamento, al prossimo carotaggio. Sperano nella nostra rassegnazione, faranno i conti con la nostra opposizione.
Luca Ferrero del Comitato Spontaneo Pianezzese contro i G8
http://digilander.libero.it/comsponpianezza/

 

Bologna contro la guerra ed i fascisti
Sabato movimentato quello del 18 gennaio a Bologna. Si era partiti in duemila per manifestare contro la guerra sapendo che Forza Nuova aveva annunciato una sua manifestazione a Bologna per solidarizzare con i loro camerati inquisiti dalla procura di Verona a seguito dei noti fatti televisivi.
Di questa manifestazione dei fascisti, però, non si sapeva bene se e dove si sarebbe svolta. Molte altre volte, simili annunci si erano dimostrati delle bufale che avevano distratto molti antifascisti da altre attività.
La decisione di tutti i gruppi antifascisti era stata quella di partecipare alla manifestazione contro la guerra che si inseriva nella giornata mondiale lanciata dal movimento americano e, contemporaneamente, mantenere attiva la vigilanza determinati, comunque, ad impedire la gazzarra fascista.
Era da poco partito il corteo quando é arrivata la notizia che i fascisti si stavano concentrando a poche centinaia di metri di distanza. A quel punto il corteo ha deviato dal suo percorso per andarli a contestare. La polizia si é messa in mezzo e ne é scoppiato un primo tafferuglio che ha, in parte, spaccato il corteo. Circa 400 antifascisti hanno comunque sfondato il primo cordone portandosi quasi a ridosso della piazza dove c'erano i fascisti. Lì lo schieramento della polizia si é fatto più consistente. Dopo una mezz'ora di fronteggiamento (nel frattempo il corteo si era quasi tutto ricomposto) e valutando che non vi erano le condizioni per uno sfondamento in quelle circostanze i compagni si sono ritirati verso Piazza Maggiore aprendo però, quasi immediatamente un altro fronte su via Farini (si era sparsa la notizia che i fascisti volevano sfilare per la via). Anche in quest'occasione la polizia si é schierata a loro difesa (tutte le vie secondarie di accesso alla piazza dov'erano i fascisti erano presidiate dai blindati delle celere e dei carabinieri). Anche in piazza Cavour, angolo via Farini, si é acceso un tafferuglio quando i compagni presenti hanno cominciato a fare pressione sul cordone della polizia. Ne é seguita una piccola carica ma i compagni non si sono dispersi. Ne sono seguite alcune ore di presidio antifascista in piazza Maggiore, in piazza della Mercanzia ed in piazza Cavour (in una sorta di accerchiamento della piazza Minghetti dove erano asserragliati, protetti da polizia e CC, i fascisti). Solo quando la cinquantina di balordi di Forza Nuova sono stati caricati su pullman scortati dai blindati é stato tolto "l'assedio".
Un po' di amaro in bocca, non solo per i lacrimogeni che ci hanno sparato contro ma anche per la scarsa determinazione di molti ma, almeno, la consolazione che la gazzarra fascista non si é svolta in maniera indolore.
Questa cronaca non può chiudersi senza segnalare l'imbecillità del signor Marco Trotta (webmaster del Social Forum) che ha rilasciato la solita infame dichiarazione ai giornalisti (riportata nelle cronache locali della domenica) che dava un nome ed un luogo "politico" agli antifascisti che avevano fronteggiato la polizia e che avevano le bandiere nere. Attenti a costui!
redb

 

A Vicenza contro la guerra
Alla fine Piazza dei Signori, la cui concessione comunale non era stata data fino al giorno prima, era pienissima di persone, bandiere, voci e suoni contro la guerra.
Questo il risultato più visibile della manifestazione di sabato 18 gennaio promossa dal cartello "Vicenza contro la guerra".
Nella piazza è confluito anche il corteo partito nel pomeriggio dopo un presidio davanti all'orrida caserma USA Ederle, a cui hanno partecipato oltre un migliaio tra pacifisti, antimperialisti, antimilitaristi e attivisti del sindacalismo di base, provenienti anche da altre zone del Veneto (ma non dalla vicina Verona dove era stato convocato un necessario presidio antifascista).
Il corteo, prevedibilmente "scortato" da rilevanti forze di polizia e sorvegliato persino da un elicottero, si è caratterizzato per una chiara opposizione anticapitalista alla guerra ed ha dimostrato come in Veneto vi siano realtà plurali, significative e radicate in grado di dare vita a importanti mobilitazioni libere dalla cappa politica-spettacolare dei Disobbedienti.
Estremamente variegate le presenze: da Emercency al CPO Gramigna, dalla CUB a Rifondazione Comunista, dal Collettivo Spartakus agli anarchici, presenti con bandiere, stampa e volantini per la manifestazione di La Spezia.
Attenta ed anche solidale l'accoglienza dei vicentini, a dimostrazione di quanto in realtà sia impopolare la politica bellicista del governo italiano.
D'altra parte, come ha recitato qualcuno di "Altra Poesia" (Padova), un mondo diverso non è possibile, ma necessario, come è necessaria un'altra parola e un'altra azione.
UN reporter

 

Igiene urbana a Pisa: 8 lavoratori sospesi!
Che le privatizzazioni dei servizi facciano più danni della grandine è noto ai lavoratori, ai cittadini ed in generale ad ogni persona di buon senso.
Ma dire questa banalità di fronte a milioni di spettatori è molto rischioso. Ne sanno qualcosa i lavoratori dell'igiene urbana di Pisa, attivisti del sindacato RdB/CUB, che per aver denunciato a "Striscia la notizia" la mancata realizzazione dello smaltimento differenziato dei rifiuti hanno beccato da 8 a 10 giorni di sospensione dal lavoro.
A fine del 2001 è terminata la fusione/privatizzazione della vecchia azienda pubblica GEA con la privata Ecofor, proprietà di un piccolo Berlusconi di centro-sinistra, il signor Forti, affarista attivo in vari campi, dalla gestione dei rifiuti alle TV locali: 60% al pubblico (si fa per dire pubblico) e 40% al privato come nelle migliori famiglie targate Ulivo (la giunta è Ulivo, il sindaco è DS).
Come al solito si diceva che il privato avrebbe migliorato il servizio ai cittadini correggendo le inefficienze del sistema pubblico.
Ma già nel mese di marzo 2002 i lavoratori, organizzati da RdB/CUB scioperavano e presidiavano il Comune di Pisa, denunciando l'aumento vertiginoso dei ritmi di lavoro, intimidazioni e comportamenti anti-sindacali di ogni tipo. Insieme a questo i lavoratori denunciavano ai cittadini che lo smaltimento differenziato dei rifiuti veniva realizzato solo in minima parte.
Sono seguiti mesi di conflittualità da parte dei lavoratori e intimidazioni sempre più gravi da parte dei dirigenti aziendali che, spalleggiati dai politici del centro-sinistra, sono arrivati ad accusare di sabotaggio gruppi di lavoratori "ideologicamente contrari alla privatizzazione".
A metà novembre un servizio di Striscia la Notizia filmava scene che testimoniavano un camion della Geofor che gettava in discarica il materiale organico in barba alla raccolta differenziata e una quindicina di lavoratori intervistati confermavano che ciò avveniva normalmente su ordine dei dirigenti aziendali.
Il caso Geofor da vicenda sindacale, diventava una delle più grosse questioni politiche cittadine, quasi da crisi della Giunta a pochi mesi dalle elezioni comunali.
La portata degli interessi in gioco ha fatto scattare l'ira furente del Sindaco, dei suoi tirapiedi e del padrone privato.
Contemporaneamente veniva bocciato dalla campagna astensionista dell'RdB il referendum su un accordo capestro firmato da Cgil, Cisl e Uil.
Ed è in questo clima che è scattata la manovra repressiva dell'azienda: 8 lavoratori sospesi dal lavoro tutti quanti iscritti all'RdB.
La risposta dell'RdB aziendale è stata immediata: sabato 25 gennaio sciopero di tutto il giorno, con presidi e corteo nel pomeriggio. La lotta continua!
Claudio Strambi

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