Da "Umanità Nova"
n. 4 del 2 febbraio 2003
Forza Nuova
"Disobbedienti" di
destra
L'aggressione anti-islamica in diretta tv avvenuta a Verona il 10 gennaio
è stata a tutti gli effetti un'operazione politico-spettacolare
che ha permesso a Forza Nuova di ritornare sulle scene nazionali.
Gli stessi Disobbedienti padovani si sono accorti di come anche i forzanovisti
sono diventati "abilissimi a gestirsi sul piano mediatico" (Il Mattino,
18.01.03).
Lo spettacolo, sicuramente propiziato dall'emittente Telenuovo per fare
audience e favorito dalla compiacenza della polizia, assieme alle polemiche
susseguenti e alle 21 denunce nei confronti di altrettanti baldi giovani
nazionali protagonisti dell'eroica impresa - compresi i segretari provinciali
di Padova e Verona - sono serviti a Forza Nuova per imbastire una campagna
"Contro il regime, per la libertà d'espressione" che a Bologna,
e non solo, ha provocato le inevitabili e giuste reazioni antifasciste.
Da tempo F.N. è oggetto di numerose indagini per aggressioni,
propaganda razzista e riorganizzazione del partito fascista (la procura
di Castrovillari, ad esempio, ha "avvisato" 24 aderenti, tra cui lo stesso
segretario Fiore, proprio con quest'ultima incriminazione), ma dopo l'incursione
"anti-islamica" sta cercando di presentarsi come vittima di persecuzione
per reati d'opinione, ottenendo la solidarietà sommessa di settori
di Alleanza Nazionale e l'aperto sostegno di esponenti leghisti quali
Gentilini, Boso e Borghezio che rappresentano il peggio del partito padano.
Ed un primo successo è stato conseguito dato che dopo il raid
veronese sono seguite a cascata le interviste, le pagine sui giornali,
gli inviti ai dibattiti televisivi.
Il segretario padovano Caratossidis e il dirigente regionale veneto
Minchio hanno persino annunciato l'invio di una lettera al papa affinché
intervenisse a favore dei camerati incarcerati (Corriere del Veneto, 15.01.03),
poi peraltro rapidamente rimessi in circolazione nonostante che a carico
di quasi tutti vi fossero analoghi precedenti.
D'altra parte tale ritorno sulle scene era stato già annunciato
sul foglio dell'organizzazione fascista fin da novembre, quando in prima
pagina era stato scritto, seppur in un italiano approssimativo, che: "Forza
Nuova riapre la stagione politica su posizioni di forte opposizione al
governo per il suo fallimento nell'affrontare i problemi sopra esposti
(immigrazione ed ordine pubblico, situazione economica, opere pubbliche),
per la latitanza negli aiuti alle famiglie, e per la impostazione massonica
che porta a proporre leggi quali l'otto per mille all'Islam ed alle sette.
L'obiettivo è quello di aggregare lo scontento che affiora nei
partiti di governo e nel Paese, uno scontento che non deve andare verso
una sinistra ipocrita, oligarchica e dissolutrice".
Infatti sembra essersi incrinato qualcosa nel feeling anticomunista
tra Forza Nuova e il centro-destra registrato sotto le elezioni, ora accusato
paradossalmente di aver consentito l'invasione dell'Italia da parte di
700.000 extracomunitari (sic); in realtà però Forza Nuova
torna all'attivismo squadrista per rispondere alla concorrenza di A.N.
e Lega Nord proprio sul terreno della lotta all'immigrazione ed anche
perché, probabilmente, i suoi dirigenti si sentono tagliati fuori
dai giochi che contano.
A Padova, ad esempio, dove i voti forzanovisti sono stati determinanti
nell'elezione della sindaco Destro di Forza Italia, i rapporti appaiono
tutt'altro che idilliaci e Forza Nuova è giunta a criticare in
piazza il "suo" sindaco per inettitudine e ad accusare di "buonismo" il
noto on. Filippo Ascierto, l'ex-carabiniere di A.N. fautore della tolleranza
zero e sostenitore accanito dei kampi per i "clandestini".
Ecco quindi la scelta tattica di Forza Nuova di tornare in campo con
tutto il suo armamentario populista e razzista.
Qualche problema però emerge, ad esempio, di fronte alla guerra
Usa contro l'Iraq.
A parole Forza Nuova si proclama antiamericana e filopalestinese, mentre
fa propria tutta la propaganda filoamericana tesa ad accreditare l'equazione
islamici-talebani-terroristi per discriminare gli immigrati; così
come da un lato avversa la globalizzazione "mondialista" secondo gli insegnamenti
di Alain De Benoist e dall'altro si dichiara nemica giurata dei no-global.
Così come rimane francamente incomprensibile l'alleanza di una
formazione ultrapatriottica e tricolore quale si professa F.N. con le
Guardie Padane secessioniste.
Per questo il motto delle SS - Nostro onore è la fedeltà
- che la maschia gioventù forzanovista grida nei propri cortei,
protetti dalla polizia di quel regime democratico che di dicono di combattere,
diventa quasi grottesco.
Archivio Antifa
|