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Da "Umanità Nova" n. 5 del 9 febbraio 2003

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Modena: carabinieri fascisti!
Per contestare l'inaugurazione della sede modenese di Forza Nuova siamo scesi in piazza anche a Modena, sabato 1 febbraio. La partecipazione alla manifestazione non é stata massiccia (circa 400 persone) e si é conclusa in piazza della Torre dove sostavano le associazioni partigiane. Terminato il corteo alcune centinaia di compagni (anarchici, n-PC, e Rifondazione) hanno dato vita ad alcuni presidi attorno alla zona in cui veniva inaugurata la sede. Zona presidiata in forze da CC e polizia. Non vi erano le condizioni per sfondare ma i presidi sono rimasti attivi per contestare i fascisti che, come al solito, se ne sarebbero andati scortati dalla polizia.
La connivenza delle forze armate dello stato con i fascisti si é resa esplicita quando é iniziata questa "scorta" al leader di F.N. Roberto Fiore. Prima una carica contro i compagni (spaccando la testa ad un ragazzo di rifondazione) poi, poche centinaia di metri più in là, i carabinieri hanno aperto il loro cordone facendo avanzare una cinquantina di fascisti con bastoni e catene. Di fronte alla reazione dei compagni i carabinieri (con l'appoggio della polizia) hanno poi caricato i compagni.
Una scena degna della migliore tradizione dell'arma che già negli anni venti armava e scortava i fascisti nelle loro scorribande antiproletarie.
Di che meravigliarsi? È noto che fra gli agenti della polizia di stato, Alleanza Nazionale raccolga la maggioranza dei consensi e che, quando votano, i carabinieri eleggano figuri come Ascerto tristemente noto per la direzione della operazioni al G8 a Genova.
Un salto di qualità della strategia fascista? Potrebbe essere. Senza particolari allarmismi sono diversi anni che insistiamo sulla pericolosità della riorganizzazione della destra estrema e sulla speculare pericolosità del revisionismo di sinistra che non coglie (come non lo colsero i riformisti nel 1920) il nesso fra estremismo fascista, destra di governo ed apparati dello stato.
Basti ricordare come, da alcuni anni a questa parte, Forza Nuova sia, di fatto, legittimata non solo sul piano politico (con suoi esponenti nelle giunte di centro destra) ma anche su quello militare quando organizza le ronde padane razziste contro gli immigrati sotto la direzione di Borghezio e Gentilini.
Lo striscione degli anarchici intimava "No Pasaran". È necessario dare la massima forza a questo impegno.
redb

A Milano in sostegno di Camenisch
Fuori c'è scritto: "La Svizzera è vostra". Mancava la seconda parte della frase "...provate a prenderla, se ci riuscite". Effettivamente, anche se eravamo alcune centinaia, sarebbe proprio stato difficile far diventare "nostro" quel lembo di Svizzera ubicato all'inizio di via Palestro a Milano: ad impedircelo c'erano stuoli di agguerritissimi robocop, tutti intenti a contenere le ipotizzate intemperanze che avrebbe potuto esprimere il presidio in sostegno allo sciopero della fame di "Martino" Marco Camenisch.
Anche se non vi erano folle oceaniche, e la città ci è sembrata al più indifferente, la nostra è stata una presenza significativa, se si pensa alla terroristica campagna mediatica lanciata nei giorni precedenti, esordita sul numero del 2 gennaio di "Panorama" (il troppo tempismo è un po' sospetto!) e ripresa con grande risonanza da tutta la stampa nell'imminenza dell'inizio dello sciopero stesso, dietro pretesto di un incendio che si suppone doloso.
Se si trattasse di un paese "civile e democratico" come reclama di essere, forse qualche suo rappresentante si sarebbe azzardato a far capolino dal fortilizio, e magari darci qualche dettaglio sul perché delle restrizioni praticate in carcere a Martino, tali da indurlo ad una misura così estrema, e se sono destinate a durare ancora per molto.
Tornando a quella scritta, tutto sommato, una Svizzera così com'è non la vogliamo proprio, preferiamo orientarci verso quella corrente di azione e pensiero che fa riferimento ad "Idee per un mondo senza Svizzera".
A. Enne

Processo Marini: sentenza annunciata
Sabato 1 febbraio, i giudici della prima Corte d'assise d'appello di Roma hanno pronunciato la sentenza di secondo grado del processo partito dall'inchiesta Marini. Si tratta di una sentenza più che annunciata in quanto già prima della sentenza si potevano conoscere i nomi e cognomi degli imputati che sarebbero stati condannati.
A fare questi nomi è stato il Ministro degli Interni Pisanu nel corso di una audizione pubblica tenuta lunedì 27 gennaio davanti alla I ed alla IV Commissione della Camera a proposito del "fenomeno del terrorismo in Italia". A leggere i resoconti stenografici (e quindi non ufficiali) della seduta, il Ministro ha dedicato cinque pagine del suo discorso al "movimento anarco-insurrezionalista" ed ha fatto solo tre nomi, tutti di imputati sotto processo a Roma. Due di essi saranno poi tra quelli colpiti da condanne superiori a quelle emesse in primo grado.
Tra le amenità registrate dagli stenografi parlamentari vale la pena segnalare che fra i tanti misfatti attribuiti agli "anarco-insurrezionalisti" c'è anche la "ampia diffusione documentale, su tematiche di volta in volta antirepressive, anticarcerarie, antigiudiziarie, ecologiste, anticlericali ed antimperialiste."
Il processo, iniziato nel novembre dell'anno scorso (vedi "Umanità Nova", n.40 del 1/12/02), si è concluso con una sentenza che, a ben vedere, scontenta per primo lo stesso Marini che ha infatti dichiarato ai giornalisti solo una "parziale soddisfazione" in quanto i giudici hanno confermato le assoluzioni per la stragrande maggioranza degli imputati, considerando - ed è la seconda volta - inconsistenti le "prove" portate a loro carico. Inoltre, nonostante tutta la buona volontà dell'accusa, sostenuta indirettamente da una opportuna campagna di stampa sviluppatasi in occasione dei recenti danneggiamenti di funivie e ripetitori, il tentativo di condannare tutti gli accusati anche per reati associativi quali "banda armata" o "associazione sovversiva", non sono andati a buon fine e solo per cinque di essi è stata applicata questa aggravante.
Entro qualche mese è previsto il deposito della sentenza e si saprà se l'accusa o la difesa proporranno o meno il ricorso in Cassazione.
Questo giudizio si inserisce all'interno dell'attacco al movimento anarchico che continua ad essere presentato alla famigerata "opinione pubblica" come uno strano aggregato nel quale troverebbero ospitalità pericolosi terroristi ed innocui conferenzieri, figure di comodo create per nascondere la realtà di un movimento ben più complesso ed articolato che, negli ultimi anni, si è andato radicando sempre più nelle lotte sociali.
Un movimento che conosce da sempre la durezza della repressione e che ha imparato a rispondervi nell'unico modo possibile: continuando la lotta per una società libera.
Pepsy

Arrestato non-sottomesso
Marco Pierattini, anarchico, è stato arrestato mercoledì 22 gennaio 2003 a Vada, in provincia di Livorno, in seguito alla sua scelta di nonsottomissione alla leva civile e militare. L'accusa risale a quasi dieci anni fa, quando si rifiutò di presentarsi in caserma. Marco deve ora scontare una pena di sei mesi per "mancanza alla chiamata aggravata".
L'indirizzo del carcere militare in cui si trova adesso è:
Marco Pierattini, Carcere Militare Di S.Maria Capua Vetere, via Appia Km 6500, 81055 Caserta

Questa la dichiarazione che aveva scritto al momento della scelta: "Ai togati. Io il giorno 8 di ottobre non mi recherò in nessuna caserma di nessun esercito poiché assoggettarsi agli ordini di un altro uomo è la cosa più macabra e avvilente che l'uomo stesso abbia mai concepito. Né proverò a piaggiare nessun'alternativa a quest'imposizione dello Stato, dell'Autorità. Non riconosco alcuna autorità su di me.
Quindi, volenti o nolenti, lorsignori faranno a meno della mia presenza; anzi, mi considerino un nemico, un morbo infetto.
Con sincero disprezzo, Marco Pierattini"

Alcuni compagni stanno costituendo un comitato in sua solidarietà. Per contatti: vicolazzi@libero.it

a cura della Cassa di solidarietà antimilitarista

 

 

 

 


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