Da "Umanità Nova"
n. 6 del 16 febbraio 2003
Italia: terra, cielo e mare
in prestito
U.S.A liberi di bombardare indisturbati
Durante l'attacco in Serbia e Kosovo, portato a termine dalla
NATO con il patrocinio dell'ONU, le operazioni e i sorvoli dei cacciabombardieri
alleati hanno lasciato su vasti tratti del mar adriatico residui e scorie
di missili e cluster bomb.
Il governo italiano di allora (centro-sinistra) accettò di far
mettere il segreto Nato sulla mappa delle zone dell'Adriatico in cui "potevano"
essere gettate le bombe. Quella sudditanza venne pagata allora dal ritrovamento
accidentale degli ordigni bellici nelle acque antistanti le coste dove
si ferirono 3 pescatori e si sfiorò più volte la tragedia.
Provocando inoltre un dissesto all'eco-sistema marino e gravi perdite
economiche ai pescatori.
Ma l'abitudine di sganciare ordigni in Adriatico, di scaricare sul territorio
il contenuto dei serbatoi aerei in fase di atterraggio, di versare combustibile
aereo nelle falde acquifere, di nascondere testate nucleari all'interno
della basi Usaf e NATO, di ignorare i piani di volo degli aerei militari
in esercitazione sono una prassi e non un eccezione.
È il militarismo nella sua funzione quotidiana, in tempi di guerra
così come in tempi di cosiddetta "pace".
Ne sanno qualcosa quelle venti persone ammazzate il 3 febbraio 1998,
quando un Prowler statunitense, decollato da Aviano per un volo di addestramento,
tagliava i cavi della funivia di Cavalese.
Ogni qualvolta si prende in considerazione l'aspetto più eclatante
del militarismo, quello che colpisce maggiormente l'immaginario e cioè
la guerra, si tendono a trascurare i diversi effetti che questo comporta
sui terrori dove risiede, opera e si estende.
È notizia recente la disponibilità italiana a concedere
le basi italiane agli Usa, comunicata con una lettera del ministro della
Difesa Antonio Martino ai presidenti delle Commissioni Difesa di Camera
e Senato.
Lo stesso Martino aveva comunicato l'assenso dell'Italia al sorvolo
dello spazio aereo nazionale da parte dei caccia Usa che si stanno rischierando
nell'area del Golfo.
Nulla di scandoloso, è noto che l'utilizzo dello spazio aereo
da parte dei velivoli dei paesi alleati è disciplinato da accordi
bilaterali. Così come fu concesso dal governo D'Alema non ci stupisce
che venga riaffermato oggi da un governo di destra e non dovrebbe stupire
nemmeno i neopacifisti diessini che scenderanno in corteo a Roma il 15
febbraio in uno slancio di imbarazzante "umanità"!
Come ribadito più volte sulle colonne di UN non resta che ripartire
da un'opposizione territoriale che sappia coinvolgere la popolazione locale
e che possa poi saldarsi con lotte più ampie di carattere internazionale.
Da questo punto di vista sta via via riemergendo l'interesse rispetto
alle basi ed alle strutture connesse che invadono il nostro territorio.
Ne sono una dimostrazione le manifestazioni a Camp Derby del novembre
scorso, quelle recenti a Camp Ederle in Veneto e il 25 gennaio a La Spezia
sede del centro ricerca NATO per la guerra sottomarina, o ancora come
la mobilitazione regionale che si terrà il 15 marzo nella città
di Augusta, sede della marina militare italiana e della N.A.T.O.
Si tratta di intensificare questo lavoro di "accerchiamento" informando
quali siano i luoghi reali dove si accentrano arsenali, installazioni
e soldati.
In quest'ottica è utile aggiornarsi sulla disclocazione di queste
strutture, attraverso una loro successiva scheda di approfondimento.
Partendo dalla Toscana troviamo fra Pisa e Livorno la vastissima base
di Camp Darby, un'immensa area attrezzata a depositi e magazzini presso
cui opera l'ottavo gruppo di supporto Usa che garantisce il sostegno logistico
a tutte le forze americane operanti a sud del Po ed ha una responsabilità
sul bacino del Mediterraneo ed il Nord-Africa. Vi operano circa un migliaio
di persone. Non lontano da Camp Darby, a Coltano, è installato
un potente sistema di telecomunicazioni.
In Liguria presso La Spezia è installato il Centro antisommergibile
di Saclant, che effettua studi oceanografici attinenti alla ricerca di
sommergibili, a S. Bartolomeo (SP) ha sede il centro ricerca NATO per
la guerra sottomarina mentre a Finale Ligure (SV) c'è il centro
di telecomunicazioni dell'US Army.
In Lombardia, a Ghedi, presso Brescia si trova un "munitions support
squadron" per la conservazione di bombe nucleari, mentre l'USAF ha una
propria base aerea anche a Montichiari (BS).
Passando per il Veneto troviamo a Verona l'Air Operations Centre (con
2500 persone), a Vicenza opera la Setaf (Support European Task Force)
che ha per missione il supporto aerotattico alle unità nucleari
missilistiche terrestri.
In questa base vengono messe in opera le Adm, cioè le munizioni
di demolizione atomica, in pratica le mine atomiche e inoltre vengono
custodite e costruite le testate nucleari per le forze armate alleate
nella regione meridionale della Nato.
Presso Vicenza c'è un'unità di supporto chiamata Camp
Ederle che si estende negli spazi della grande caserma di Ederle, presso
l'aeroporto militare opera un gruppo tattico di paracadutisti ed un battaglione
di obici. In ambito Nato è assicurata alla Allied Mobile Force
(Ace) la possibilità di effettuare operazioni militari nazionali
Usa nell'eventualità di interventi che si estendono fino al Medio
Oriente. A Longare, presso Vicenza, si trova un importante deposito di
armamenti Usa ed altri depositi si trovano a Tormeno San Giovanni a Monte.
Spostandoci in Friuli-Venezia-Giulia ad Aviano (PN) c'è la più
grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni
dell'USAF in Italia (almeno 9.000 i militari, più civili e famigliari
americani). In questa base sono dislocate le forze operative pronte al
combattimento dell'USAF (un gruppo di cacciabombardieri) utilizzate in
passato nei bombardamenti in Bosnia.
Un aeroporto militare usato dall'USAF si trova anche a Rivolto (UD).
Gli aerei americani usano il poligono addestrativo di Maniago (PN) e il
deposito di Roveredo (PN). L'US Army ha un deposito di munizioni anche
a S. Bernardo (UD).
In Emilia a Rimini troviamo la sede di un Munitions Support Squadron
per l'attivazione di bombe nucleari e c'è una Base aerea della
NATO a Monte S. Damiano (PC), stazioni di telecomunicazioni NATO e USAF
ci sono anche sul Monte Cimone (MO) oltre a un deposito per le forze aeree
della NATO a Parma. Bologna è sede di una stazione trasmittente
del Dipartimento di Stato USA.
In Campania presso Napoli-Capodichino, la grande base Usa situata presso
l'aeroporto che ha sostituito di recente quella dislocata presso Bagnoli
ci sono circa 3500 uomini e si estende nel suo sobborgo-satellite di Cirigliano.
Vi sono dislocate attività di supporto e logistiche ed anche
importanti comandi della Nato, oltreché il comando della Sesta
flotta. La base navale Usa di Gaeta (in trasferimento a Taranto) ospita
alcune unità maggiori della Sesta flotta.
Nel dintorni di Napoli, presso il lago Patria, a Giugliano, si trova
una stazione di comunicazione Satcom ed un'altra stazione di comunicazione
si trova a Montevergine, ad Avellino.
Scendiamo in Puglia dove a San Vito dei Normanni c'è una base
che ospita il 499' Expeditionary Squadron e l'Electronics Security Group
(gruppo di intelligence elettronica). In Puglia ci sono altre basi, come
quella di Gioia del Colle, per la ridislocazione di aerei americani e
ad Otranto, Martina Franca, Iacotenente, vi sono impianti della rete radar
Nadge.
In Sicilia, dove troviamo innanzitutto la base di Sigonella vi risiede
la stazione aeronavale con reparti operativi e di supporto Usa, dotata
di aerei antisommergibili, a Niscemi è situata una stazione di
comunicazione (NavComTelSta), a Lampedusa vi è una installazione
per la navigazione Loran. Infine arriviamo alla Sardegna, dove si trovano
numerose ed importanti basi: Teulada, Zona costiera Sulcis Inglesiente.
La più grande zona addestrativa straniera che include tutta la
costa da Capo Teulada a Capo Frasca, circa cento km.
La zona è usata per esercitazioni aeree ed aeronavali della Nato
e della Sesta flotta (tiro contro costa) ed include anche un centro addestramento
per unità corazzate. Decimomannu: è l'aeroporto probabilmente
più grande della Nato. La sua superficie è vasta quanto
quella di tre aeroporti civili; Si tratta di un vecchio aeroporto rimesso
in funzione nel 1955 in seguito ad un accordo tra Germania, Canada ed
Italia. Ancora a Salto di Quirra c'è una vasta zona comprendente
poligoni missilistici sperimentali e di addestramento interforze. I poligoni
sono situati presso il paese di Perdas de Fuego.
Percorrendo la costa si giunge a Capo San Loremo dove vi si addestrano
unità della Nato e della Sesta flotta con attività nelle
varie combinazioni terra-aria-mare. A Capo Frasca troviamo il poligono
di tiro della Nato e Usa e dove vi sono situati impianti radar, eliporto
e basi di sussistenza.
Finiamo a Tavolara dove risiede la base Usa per stazione radiotelegrafica
ad onda lunga per la comunicazione con i sommergibili.
Stefano Raspa
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