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Da "Umanità Nova"
n. 8 del 2 marzo 2003
inform@zione
Milano: solidarietà per le lavoratrici dell'arcade in lotta
Martedì 18 febbraio si è svolto a Milano, in via Lazzaretto,
davanti all'hotel Ibis, del Gruppo ACCOR, un presidio di controinformazione,
distribuendo un volantino della FLAICA Uniti CUB (Fed. Lav. Agro-Industria
Commercio). Scopo dell'iniziativa era quello di denunciare le condizioni
di sfruttamento che vengono usate da Arcade, una società che ha
il sub-appalto delle pulizie nella maggior parte degli hotel francesi
del Gruppo ACCOR, una catena a livello internazionale presente anche in
Italia.
"Sono in effetti i suoi dipendenti che si occupano delle pulizie delle
camere. Si tratta soprattutto di donne venute dal terzo mondo, che sanno
appena leggere e scrivere, a volta senza documenti, e quindi particolarmente
vulnerabili di fronte agli sfruttatori che le assumono."
Sottoposte ad ogni angheria, sottopagate, costrette ad un cottimo selvaggio.
"Ma dal 7 di marzo, alcune di loro si sono messe in sciopero e hanno condotto
un certo numero di azioni contro la direzione di Arcade e di ACCOR per
rivendicare delle condizioni di lavoro normali e dei salari decenti e
per la riassunzione di 8 licenziati (vedi U.N. n.43). A sostegno della
loro lotta è operante un comitato composto da SUD-CNT per allargare
la solidarietà con un supporto economico e nell'azione della lotta
stessa."
L'iniziativa davanti all'hotel Ibis nel centro di Milano fa parte di quelle
azioni di disturbo e di sostegno anche a livello internazionale, come
altri stanno facendo, per dare più forza alla trattativa stessa.
Poco dopo che eravamo davanti all'hotel è uscito l'incaricato della
"sicurezza" per cercare di convincerci di stare fuori dai "confini". Cosa
non facile da stabilire dal momento che l'entrata immetteva direttamente
in strada. Alla fine si è rassegnato, mentre distribuivamo i volantini
al poco personale con cui si riusciva ad entrare in contratto, ma soprattutto
alla clientela che per gran parte era accompagnata da taxi. Molti erano
di provenienza straniera, tra i quali diversi arabi. Opportuna per l'occasione
è stata la presenza di una compagna che spiegava in inglese le
ragioni di quella lotta e l'opportunità della solidarietà.
Esprimiamo tutti i nostri auguri per la conclusione a breve della vertenza
e, soprattutto, nel modo più positivo possibile.
Informazioni sullo sciopero, sul sito: http//www.ras.eu.org/arcades
Enrico
Acerra: bloccati i lavori per l'inceneritore più grande d'Europa
Lavori
bloccati, ruspe ferme, politicanti sorpresi, il TAR in preallarme, la
cenere bruciata!
Per adesso i lavori per la costruzione dell'inceneritore più grande
d'Europa (che i fautori di questa scelta eufemisticamente chiamano "termovalorizzatore
") sono stati bloccati per 90 giorni.
La risposta popolare di Acerra, tanto forte quanto probabilmente inattesa,
ha guidato la mano del sindaco che ha firmato l'ordinanza che decreta
l'interruzione dei lavori. In 7 giorni, dopo manifestazioni e picchetti,
e dopo l'imponente manifestazione di sabato 1 febbraio alla quale hanno
partecipato più di diecimila persone, tra il progetto di costruzione
dell'inceneritore e la terra brulla dell'area acerrana individuata per
i lavori è stato eretto un muro difensivo, attraverso la lotta
e la partecipazione di centinaia di uomini, donne e bambini.
In Campania, il progetto rischioso legato al territorio di Acerra non
è il solo e il pericolo di un impatto devastante di simili strutture
sull'equilibrio ambientale e sui livelli di inquinamento dell'aria, già
elevatissimi, è dietro l'angolo anche nell'area tra Paduli e Benevento.
I lavori sono stati interrotti, le ruspe restano in vacanza e per adesso
la cenere è stata bruciata. Per ora le uniche ruspe in azione sono
quelle legate al Movimento contro l'inceneritore. Nella mattinata di martedì
11 una manifestazione studentesca ha percorso le strade di Acerra.
Intanto il terreno all'interno del quale vorrebbero costruire l'inceneritore
era occupato, come tutti i giorni del resto, da un piccolo presidio permanente.
A metà giornata si sono dati appuntamento 15 trattori di alcuni
agricoltori della Coldiretti di Acerra, che hanno marciato fino al Centro
Direzionale di Napoli per portare la propria voce e quella della propria
terra all'interno del Consiglio Regionale dove in un clima soft (parole
de "Il Mattino" del 12 febbraio) maggioranza di centro sinistra e opposizione
di destra hanno discusso della questione. Bassolino ha deciso di costruire
il megainceneritore grazie ai poteri commissariali conferitigli dal governo
e quindi il Consiglio regionale non ha potere di veto. La resistenza,
quindi, è quella popolare. Fra le tante promesse fatte da Bassolino
agli acerrani c'è anche quella di costruire un moderno ospedale
pedriatico (a pochi chilometri dall'inceneritore...). Come spesso accade
i Verdi, parte integrante della maggioranza, sono contrari ma non "escludono
di condividere la strada intrapresa dal Commissario.
Naturalmente la Casa delle libertà (in questo caso di inquinare)
ha ribadito di essere favorevole alla "termodistruzione".
Contemporaneamente ad Acerra si tornava in piazza per un corteo pomeridiano
che è terminato con una breve occupazione del maxicinema e dell'Ipercoop.
Per due ore i negozi della città sono rimasti chiusi in segno di
solidarietà mentre i dipendenti comunali hanno scioperato per due
ore.
Infine giovedì 14 il caso Acerra è stato trattato a Roma
dalla commisione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, presenti Regione, Provincia,
Comuni e Comitati.
La lotta continua. L'occupazione dell'area dove si vorrebbe costruire
l'inceneritore, pure.
Giovanni Pulito (grazie alle notizie apparse su Indymedia e alla rassegna
stampa curata dal comitato contro l'inceneritore di Acerra)
Trieste: studenti contro la guerra
A Trieste dopo i presidi e le mobilitazioni unitarie delle scorse settimane
sono stati gli studenti a scendere in piazza per ribadire la propria opposizione
all'aggressione al popolo iracheno.
La mattina di sabato 22 ha infatti visto la città attraversata
da un vivace corteo di 600-700 studenti medi indetto dal collettivo "Fragole
e sangue".
La manifestazione si è snodata allegra e combattiva per le vie
del centro, fermandosi sotto l'agenzia consolare americana, dove per lunghi
minuti le urla "assassini" hanno riempito la strada. Alla fine, nella
piazza di arrivo, gli studenti del collettivo hanno ribadito in vari interventi
al microfono le ragioni del loro rifiuto di questa guerra come di tutte
le guerre, della loro lotta contro tutti gli eserciti e contro ogni forma
di militarismo. Il grande striscione di apertura recitava chiaramente:
"No alla guerra - No al militarismo": penso che un corteo studentesco
così ben riuscito, convocato su parole d'ordine così chiare
e all'insegna di un genuino antimilitarismo non possa che rallegrarci
e farci guardare con ottimismo alle prossime manifestazioni.
Per la cronaca la manifestazione è stata quasi del tutto censurata
dai mass-media locali.
Un compagno presente
Mestre: contro ogni gerarchia smilitarizzare tutto
L'assemblea regionale tenutasi a Mestre il 23 febbraio ha convenuto di
dare vita al Coordinamento dei Senzapatria, che si propone in primo luogo
di partecipare pienamente al movimento di opposizione alla guerra, attraverso
lo sviluppo del metodo autogestionario e delle pratiche antiautoritarie,
fuori dai giochi istituzionali e dagli spettacoli della politica.
È opinione diffusa e condivisa la necessità di incontrarsi
per coordinare le nostre attività sul territorio, per organizzare
assieme iniziative, per sviluppare la presenza e l'azione libertaria nelle
lotte sociali.
La nostra radicale opposizione alla guerra è opposizione al militarismo,
inteso come forma di dominio gerarchico sulla società.
L'attuale stato di guerra infatti non è altro che la continuazione
della "pace" imposta ogni giorno e ad ogni latitudine dal potere economico
e politico, nonché conseguenza delle logiche di sfruttamento e
discriminazione.
È altresì nostra convinzione che tutti gli stati-nazione
sono "canaglie" in quanto tutti ugualmente antipopolari ed espressione
degli interessi di oligarchie al potere.
Il Coordinamento si propone di allargarsi, nel reciproco rispetto delle
diversità e dei rispettivi percorsi, a tutte le situazioni ed individualità
libertarie, antiautoritarie ed anarchiche presenti nel territorio.
Con questa impostazione aderiamo con una nostra presenza organizzata alla
manifestazione indetta da "Veneto contro la guerra" per sabato 8 marzo
a Padova (concentramento alle ore 14 davanti alla stazione ferroviaria)
convinti che assieme alla lotta antimilitarista sia necessario, coerente
ed urgente mobilitarsi per impedire l'intollerabile progetto del governo
sia nazionale che regionale di istituire un Centro di Permanenza Temporanea
(CPT) in Veneto destinato alla segregazione dei cosiddetti "clandestini".
Invitiamo tutte le realtà ed i soggetti interessati a partecipare
attivamente e creativamente all'Assemblea regionale del Coordinamento
che si terrà domenica 9 marzo a Mestre, in via Felisati 70/C, a
partire dalle ore 10.
C.S.P.
Per contatti col Coordinamento: coord_senzapatria@yahoo.it
Per info sulla manifestazione: http://www.venetocontroguerra.net/
Udine: contro tutte le guerre e tutti gli eserciti
Moltissimi
compagni, provenienti da tutto il Friuli-Venezia Giulia, si sono ritrovati,
sabato 22 febbraio, presso il Centro Sociale Autogestito di via Volturno
a Udine ed hanno dato vita ad un animato e combattivo corteo che ha attraversato
il centro storico della città, sotto gli occhi stupiti ma incuriositi
dei passanti. La manifestazione - indetta da diversi gruppi anarchici
e collettivi studenteschi libertari di tutta la regione - è stata
caratterizzata da un chiaro messaggio antimilitarista e antiautoritario.
Quello di sabato è stato il primo corteo autonomo e spontaneo,
non legato a iniziative di partito o del social forum locale, ed è
stata l'ultima di una serie di iniziative antimilitarista regionali, fra
cui un presidio al poligono di tiro di Gemona, luogo in cui si esercitano
gli assassini in divisa. In regione è presente anche la base N.A.T.O.
di Aviano, una vera e propria cittadella militare da cui, al tempo dei
bombardamenti sulla Serbia e sul Kosovo, partivano i caccia statunitensi,
che in questo momento stanno già cominciando a scaldare i motori.
La manifestazione di Udine, a cui hanno partecipato circa 400 persone,
è stata sicuramente un momento di rabbia contro i governanti che
hanno già deciso la guerra, ma anche di festa, con molti striscioni
(fra cui quelli realizzati dai compagni pordenonesi e portati a La Spezia
e a Roma), una banda musicale e tante bandiere rosse e nere. Forse chi
è mancato sono stati proprio i cittadini di Udine, impauriti forse
dai nostri slogan o dal colore nero delle bandiere, che ci hanno guardati
sfilare tenendosi ai margini della strada senza partecipare attivamente
ma accettando volentieri i nostri volantini.
R. V.
Ferrara 22 febbraio 2003
Manifestazione contro la guerra e le installazioni militari
Si é
svolta l'annunciata manifestazione organizzata da un coordinamento regionale
di realtà antiimperialiste alla quale avevamo dato l'adesione come
coordinamento anarchico dell'Emilia Romagna.
Circa 1000 le persone che hanno sfilato in corteo con una consistente
(circa la metà) presenza anarchica.
La manifestazione doveva concludersi dietro il centro commerciale "ipercoop"
dove esiste un'area militare dell'aeronautica, dove sono in costruzione
delle "casermette" che accoglieranno i militari di rinforzo alla base
radar di Poggiorenatico. Giunti alla "base" che si presentava nella più
lugubre delle vesti militari (doppia recinzione, filo spinato alla sommità
della recinzione esterna, garitte di guardia, etc.) con spiegamento di
carabinieri e guardia di finanza all'interno della recinzione, venivano
appesi degli striscioni sulla recinzione. Immancabile l'intervento dei
CC per impedire la "violazione" della zona militare. Ne seguivano dei
tafferugli che producevano la mal partita per le forze dell'ordine e il
distacco di alcune targhe "zona militare - limite invalicabile".
Per evitare possibili ritorsioni nei confronti di gruppi di manifestanti
isolati si riformava un corteo che é sfilato in senso inverso rispetto
al precedente percorso, andando a sciogliersi nella centrale piazza castello
da cui era partita la manifestazione.
Nonostante l'incidente di fronte all'installazione militare il corteo
si é caratterizzato per una forte comunicatività con la
città che non é abituata a manifestazioni di questa portata
e, soprattutto, di questa radicalità.
Le parole d'ordine che lo hanno caratterizzato sono state quelle della
lotta alla guerra, alla sua logica, alle politiche di dominazione che
la producono, dello sciopero generale contro la guerra. La partecipazione
che aveva caratteristiche "militanti", si é estesa a numerosi giovani
e studenti di Ferrara.
Ai compagni di Ferrara, organizzatori della manifestazione, la Digos aveva
fatto balenare la minaccia di provocazioni fasciste che non si sono realizzate
anche grazie alla determinazione ed alla consistenza della manifestazione
stessa.
Molti compagni, soprattutto da Bologna e da Parma, che avrebbero potuto
essere presenti per rafforzare ancor di più la manifestazione,
hanno preferito rimanere nelle rispettive città per sostenere i
blocchi dei treni militari.
Durante il suo svolgimento, la manifestazione veniva informata degli sviluppi
dei blocchi ai treni, azioni con le quali, tutta la manifestazione era
solidale.
redb
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