|  |    Da "Umanità Nova" 
        n. 8 del 2 marzo 2003  
        Blocchi alle stazioniDecine di azioni dal Veneto alla Toscana
 
 Da venerdì 21 febbraio in poi decine e decine sono state le azioni 
        di blocco dei treni militari diretti con il loro carico di bombe, carri 
        armati e munizioni alla base di Camp Darby. I blocchi dei pacifisti e 
        degli antimilitaristi hanno obbligato la divisione Cargo di Trenitalia 
        a percorsi alternativi che hanno rallentato il viaggio e, spesso non sono 
        riusciti ad impedire che i manifestanti si organizzassero per fermare 
        i treni della morte anche su linee secondarie. Mentre scriviamo le azioni 
        sono ancora in corso, il ministro Pisanu minaccia di usare la mano pesante 
        e sta per partire una giornata di mobilitazione nazionale.
 Vi proponiamo di seguito i resoconti dei blocchi effettuati a Bologna 
        e Fornovo Taro nelle giornate del 21 e 22 febbraio.
  
        Fornovo TaroLa lunga giornata di diserzione e boicottaggio alla 
        guerra di sabato 22 è iniziata alle 14 alla stazione di Parma, 
        quando, Comitato Antirazzista, Ya-Basta e Gruppo Anarchico "A. Cieri", 
        hanno indetto una conferenza stampa-presidio davanti alla stazione di 
        Parma per denunciare il passaggio dei treni della morte carichi di armi 
        dirette alla base U.S.A. di Camp Darby. verso le 16, quando molte persone 
        si erano unite al presidio, è giunta la notizia che il convoglio 
        sarebbe transitato per Fornovo Taro. A questo punto i manifestanti si 
        sono diretti proprio a Fornovo, dove sono stati raggiunti da alcuni disobbedienti 
        di Milano e Reggio Emilia. Quindi è iniziata l'occupazione dei 
        binari, alla quale ha poi partecipato anche il sindaco di S. Secondo parmense 
        e un consigliere regionale di Rifondazione (in tutto saremo stati in un 
        centinaio). Questo atto ha trovato la simpatia e la solidarietà 
        di parecchi fornovesi che hanno portato vino e hanno espresso la loro 
        solidarietà ai manifestanti.
 Verso le 18.45, quando stava per passare il treno, i compagni si sono 
        seduti sui binari preparandosi a resistere ad oltranza: poco dopo è 
        partita la carica di polizia e carabinieri che hanno spostato i compagni 
        a forza dando anche qualche calcio e qualche manganellata. Il blocco è 
        stato tolto a forza dagli sbirri verso le 19,45, anche se abbiamo potuto 
        poi lasciare la stazione senza essere fermati o caricati.
 Atti come questo continueranno la logica di morte della guerra non passerà.
 katia.
  
        Bologna Anche a Bologna si sono svolte delle iniziative di blocco 
        per fermare i treni che trasportano materiale militare dalla base NATO 
        di Vicenza a quella di Camp Darby (fra Pisa e Livorno).
 Venerdì 21 febbraio, verso le 19, un centinaio di compagne e compagni 
        (di diversi gruppi: pacifisti, antimilitaristi, antimperialisti) si sono 
        ritrovati presso lo scalo merci di S. Donato, dove sembrava dovesse transitare, 
        nella serata, uno di questi convogli.
 Poco dopo il ritrovo giungevano notizie delle iniziative di Padova e Monselice. 
        Quest'ultima si rivelava determinante, essendo riuscita a fermare il convoglio. 
        Di fronte a notizie frammentarie ed incerte si rimaneva in zona per quasi 
        due ore, poi, ci si dava un appuntamento a Castelmaggiore (visto che il 
        blocco di Monselice teneva e giravano voci che lo scalo di S. Donato sarebbe 
        stato "schivato"). Quando giungeva la notizia che il convoglio, fermato 
        dal blocco di Monselice era rientrato in direzione di Vicenza, la mobilitazione 
        cessava con un appuntamento per i giorno successivo alla stazione di Corticella.
 Sabato 22, verso le 12, alcune centinaia di compagne e compagni, si radunavano 
        alla stazione di Corticella, sulla linea che viene da Ferrara. Erano presenti 
        striscioni e bandiere di Rifondazione Comunista, dei Disobbedienti e degli 
        anarchici. Obiettivo: fermare l'ennesimo convoglio militare. Quando la 
        consistenza dei manifestanti ha superato le cento persone, sono arrivati 
        cinque cellulari della polizia e sette dei carabinieri che si sono schierati 
        nel piazzale antistante la stazione con scudi, manganelli, giubbotti antiproiettile 
        esibendosi nel montaggio delle grate ai finestrini dei mezzi.
 Anche in quest'occasione le notizie erano "confuse". Altre iniziative 
        in corso nel Veneto, linee alternative che avrebbero potuto essere utilizzate 
        (dall'adriatica alle varianti Verona-Mantova-Modena-Parma).
 Verso le 14 una decina di compagne e compagni che avevano partecipato 
        al blocco salivano sul pullman che partiva per la manifestazione di Ferrara, 
        salutati dal resto dei manifestanti con l'impegno che se fosse stato necessario, 
        il blocco si sarebbe realizzato anche alla stazione di Ferrara.
 I treni sono poi passati dalle varianti ipotizzate con cariche dei carabinieri 
        a Verona e a Parma ma é valsa comunque la pena di caratterizzare 
        la lotta alla guerra con queste azioni dirette di boicottaggio della macchina 
        militare.
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