Da "Umanità Nova"
n. 11 del 23 marzo 2003
Ciao Davide
Un partigiano del 2003
Lunedì 17 marzo, ore 18, Milano, Ticinese, Navigli, via Gola. A
frotte gruppi di giovani, uomini e donne dall'età più avanzata
si incamminano verso il centro sociale ORSO. La strada si riempie, come
un grande fiume in piena che comincia a montare.
L'aria è piena di tensione e emozione, ormai non si passa più.
Tra le facce si notano le compagne e i compagni passati e scampati dalla
mattanza del Pronto Soccorso della notte prima dove una cinquantina di
poliziotti e carabinieri ha massacrato un gruppo di compagni e amici di
Davide: ne portano ancora i segni.
Le finestre delle case popolari della via sono piene di persone attente
e emozionate, Davide era uno di loro, abitava al numero 7 di via Gola
e lavorava all'Unione Inquilini di zona.
Davanti all'Orso, luogo della militanza di Davide e degli altri compagni
feriti, da un furgone allestito con microfono si alternano voci commosse
per ricordare il compagno che nulla può far tornare ma che rimarrà
nei cuori di tutti.
Il presidio spontaneamente si trasforma in un corteo di circa 3000 persone
.Ci si incammina verso il luogo dell'omicidio, via Brioschi. Per tutto
il percorso non si vede un solo poliziotto, o gente in divisa. Le persone
che passano sono emozionate: alcuni si mettono nel corteo.
Si arriva nel luogo dell'atto infame, ormai destinato nostro malgrado
a diventare un luogo simbolo di una città segnata purtroppo da
troppi lutti, compagni che hanno dato la propria vita per un altro mondo
possibile, contro la barbarie delle ideologie fasciste, vittime della
violenza poliziesca in una città un tempo operaia e solidaristica
oggi reazionaria egoista e incapace di vedere oltre il proprio naso.
Il corteo non finisce, si decide di tornare in via Gola, passando per
altre strade del ticinese, si passa davanti i simboli di un quartiere
ancora vivo, il Circolo dei Malfattori, il centro sociale Cox 18, le case
occupate sparse nel quartiere.
Momento particolarmente emozionante e assolutamente spontaneo è
stato quando il corteo è passato di fianco alla caserma dei Vigili
del Fuoco. Da una finestra a tutto volume veniva intonata la musica di
Bella Ciao. È stato il modo di ricordare Davide da parte dei VdF,
come forse Lui avrebbe voluto, un partigiano del 2003.
Il corte arriva davanti al centro sociale e si scioglie con una promessa,
niente e nulla rimarrà impunito.
Non mi è mai piaciuta la retorica sulla morte, tanto meno sulla
morte eroica, ma bisogna dare un senso a quello che è successo,
all'elaborazione del lutto. Il sacrificio di Davide va ad aggiungersi
ai tanti compagni che hanno segnato le strade di Milano e non solo.
Mi piace pensare che dopo Fausto e Jaio, Varalli, Zibecchi, Franceschi,
Serantini, Pinelli, Luca Rossi, Carlo Giuliani (e tanti altri che questa
pagina non basterebbe) Davide sia l'ultima vittima, per un mondo liberato
dalla guerra e dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, senza stati democratici
né polizie, né galere.
Ciao Davide.
Antonio D'Errico (FAM)
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