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Da "Umanità Nova" n. 12 del 30 marzo 2003

Tutte le guerre contro di noi...
ad Aviano il 5 aprile contro tutte le guerre e gli eserciti



La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono essere i morti.

Davide Cesare, ragazzo e attivista dell'O.R.So è stato ammazzato dai fascisti lunedì 17 marzo, i suoi compagni feriti. Altri, accorsi al S. Raffaele a solidarizzare, sono stati pestati sul posto ed alcuni rincorsi per i corridori da polizia di stato e carabinieri, coinvolte accompagnatrici, degenti e personale dell'ospedale.

La guerra è guerra. Poche ore prima di Davide a Gaza i bulldozer dei militari israeliani hanno schiacciato a morte la pacifista statunitense Rachel Corrie, militante internazionalista, distesa a terra per impedire la demolizione di case palestinesi.

La guerra è guerra. L'acqua è "l'oro blu" progressivamente privatizzata, inserita come oggetto di negoziati nell'Accordo Generale del Commercio dei Servizi (GATS), ogni giorno 30.000 persone muoiono di sete e sono destinate ad aumentare.

La guerra è guerra. Nel 2002 in Italia gli infortuni sul lavoro sono stati 972.404, i lavoratori morti 1.360.

La guerra è guerra. Davanti a 35 mila soldati Nato, molti dei quali italiani, negli ultimi tre anni di "pace" in kosovo sono stati uccisi più di mille serbi, rom e goranci.

La guerra è guerra. In ogni parte del mondo, lontani dai riflettori dei "media" migliaia di uomini, donne e bambini muoiono ammazzati da guerre, sfruttamento e miseria.

Gli stati, dittatoriali o democratici, e il capitalismo, con o senza il turbo, sfruttano e uccidono in nome della patria, del profitto o in nome di un dio superiore che sia un "investirore" eccellente o il solito divino irato e assoluto.

La guerra è guerra appunto.

Non possiamo distinguere i morti della quotidiana guerra dei padroni contro i lavoratori e le lavoratrici con quelli della secolare persecuzione di ogni diversità sessuale, etnica e culturale. Impossibile pesare i morti sotto guerre "giuste" o "più giuste" piuttosto che sotto quelle "sbagliate" e "ingiuste", perché la guerra è sempre e solo una, quella degli oppressori contro gli oppressi, quella del dominio, dei potenti contro gli sfruttati, i diseredati, i senza potere.

La guerra è guerra. E questa guerra contro la popolazione irachena è uno "spettacolo" che deve continuare a tutti i costi e fino alla fine, così vogliono i gendarmi globali a stelle&strisce, cos" vogliono i loro fedeli raccoglitori di briciole d'oggi.

Gli anarchici, antimilitaristi da sempre, rivendicano l'opposizione di classe alla guerra e da tempo partecipano alla mobilitazione diffusa contro la macchina bellica, intervenendo risolutamente nei contenuti alle importanti manifestazioni di massa ma soprattutto comprendendo il significato più profondo dell'antimilitarismo rispetto ad un pacifismo generico che ancora oggi apparenta guerrafondai di ieri come D'Alema o cardinali assassini come Pio Laghi ai sinceri e indignati pacifisti.

L'opposizione alle Basi e alle strutture militari che invadono letteralmente paesi e regioni, dev'essere quotidiana, deve continuare e rafforzarsi allargandosi e radicandosi, coinvolgendo la popolazione locale. È questo l'unico modo concreto per ostacolare la loro presenza e prospettare un "go home" come quello dei cittadini di Vieques che hanno cacciato la marina statunitense. Mettere in luce le relazioni sempre più strette tra il militarismo e la scuola, contrastare le industrie belliche e soprattutto opporsi ad ogni gerarchia, fondamento del militarismo che si estende ben oltre i recinti spinati di basi e strutture militari, che invade e pervade la società sotto ogni profilo, economico, politico e relazionale.

Per questo sabato 5 aprile saremo ad Aviano contro tutte le guerre, gli eserciti, le basi militari. Per rafforzare l'opposizione territoriale a questa gigantesca e tentacolare presenza, per continuare il percorso dell'Assemblea Antimilitarista e antiautoritaria verso una smilitarizzazione progressiva ed il disprezzo sistematico verso le autorità, tutte le autorità politiche, economiche o religiose che siano.

La guerra è guerra. Ci devono essere gli sconfitti e ci devono essere i morti.

I morti saranno ancora uomini, donne e bambini civili, inermi e sfruttati.

Ma gli sconfitti sono "loro", che per dominare devono arrabattarsi con una propaganda patriottica che non regge, che devono definitivamente affossare il "loro" diritto internazionale, creatura diplomatica che ora gli sfugge di mano, che per riunirsi solennemente devono isolarsi e rinchiudersi all'interno di palazzi blindati. Gli sconfitti sono "loro", i potenti, perché il cammino dei diseredati della terra potrà essere fermato ma non farà un solo passo indietro.

Nestor

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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