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Da "Umanità Nova" n. 12 del 30 marzo 2003

NO alla guerra!
Cortei, blocchi, occupazioni, scioperi...



Migliaia e migliaia sono stati i cortei, i blocchi stradali e ferroviari, le occupazioni gli scioperi spontanei nelle ore e nei giorni immediatamente successivi allo scoppio della guerra. Lo spazio tiranno ci obbliga ad una rapida panoramica per illustrare i momenti più significativi.

Parma

A Parma il giorno dello scoppio della guerra - ci riferisce in una corrispondenza Katia - migliaia di studenti si sono riversati in piazza. Vi sono stati blocchi stradali ed un corteo molto partecipato. Nel pomeriggio una folla ha preso parte alla "mega adunata" dei Confederali cui, ci scrive Katia, i compagni del gruppo anarchico hanno partecipato con un volantinaggio e poi si sono allontanati, nauseati di fronte all'ipocrisia di chi nel '99 aveva sostenuto i bombardamenti in Serbia.

Da una corrispondenza di Katia Torri

Mestre

Ancora a poche ore dalla guerra la Camera del Lavoro di Mestre-Venezia, la cui sede è da settimane imbandierata di drappi arcobaleno, non era in grado di fornire delle valide indicazioni di mobilitazione ai tanti lavoratori che vi si rivolgevano, se non la convocazione di uno sciopero dalle 15 alle 17, secondo le indicazioni delle confederazioni a livello nazionale. Così la mattina di giovedì, sui posti di lavoro, i lavoratori intenzionati a dare una risposta immediata alla guerra scoppiata nella notte si sono trovati a dover prendere decisioni facendo riferimento soltanto alle singole Rsu, al sindacalismo di base, nonché a singoli compagni conosciuti per il proprio impegno. E nonostante tutto, le cose non sono andate male. Mentre a Venezia si sono concentrati soprattutto migliaia di studenti, il Social Forum e i Disobbedienti che, sotto il consolato britannico, avrebbero poi messo in scena il consueto copione del fronteggiamento con la polizia con relative manganellate, a Mestre c'è stata la prima risposta, in gran parte spontanea, dei lavoratori scesi in sciopero senza aspettare il pomeriggio. In particolare, dal Cantiere Navale di Marghera è partito un corteo operaio, con una buona presenza di lavoratori immigrati, che ha raggiunto la centralissima piazza Ferretto dove erano andati concentrandosi molti altri lavoratori, soprattutto del pubblico impiego e pensionati, per un totale di circa un migliaio di persone. A tale manifestazione, i partiti politici sono risultati praticamente assenti tanto che gli unici volantini non-sindacali che circolavano erano quello dei comunisti internazionalisti e della FAI veneziana.

Alcuni compagni

Palermo

Quando i primi missili Cruise cadevano su Baghdad, alcuni compagni della Rete cittadina "Fermiamo la guerra" di Palermo hanno iniziato un presidio nella centralissima piazza Politeama che si è poi protratto per tutta la mattinata.

Nel pomeriggio una manifestazione spontanea di circa quattromila persone ha invaso le strade di Palermo gridando il proprio no a questa come a tutte le guerre.

Il momento più vivo e simbolicamente più significativo in un corteo che peraltro non ha brillato per capacità comunicativa, si è avuto quando alcuni manifestanti, tra gli applausi collettivi, hanno ammainato le bandiere dell'Unione europea e della Repubblica Italiana che abitualmente sventolano sui pennoni antistanti il palazzo delle Poste in via Roma sostituendole con due bandiere della Pace.

I carabinieri in tenuta antisommossa - dimostrando di non avere né intelligenza né buongusto - hanno immediatamente cercato di ripristinare il tricolore senza neanche aspettare un definitivo deflusso del corteo. Dopo uno sgangherato approccio da parte di alcuni dirigenti del PRC locale che si preoccupavano dell'incolumità del vessillo italiano, l'atmosfera si è appesantita a tal punto che i manganelli hanno cominciato a fendere l'aria. Spintoni, calci, parapiglia e successiva ripresa della manifestazione con scioglimento davanti la Prefettura.

Un massiccio volantinaggio anarchico ha garantito, ancora una volta, la nostra visibilità.

TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Vicenza

Da Giovedì 20 febbraio, ogni giovedì si tiene davanti alla Caserma Ederle in viale della Pace un presidio di due ore con fiaccole e striscioni.

A questa iniziativa ha aderito anche il Coordinamento dei senzapatria, che include realtà anarchiche e libertarie individuali e coordinate del Veneto.

Giovedì 20, il giorno in cui la guerra è iniziata, al presidio di fronte alla Ederle si è radunato un buon numero di persone tra cui un gruppo di Veterani del Vietnam che ci aveva raggiunto con un pulmino da Berlino. Loro stanno facendo il giro dell'Europa per partecipare attivamente alle manifestazioni antimilitariste soprattutto a quelle che si svolgono di fronte alle basi militari americane.

Assieme ai compagni dello Spartakus e ai Veterani del Vietnam che volantinavano e scandivano slogan rivolti ai militari della base, noi anarchici siamo riusciti a bloccare la strada che scorre di fianco alla Caserma e ad avvicinarci ai cancelli della base.

La gente del presidio (circa 300 persone), dapprima titubante, ci ha seguito in questa azione e la strada è stata bloccata alla circolazione costringendo le forze dell'ordine a deviare il traffico.

La manifestazione si è svolta pacificamente e alla fine alcune militanti della rete lilliput hanno coinvolto le forze dell'ordine riuscendo a far brandire ad un poliziotto la bandiera della pace.

L'azione di giovedì 20 è stata molto importante perché finalmente la gente ha agito spontaneamente e senza essere "condotta" dai leaderini di turno.

Si è trattato di un'azione spontanea di disobbedienza civile intesa così come dovrebbe esserlo e cioè un'azione spontanea di massa intesa a fermare e inceppare i meccanismi della guerra e del militarismo.

Una compagna del Coordinamento dei senzapatria

Milano

Anche a Milano le iniziative in risposta all'aggressione anglo statunitense all'Iraq sono state numerose e variegate.

Giovedì mattina numerosissimi gli scioperi spontanei che hanno di fatto scavalcato le decisioni sia del sindacalismo confederale che di parte di quello di base (di fatto solo i Cobas avevano proclamato lo sciopero per l'intera giornata) dando vita ad un vero e proprio sciopero generale e che hanno consentito che una manifestazione enorme si riversasse da Porta Venezia fino a P.zza Duomo e poi, in parte, al consolato USA. Consolato che era già stato prescelto come luogo di presidio dalle Rappresentanze di Base e dalla CUB a partire dalle ore 10,30 (questi due sindacati avevano proclamato quattro ore di sciopero a partire dalle 9). Gli studenti, tantissimi, dal canto loro si sono ritrovati in Largo Cairoli ed hanno poi raggiunto il consolato.

Le mobilitazioni sono poi continuate anche nel pomeriggio con la manifestazione indetta in occasione dello sciopero generale di tre ore proclamato dai confederali e con il presidio del sindacalismo di base presso il consolato.

Come anarchici abbiamo partecipato, così come avevamo deciso, agli scioperi e alle manifestazioni con la diffusione della stampa e con le nostre bandiere.

M. V.

Ancona

Giovedì 20 mattina, poche ore dopo l'attacco USA all'Iraq, mentre lavoratori uscivano dai posti di lavoro per lo sciopero generale, alcune centinaia di operai del cantiere navale di Ancona hanno bloccato le vie d'accesso al centro cittadino dando poi vita a un combattivo corteo.

Piazza della Repubblica e l'entrata alla RAI è stata occupata da un presidio del Sindacalismo di Base (USI-AIT ed RdB/CUB) e del gruppo "Malatesta". Uno striscione "Azione Diretta contro la guerra" firmato dalla "a" cerchiata veniva issato sul teatro delle Muse insieme a bandiere rossonere. Davanti al presidio del Sindacalismo di Base gli operai hanno poi continuato ad effettuare dei blocchi stradali.

La giornata di sabato 22 marzo si è invece caratterizzata per una forte mobilitazione indetta dall'Assemblea Permanente contro la guerra (realtà interregionale che raggruppa realtà anarchiche, antagoniste sociali e sindacati di base di Umbria, Marche e Abruzzo).

Piazza della Repubblica (che è l'entrata del porto di Ancona) è stata nuovamente "occupata" nel primo pomeriggio nonostante ad attenderci stavolta abbiamo trovato ingenti forze di carabinieri e polizia coi loro blindati e in tenuta antisommossa. Diverse centinaia di persone hanno risposto al nostro appello confluendo in piazza. I Sindacati di Base che nelle Marche hanno dato vita a un Coordinamento unitario hanno aderito all'iniziativa portando in piazza i loro striscioni e bandiere.

Il presidio è stato più volte disturbato da gruppi di nazisti (Forza Nuova) che hanno tentato di entrare nella piazza e sono stati cacciati.

Da Piazza Roma (dove c'era una tenda della pace) si è formato un corteo di 150 studenti che è arrivato al presidio dell'assemblea unendosi alla nostra mobilitazione.

Verso le 18 dal presidio si è formato un corteo (non autorizzato) dell'Assemblea Permanente di 400/500 manifestanti.

Molte le bandiere di USI-AIT, RdB-CUB e Unicobas oltre quelle dei gruppi anarchici di Ancona e di Jesi. Lo striscione unitario (contro la guerra e la concertazione) del Sindacalismo di Base delle Marche ha aperto il corteo. Altri striscioni tra cui quelli degli anarchici del "Malatesta" di Ancona, del Lupo di Osimo e del centro sociale occupato di Fermo/PS.Giorgio.

Il corteo ha bloccato per alcune ore il centro cittadino dando vita a numerose lunghe "fermate" nei punti nevralgici della città. Nuove provocazioni dei nazisti in Corso Garibaldi con schieramento massiccio della celere tra i compagni infuriati e i fascisti.

A piazza Roma, dopo aver spiegato alle numerose persone radunate la differenza tra bruciare una cartolina precetto o una bandiera (in cui si brucia solo della carta o della stoffa non facendo del male a nessuno) e bruciare con le bombe città e villaggi (dove persone umane si fanno male e muoiono) i compagni hanno bruciato una bandiera americana tra gli applausi della folla.

Nuova contestazione si è svolta davanti alla sede di Forza Italia poi il corteo è confluito di nuovo in Piazza della Repubblica dove fino a sera è continuato il presidio con l'accensione di numerosi lumini attorno alla scritta "non in mio nome" e agli striscioni contro la guerra. Manifesti cartelloni contro la disinformazione attuata da televisioni e stampa ("la voce della guerra") sono stati attaccati davanti alla sede della RAI.

L'importanza di queste iniziative, oltre i consensi e il numeroso seguito avuto, è dato dal fatto che sono state effettuate in modo alternativo e fuori dal controllo e dalla gestione dei Social Forum e del pacifismo di facciata dei partiti politici.

info-USI e "Malatesta" Ancona

Bologna

Fin dalla prima mattina di giovedì 20 marzo, un numero crescente di compagni si è radunato in Piazza Nettuno per manifestare contro i bombardamenti e promuovere lo sciopero generale. Contemporaneamente, gli studenti medi organizzavano blocchi stradali sui viali della città per poi confluire numerosissimi in Piazza Verdi. Ne è seguita una manifestazione di circa 20.000 persone. Molte le bandiere dell'RdB, qualche bandiera rosso nera dietro lo striscione dell'Assemblea antimilitarista "Contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti", qualcuna dei Cobas, dei Verdi, di Rifondazione, un gruppo di Disobbedienti e una presenza notevole di studenti (nonostante l'invito a disertare la manifestazione da parte dei giovani DS). Alla fine si è occupata la stazione centrale affollando i binari e fermando i treni per un'ora e mezza. Alcuni viaggiatori hanno partecipato alla protesta, occupando anch'essi i binari.

Da mesi contestiamo l'ideologia bellicista e neocoloniale dell'invasione all'Iraq, ma riteniamo altresì importante attaccare un altro aspetto sostanziale della guerra: il suo livello economico. Accanto alla propaganda per lo sciopero generale europeo come lo strumento più efficace per far pesare la nostra opposizione sulle tasche dei padroni e dei governi, nelle settimane passate abbiamo promosso con volantinaggi alle pompe di benzina la campagna di boicottaggio "StopEssoWar" contro la multinazionale statunitense che fornisce il carburante all'esercito USA. Se lo sciopero ferma la produzione, anche il blocco di strade, pompe e ferrovie va nella direzione di ostacolare la circolazione di merci e forza lavoro.

Nel pomeriggio del 19, si è svolta inoltre una contestazione ai giovani DS che pretendevano di commemorare l'omicidio di Davide assieme alle vittime di mafia e terrorismo. Proprio i DS che fino a ieri legittimavano "i ragazzi e le ragazze di Salò", hanno precise responsabilità nella rinnovata aggressività del neofascismo. In una città, poi, in cui l'amministrazione Guazzaloca sceglie i vigilantes dei parchi tra i militanti di Forza Nuova, pare necessario un incremento dell'azione antifascista, a lungo boicottata dalla Sinistra istituzionale e paraistituzionale. Alla contestazione è seguito un corteo contro un'iniziativa razzista di giovani di AN a Giurisprudenza.

Sabato 22 si è tenuta una manifestazione contro la guerra di oltre 5000 compagni, con un tentativo di andare sotto la prefettura intralciato da alcuni pompieri di Rifondazione.

La facoltà di Scienze Politiche è stata occupata.

Giorgio

Trieste

Le premesse affinché la gente scendesse in piazza in massa allo scoppio dei bombardamenti c'erano tutte: migliaia di bandiere della pace e drappi contro la guerra appesi alle finestre, una massiccia partecipazione alla manifestazione romana del 15 febbraio scorso, una affollatissima assemblea cittadina... Ma quello che è successo in città giovedì mattina è stato sicuramente sorprendente. I primi a invadere le strade sono stati gli studenti: già da giorni il Coordinamento studentesco triestino si era organizzato con volantinaggi e affissioni per una fermata immediata allo scoppio della guerra e così oltre 2000 studenti medi hanno percorso le vie del centro dalla prima mattinata. Il corteo, giunto sotto l'agenzia consolare americana, ha "incrociato" una ventina di disobbedienti che stavano tentando di occuparne l'atrio e venivano fronteggiati dalla polizia in modo abbastanza rude. Gli studenti, all'oscuro di questa azione, si sono fermati davanti all'agenzia senza partecipare all'"assalto" e alla fine i disobbedienti si sono accodati al loro corteo. In piazza della borsa ad attendere gli studenti c'era un presidio organizzato dall'USI-AIT e dalle Rdb che per l'occasione avevano anche proclamato uno sciopero provinciale di tutta la giornata. Nella piazza vicina inoltre si era formato un altro concentramento spontaneo di lavoratori/trici della CGIL che avevano deciso di scioperare l'intera giornata nonostante le indicazioni dei vertici. A questo punto le tre manifestazioni si riunivano in Piazza Unità e dopo un'oretta partiva un nuovo corteo (del tutto improvvisato) per le vie del centro in una città ormai in tilt. Alla testa di questo corteo conclusosi davanti alla prefettura lo striscione dell'USI-AIT. Durante il pomeriggio altri presidi in vari punti della città organizzati dagli studenti, da Emergency e dal tavolo bastaguerre tenevano alta la mobilitazione in vista dell'appuntamento centrale della giornata alle 18. A quell'ora infatti un nuovo corteo percorreva le vie della città raggiungendo punte di 6000 persone e più e raggruppando tutti i gruppi e le associazioni. Tre cortei in un giorno... una giornata da ricordare. Ma le mobilitazioni non si sono fermate, e sabato 22 ci si è ritrovati in piazza per un nuovo corteo che per numero ha bissato il successo di quello di giovedì sera. Il giorno dopo inoltre, in molti hanno partecipato al corteo davanti alla base di Aviano. Tutte le mobilitazioni hanno visto una partecipazione variegata non riconducibile a gruppi e partiti. Non è mancata la presenza di quei partiti del centro-sinistra che quand'erano al governo non avevamo esitato a bombardare Serbia e Kossovo, ma bisogna dire che queste presenze sia dal punto di vista organizzativo che numerico erano assolutamente marginali. Come anarchici siamo stati dentro le mobilitazioni in vari modi: sia partecipando all'interno di varie strutture (coll. studenteschi e sindacati di base) alla costruzione delle iniziative, sia partecipando ai cortei con le nostre bandiere e con il nostro striscione che significativamente recitava "contro la guerra azione diretta-sciopero generale" chiarendo bene che per noi le cosa più importante delle mobilitazioni è l'impegno in prima persona senza deleghe né gerarchie. Per concludere la cronaca di queste giornate c'è da aggiungere la notizia di alcuni distributori esso e shell danneggiati fra venerdì e sabato notte e la cancellazione delle scritte nazifasciste dai muri della facoltà di lettere da parte di alcuni compagni del gruppo anarchico Germinal il sabato mattina, in contemporanea al funerale del compagno Davide Cesari a Milano.

un compagno

Napoli

Giovedì, 20 marzo, in seguito all'attacco anglo-americano all'Iraq, gli studenti dell'Università Orientale riunitisi in un'assemblea estremamente partecipata hanno deciso di dar inizio all'occupazione di P. zzo Giusso, in segno di protesta per l'aggressione anglo-americana.

Gli studenti si sono schierati in maniera netta contro questa guerra, una guerra che anche all'occhio più superficiale non può nascondere le sue vere ragioni dietro la retorica della guerra al terrorismo.

per info: orientaleokkupata@ziplip.com

Aviano

Questa domenica (23 marzo) ad Aviano più di 15.000 persone hanno partecipato ad un lungo corteo contro la guerra in Iraq. Partiti dalla P.zza del duomo del paese, si è giunti davanti ai cancelli della Base USAF, costeggiando per chilometri la pista di volo dei cacciabombardieri.

La presenza del corteo è stata unitaria e comprendeva dai Beati costruttori di pace a Rifondazione, dalla CGIL agli anarchici di Friuli e Veneto.

Ad aprire c'erano le donne ed i bambini con uno striscione che diceva "fuori la guerra dalla storia", subito dopo c'erano vari esponenti istituzionali compresi alcuni sindaci della zona tra cui la vergognosa presenza del primo cittadino di Aviano Rellini (area DS), dichiarato sostenitore della Base e della presenza militare statunitense e improvvisato pacifista per l'occasione.

Subito dopo c'era il furgone con sound system gestito dagli anarchici e libertari dello Zapata assieme al collettivo studentesco Liberitutti e il Cuca 2000.

Lo spezzone libertario ha visto la partecipazione di compagni e compagne di Udine, S. Giorgio di Nogaro e Gemona, di Trieste e del coordinamento dei Senzapatria che raggruppa diverse realt^ del Veneto.

La rete che circonda la Base è stata "decorata" con scritte, striscioni, manifesti, volantini e lo schermo verde che nasconde agli abitanti la base è stato in più punti staccato.

Al suono delle sirene ed al rumore delle bombe, amplificato e diffuso da due soundsystem in testa e in coda al corteo, centinaia di palloncini con carta stagnola sono volati, mentre gran parte dei partecipanti si stendevano per terra.

La manifestazione, organizzata dal comitato interregionale "fermiamo la guerra" in meno di due settimane è stata una risposta importante che ha visto una partecipazione ampia oltre ogni previsione, a dimostrazione di una sempre più forte opposizione e indignazione generalizzata a questa guerra.

Il prossimo appuntamento sar^ il 5 aprile, sempre ad Aviano, per una manifestazione dichiaratamente antimilitarista dove oltre a ribadire l'opposizione a questa e a tutte le guerre verranno comunicate le istanze degli antiautoritari per un modo senza eserciti e senza gerarchie. State certi che in quest'occasione il sindaco Rellini non si far^ vedere.

Uno che c'era

Torino

Allo scoppio della guerra i primi a scendere in piazza sono stati gli studenti. In centro universitari e medi hanno dato vita a due vivaci cortei culminati con il blocco dei treni alle stazioni di Porta Susa e Porta Nuova. Unico neo il ferimento alla mano, fortunatamente lieve, di un esponente dei Giovani Comunisti ad opera di un gruppetto di fascisti. Gli anarchici erano presenti con bandiere. Nel popolare quartiere di barriera di Milano hanno disertato le lezioni anche i più piccoli: un corteo di bambini con bandiere arcobaleno ha attraversato il quartiere gridando "pace, pace!".

Numerosi sono stati i lavoratori scesi in sciopero. Sin dal mattino si sono visti gruppi di lavoratori scendere in piazza e raggiungere in corteo il presidio permanente in piazza Castello. Anche gli anarchici della FAI hanno preso parte al presidio e, in serata, all'imponente corteo - si stimano tra le cento e le centocinquantamila persone - che ha attraversato le vie del centro.

Sabato 22 il presidio convocato per le 15 in piazza Castello si è presto trasformato in un corteo spontaneo che si allungava progressivamente lungo il percorso. Lo spezzone della FAI si è staccato nella parte finale ed ha raggiunto Palazzo Madama, nel centro di piazza Castello, dove un gruppo di compagni ha guadagnato la balconata centrale issando bandiere anarchiche e una bandiera arcobaleno. Il tricolore è stato ammainato. La digos e la celere sono successivamente intervenute identificando buona parte dei presenti. Presto si sono adunate diverse persone solidali ed i compagni sono tornati nella zona del presidio attraversando in corteo la piazza.

Eufelia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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