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Da "Umanità Nova" n. 14 del 13 aprile 2003

Repressione a Madrid
Il governo fascista manda in piazza le sue squadre



In Spagna sin dalle prime ore dall'inizio del conflitto in Iraq l'opposizione alla guerra, che vede il governo di Aznar schierato nettamente a fianco della Banda Bush, è stata massiccia e determinata e si è mantenuta forte anche nelle settimane successive. La risposta del governo è stata sin dalle prime ore di feroce repressione. Di seguito pubblichiamo una cronaca della manifestazione madrilena che il 20 marzo, il giorno dell'attacco, ha invaso la capitale dello stato spagnolo ed è stata ripetutamente caricata con durezza. Intanto il 10 di aprile è annunciato lo sciopero generale proclamato da CNT, CGT ed SO.

La notte in cui è cominciato l'attacco all'Iraq alcuni ragazzi dell'università Complutense di Madrid si dirigono verso l'ambasciata degli Stati uniti per manifestare il loro "no alla guerra". Ebbene, lì li aspettano già i "monos", come li chiamano loro, con una scarica di manganellate tutta per loro. Addirittura alcuni di loro vengono arrestati.

Alla televisione passano immagini di una ragazza di questo gruppo che dirigendosi verso la polizia con le mani alzate (per chiedere un'ambulanza per un compagno a cui avevano spaccato la testa) riceve una manganellata in pieno collo e cade al suolo. Incredibile.

Il 20, concentrazione autorizzata in Puerta del Sol. Noi partiamo da (...) con il numero di un avvocato in tasca, non si sa mai. Ma tutto si svolge abbastanza normalmente, soltanto verso le dieci la polizia arriva con le "lecheras" (blindati) minacciandoci, e la gente si disperde.

Arriva il sabato 22, di nuovo manifestazione convocata a Madrid. In giro, cartelli che dicono che la manifestazione si dirigerà verso il Palacio de la Moncloa, sede del governo spagnolo. Ma poche ore prima della manifestazione il ministro degli interni Angel Acebes assicura che la manifestazione è illegale, visto che non era stata richiesta formalmente alla delegazione del governo. Cambio di programma: gli organizzatori patteggiano l'autorizzazione di manifestare dall'Intercambiador de Moncloa alla Plaza de España, cioè in senso contrario. Arriviamo all'intercambiador alle 18. Ci dicono che già dalle 17,15 la polizia blocca l'accesso all'Avenida de la Victoria, che è la strada che porta al palacio de la Moncloa. Impressionante, sono tantissimi; ma anche noi siamo tanti, mi alzo sopra un muretto e non vedo la fine della strada. Le fonti ufficiali ci dicono un milione e mezzo. Per loro siamo solo poche migliaia, ovviamente.

Quello che mi sciocca di più è la rabbia che di colpo sembra impossessarsi della gente, conseguenza della consapevolezza di avere sopra di sé un governo fascista e, dopo i fatti dei giorni prima, repressivo. Dico a M. che gli spagnoli mi stanno sorprendendo e che non li credevo capaci di manifestazioni di questo tipo. M., studente di storia, compagno della CNT, mi risponde che gli spagnoli, in realtà non hanno ancora digerito la loro storia recente, e che sentono il fascismo ancora troppo vicino, come una minaccia. In più mi dice che parlare di Franco oggi è ancora una specie di tabù; ma adesso stanno aprendo gli occhi, si stanno rendendo conto che Aznar sta adottando "vecchi" metodi che ricordano a tutti qualcosa.

La gente si ribella. Quello che mi sorprende di più è che tutto quel milione e mezzo di persone (dall'anziano pensionato allo studente medio, alla signora di mezza età) manifestano al grido di: "[[exclamdown]]policia asesina!" o "[[exclamdown]]esto nos pasa por un gobierno facha (fascista)"!.

La manifestazione arriva in Plaza de España, ma invece di fermarsi prosegue spontaneamente verso Puerta del Sol; la gente ha voglia di far sentire la propria voce. Poi si percorre la Gran Via. In fondo vediamo la polizia schierata davanti a noi. Permettono ai manifestanti di proseguire nonostante tengano bloccato l'accesso ad una strada di fianco; lì capiamo che vogliono attaccarci da dietro.

Decidiamo di andare avanti. Ma arrivati in Plaza Callao sentiamo gridare dietro di noi, ci giriamo e ci rendiamo conto che sono iniziate le cariche. Molta gente corre verso di noi, e ci spostiamo avanti. Hanno deciso di caricare chiunque si trovi nel percorso non autorizzato (incluso donne, pensionati ecc.), non guardano in faccia a nessuno. Cominciano a sparare i proiettili di gomma. Dei ragazzi si inginocchiano davanti a loro con le mani alzate, niente. Altre cariche.

Proseguiamo e arriviamo alla Puerta del Sol. Un vecchino ci racconta delle cariche che stavano arrivando alla radio. Dopo un po' decidiamo di uscire dalla piazza, il clima era teso e ci aspettavamo succedesse qualcosa.

Andiamo a mangiare e quando facciamo per avvicinarci di nuovo a Puerta del Sol incrociamo dei ragazzi che ci dicono di non andare perché hanno iniziato anche lì le cariche. Effettivamente ci accorgiamo che una vetrina riflette la luce dei lampeggianti del SAMUR e capiamo che già doveva esserci qualche ferito. Ci raccontano che alcuni manifestanti hanno cominciato a tirar pietre contro la polizia e che la polizia ha risposto con le stesse pietre, con i manganelli e con i pallini. Addirittura un blindato della polizia investe un cameraman di Telecinco (che, guarda caso, è la rete più "a sinistra" di tutte) e quasi mette sotto un altro manifestante. Le immagini ce le fanno vedere proprio quelli di Telecinco incredibile. Risultato? Beh, le fonti ufficiali ci parlano di 118 feriti, 30 dei quali tra i poliziotti stessi. In più ci dicono che sono state arrestate 7 persone. Naturalmente i feriti saranno molti di più perché in realtà le cariche sono andate avanti per tutto il percorso non autorizzato e dalle 21 alle 2 di notte circa. Alle tre ancora incontriamo ragazzi che ci danno le ultime notizie.

La cosa positiva è che nonostante le continue notizie di cariche dei giorni prima, il brutto tempo, la situazione tesa, la gente sta prendendo coscienza dell'orribile situazione e non ha rinunciato e non rinuncerà a scendere in piazza, autorganizzarsi e a tenere duro contro un governo di fascisti, un governo assassino.

(da una corrispondenza da Madrid)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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