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Da "Umanità Nova"
n. 16 del 4 maggio 2003
Senza Frontiere
Brevi dal mondo
Tailandia: 2300 vittime della campagna antidroga
Continua a salire
il bilancio dei morti a causa della campagna anti-droga avviata in Tailandia
lo scorso primo febbraio. Sono ormai 2.275 le vittime delle operazioni
di polizia disposte dal primo ministro tailandese Thaksin Shinawatra per
bloccare il commercio di stupefacenti, mentre il numero degli arresti
è salito a cinquantamila. Lo hanno annunciato oggi gli agenti,
aggiungendo di aver confiscato finora 14 milioni di anfetamine e di aver
sequestrato beni di presunti colpevoli per un totale di 23,3 milioni di
dollari. La polizia sostiene che, dei quasi 2.300 morti, 51 sono stati
uccisi dagli stessi agenti per legittima difesa, mentre buona parte degli
altri avrebbe perso la vita durante le lotte intestine tra bande rivali.
Questa tesi è stata però più volte contestata dagli
attivisti per i diritti umani, secondo i quali i poliziotti sono responsabili
di un elevato numero di esecuzioni sommarie. Il capo della polizia nazionale,
generale Sant Sarutanond, ha detto che "continuerà ad adottare
pesanti misure contro i signori della droga per i 15 giorni che restano".
La campagna terminerà infatti alla fine di questo mese.
Danimarca: azione diretta contro la guerra
Alle ore 16 di mercoledì 16 aprile 2003, diversi negozi della catena
Netto a Copenhagen sono stati chiusi con catene e lucchetti ad opera di
alcuni militanti della Federazione Anarchica Danese di Copenhagen. L'azione
è stata intrapresa per denunciare il coinvolgimento nella guerra
con l'Iraq di Maersk, che ha guadagnato miliardi con i materiali bellici
agli USA, e l'attacco illegale della Danimarca sulla popolazione irachena.
Da un comunicato in a-infos della Federazione Anarchica, Copenhagen (trad.
-nmcn)
Argentina - sgomberi, repressione e guerriglia a Buenos Aires
Continua in Argentina la repressione nei confronti dei movimenti sociali
e delle esperienze di autorganizzazione ed autogestione territoriale e
produttiva. Nei giorni precedenti le elezioni di fine aprile le azioni
poliziesche si sono moltiplicate (vedi anche UN 15 2003, pag. 6). Particolarmente
duro è stato lo sgombero della fabbrica tessile Bruckman, occupata
ed autogestita dalle lavoratrici da oltre un anno e mezzo e già
più volte sgomberata e rioccupata.
All'alba del 18 aprile, autobus di linea hanno scaricato centinaia di
poliziotti in tenuta antisommossa dinanzi alla fabbrica. Dopo aver violentemente
liberato lo stabile dalle 4 donne che si trovavano all'interno e sequestrato
macchinari, merci, computer, documenti e quant'altro fosse ritenuto di
"particolare interesse" da parte del super commissario Roncatti, la polizia
federale argentina ha preventivamente innalzato grate di ferro attorno
a tutto l'isolato, nel tentativo di contenere i probabili sommovimenti
che ne sarebbero seguiti. Il giorno stesso si sono adunate attorno alla
fabbrica 5.000 persone decise a rioccupare ma alla fine l'azione, dietro
pressione dei partiti della sinistra istituzionale, è stata posticipata
di alcuni giorni, dando così il tempo alla polizia di organizzare
meglio la repressione. Repressione che è stata durissima durante
un tentativo di rioccupazione di massa della fabbrica. Appena 4 lavoratrici
hanno violato il recinto che circondava lo stabile sono partite le cariche
ed i lanci di lacrimogeni. La polizia ha usato gas particolarmente urticanti
ed ha esploso pallottole di gomma ferendo numerosi manifestanti che si
sono dispersi per il quartiere, dove numerose auto con i vetri schermati
di nero (polizia in borghese) sono state usate per erigere barricate e
date alle fiamme mentre alcune banche sono state danneggiate. Diverse
migliaia di persone hanno trovato rifugio nell'ospedale bambini Garraham
e nella facoltà di psicologia. La furia poliziesca non si è
fermata neppure di fronte all'ospedale, dove le corsie piene di pazienti
sono state invase dal fumo dei lacrimogeni. L'ordine di attuare la repressione
è partito dai giudici di Cassazione Bonorino Peró e Piombo,
in carica sin dall'ultima dittatura, che hanno testualmente dichiarato
che "La vita e l'integrità fisica non hanno supremazia sopra gli
interessi economici".
Il bilancio della giornata è stato di di 120 arresti ufficiali,
2 feriti d'arma da fuoco, centinaia di feriti da pallottola di gomma e
contusioni varie.
Amria fonte: indymedia Argentina
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