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Da "Umanità Nova"
n. 17 del 11 maggio 2003
Primo Maggio anarchico
Un giorno di festa e di lotta
Palermo
Contro la precarietà del lavoro e dell'esistenza, contro il razzismo
della Bossi-Fini, per la libera circolazione di tutte le persone, per
l'autodeterminazione dei popoli: questi i temi che hanno caratterizzato
l'intera giornata del Primo Maggio palermitano promosso da "Palermo internazionalista
ed interetnica" e da "Precariato Sociale in movimento".
In mattinata una "biciclettata antimilitarista" ha fatto visita ai presidi
militari della città omaggiandoli con parate irridenti con tanto
di finto alza-bandiera (della Pace).
Nel pomeriggio la May Day Parade ha attraversato le vie del centro per
poi concludersi in P.zza Bologni: qui, l'afflusso di persone è
stato consistente fino a tarda notte mentre le comunità immigrate
tenevano il palco allestito in piazza con i loro comunicati, gli appelli
e le esibizioni musicali.
Massiccio il volantinaggio anarchico durante e dopo il corteo mentre il
banchetto di pubblicistica anarchica e libertaria ha riscosso vivo interesse
e registrato ottime vendite.
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Rimini
Il Primo Maggio Antifascista, organizzato a Rimini insieme a Social Forum
e Rifondazione, si è svolto con buon successo di partecipanti,
oltre un centinaio le presenze. Dalle 19 all'1,30, oltre alla musica -
concerto degli Endless Riot - ed alla cena, buono l'interesse suscitato
dallo spazio espositivo gestito dai compagni del Libertad FAI Rimini e
del Dazdamir di Ferrara. Oltre ad UN, sono stati apprezzati i dossier
ed il materiale antifascista, antimilitarista ed antirazzista.
Pelle
Carrara
Come tutti gli anni, il primo maggio anarchico a Carrara è stato
intenso e carico di emozioni.
Una giornata che ha permesso di ritrovare molti compagni venuti da fuori,
servita a riconfermare che il lungo percorso degli anarchici verso la
rivoluzione sociale è ancora attivo. Giovani e meno giovani, tutti
uniti a ricordare i martiri di Chicago e coloro che hanno dato la vita
per l'ideale.
Alle dieci, mentre ancora continuavano ad affluire i partecipanti è
iniziato il comizio. Quest'anno l'oratore principale è stato Sergio
Onesti dell'USI di Milano, il sindacato che ha fatto di questa giornata
un appuntamento interregionale: erano molti i compagni anarcosindacalisti
presenti.
Prima di Onesti hanno parlato brevemente Giovanni Pedrazzi, segretario
dei Cobas del marmo, che ha voluto ricordare due morti in cava cinque
anni or sono, morti rimaste senza risposte fino ad oggi; è seguito
il discorso di Urbano, profugo cileno assieme ad altri connazionali (sotto
il palco campeggiava lo striscione rossonero Pinochet boia); Alfo aveva
introdotto la giornata con il ricordo degli avvenimenti legati alla nascita
della giornata del Primo Maggio e la descrizione della situazione dello
storico Germinal, quest'anno inagibile a causa della ristrutturazione
in corso.
Il corteo per le strade del centro è iniziato con la deposizione
di fiori alle vittime anarchiche alla ex caserma Dogali dove c'è
una targa che ricorda i morti del 1894, causati dalla sbirraglia. Dopo
è stata la volta di Alberto Meschi, segretario della camera del
lavoro di Carrara aderente all'USI, coordinatore e guida del vasto movimento
che ha portato all'accordo per la riduzione dell'orario di lavoro a sei
ore e quaranta per i cavatori e otto ore per i lavoratori del piano.
In Piazza Duomo è stata deposta la corona alla lapide di Giordano
Bruno.
In piazza Alberica, rinominata per la giornata come lo è stata
fra il 1945 e i primi anni '60: piazza Gino Lucetti, altre corone a Francisco
Ferrer e ai Martiri del lavoro, con la conclusione del corteo.
Pane, vino, lardo, pecorino, fave, torte e alimenti vari, e ancora cibo
vegano dei compagni di "Cibo non bombe" di La Spezia, sound system con
canti anarchici, e suoni di fisarmonica, chitarre, flauti e nacchere,
oltre alle voci dei compagni che intonavano canti, abbiamo passato il
pomeriggio, grazie anche alla bella giornata. Presenti anche gli Elfi
della montagna pistoiese con un forno per le pizze, banchetti di materiale
autoprodotto, e materiale del progetto libertario "Flores Magon", progetto
portato avanti dall'USI che ha proiettato anche un video sul Chiapas,
dove lo stesso è in corso. Banchetti con scritti antimilitaristi,
anarchici, animalisti non sono mancati ed è stata notevole anche
la diffusione della stampa: Umanità Nova, Lotta di classe, Germinal
di Trieste, Sicilia Libertaria. Presente anche un tazebao con le ultime
notizie su Marco Camenisch, recluso nelle celle della "democratica" Svizzera,
fautrice di un regime carcerario da tortura.
I compagni, federati e non, sono venuti da tutta Italia: impossibile nominare
tutte le zone visto le mille e più persone che hanno preso parte
alla giornata. Gli striscioni e le bandiere rossonere hanno ribadito la
presenza degli anarchici, la loro unione e la loro fratellanza. Alcuni
piccoli problemi per la fontana senza l'acqua in piazza Gino Lucetti,
e un momentaneo tilt del generatore durante il corteo non hanno fatto
altro che vivacizzare di più la giornata.
Daniele
Imola
Nella prima mattinata, nella centralissima piazza Caduti per la libertà,
viene allestito un banchetto per la consueta distribuzione della nostra
stampa, tra cui il n. 18 del locale periodico "Il Rifiuto". Alle 11,45,
al termine del bolso comizio sindacale svoltosi nella vicina piazza Matteotti,
prende la parola, davanti a una cinquantina di compagni, Giordano Cotichelli
della Fai di Jesi. Rivendicando l'estraneità degli anarchici al
celebrazionismo di regime, riaffermando il nostro impegno per una società
libera dall'oppressione, le sue parole, piene di passione e di forza polemica,
hanno richiamato, come avevamo previsto, numerosi cittadini che al termine
gli hanno tributato un lungo e caloroso applauso. Ci ritroviamo tutti,
poco dopo, sul lungofiume per una ben annaffiata braciolata sull'erba,
svoltasi in un piacevolissimo clima conviviale.
Come già negli anni precedenti, dunque, un Primo Maggio all'insegna
dell'impegno e della socialità. Un grazie a Giordano, ai compagni
bolognesi e ravennati, ai compagni imolesi che hanno contribuito alla
riuscita.
Gruppi Anarchici Imolesi
Torino
Una invisibile ma ben marcata linea di separazione ha diviso di fatto
in due il tradizionale corteo del Primo Maggio a Torino. È una
linea già tracciata negli ultimi anni che però mai come
quest'anno è risultata netta, senza zone grigie a renderne più
sfumati i contorni.
In testa è sfilato lo spezzone istituzionale, il sindacalismo di
stato, i DS, la Margherita ed il PdCI, nella seconda metà del corteo
hanno manifestato i centri sociali, il sindacalismo di base, la Federazione
Anarchica, il PRC, il Social Forum ed i Disobbedienti. Questi ultimi,
hanno avuto un contatto fisico con i DS dopo l'esposizione di uno striscione
di denuncia delle scelte guerrafondaie del partito di Fassino.
Lo spezzone della FAI, aperto dallo striscione "Contro lo stato ed il
capitalismo, azione diretta" ha raccolto qualche centinaio di compagni.
In piazza Vittorio, luogo di raduno dei manifestanti ed in piazza S. Carlo,
ove il corteo si è concluso sono stati allestiti due banchetti
di libri e riviste con buona diffusione della nostra stampa ed editoria.
Da segnalare che, nonostante i servizi d'ordine diessini abbiano provveduto
a tenere lontana, rallentandola, la seconda metà del corteo i fischi
all'oratore ufficiale, l'esponente UIL Rossetto, sono stati sonori da
parte di vasti settori della piazza. Evidentemente alla base le spaccature,
anche all'interno del sindacalismo di stato, sono più profonde
della volontà unitaria che le dirigenze di CGIL, CISL e UIL avevano
annunciato alla vigilia di questo Primo Maggio.
Purtroppo solo un'infima minoranza ha invece contestato l'intervento dal
camion del CSOA Askatasuna dell'integralista Imam Buchta, che, dopo la
repressione subita il 29 marzo al corteo contro la guerra, si scopre una
vocazione garantista e democratica. Peccato che non fosse altrettanto
garantista quando la polizia scaraventò dal terzo piano un giovane
marocchino accusato di spaccio e non abbia mai disdegnato di sedere accanto
all'allora vicesindaco sceriffo Carpanini nel Comitato per la sicurezza
della nostra amena città. Per non parlare di iniziative come il
corteo per il velo alle donne promosso dallo stesso Bouchta qualche anno
orsono.
La giornata si è piacevolmente conclusa con il tradizionale pranzo
da Aldo a Caselle dove la perizia dei cuochi, il buon vino, le discussioni,
i canti anarchici, antimilitaristi, anticlericali hanno ricreato l'atmosfera
internazionalista, libertaria, irridente e gioiosa di ogni buon Primo
Maggio anarchico.
Eufelia
Milano
Al mattino si è svolta la tradizionale manifestazione di CGIL-CISL-UIL
con qualche migliaio di partecipanti, ma più ridotta del solito,
con la solita coda di "Lotta Comunista". L'assenza completa quest'anno
dell'area del sindacalismo alternativo e dei centri sociali antagonisti
che, in modo separato, rimarcavano la propria presenza.
Per il terzo anno consecutivo si è svolto il pranzo libertario
nella sede della FAM di viale Monza (negli altri anni si svolgeva altrove)
anche per dare risalto all'apertura della libreria dell'Ateneo Libertario,
che funziona quotidianamente da alcuni mesi. È stata registrata
la presenza di più di in centinaio di compagni ed il solito piacevole
clima di convivialità nel quadro festoso del giardino della sede
stessa.
Nel pomeriggio una parte di compagni si sono recati alla manifestazione
del MAYDAY, "il precariato si ribella", giunta alla terza edizione. La
CUB che assieme al Chainworker fin dall'inizio è stata tra i maggiori
organizzatori, nel volantino di convocazione precisava: "La manifestazione
si svolgerà separatamente da quella CGIL-CISL-UIL che ripropongono
la politica concertativa che ha spianato la strada alle politiche antisociali
di Berlusconi e di Confindustria e che ha reso precario e sottopagato
il lavoro, ridimensionato la previdenza pubblica a favore dei fondi pensione,
favorito la trasformazione della scuola in azienda, della salute in merce...
La delega 848 sui contratti a tempo né pieno né determinato,
del lavoro di chi non è né autonomo né dipendente,
aumenta ancor di più la precarietà."
Quest'anno hanno aderito e partecipato con le proprie bandiere anche la
Conf.Cobas ed il Sin Cobas. Lo Slai Cobas, anche se non figura fra gli
aderenti, aveva uno spezzone composto prevalentemente da giovani. Lo stesso
discorso vale anche per l'USI presente nel corteo anche se prevalentemente
impegnata nella manifestazione di Carrara.
Le aree dei centri sociali, anche se va sottolineato che mancavano le
firme delle aree più antagoniste, hanno partecipato con una carica
di vivacità ed ironia caricaturale (molti i carri con maschere)
e musiche chiassose come è stato rilevato da molti organi d'informazione.
Sul numero dei partecipanti si va dalle valutazione dei 25 mila delle
cronache locali ai 100 mila riportati dal Manifesto.
Alla sera la manifestazione è proseguita con un concerto in piazza
Cordusio, dove si sono esibiti gruppi musicali, tra cui "99 posse" e cantanti
alla presenta di molte migliaia, in prevalenza giovani. C'è stato
anche un breve stacco in cui protagonisti di lotte precarie hanno fatto
sentire la propria voce: come da Roma la lotta nell'azienda Angelo Costa,
in cui 180 co.co.co, organizzati dalla CUB hanno ottenuto il contratto
a tempo indeterminato e dalla Francia sono state riportate le lotte nei
MacDo e del personale dei Ristoranti.
Enrico
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