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Da "Umanità Nova" n. 19 del 25 maggio 2003

Metalmeccanici e scuola
Partita dura sui contratti



Venerdì 16 aprile, mentre la FIOM/CGIL scioperava per il contratto contro Federmeccanica e, nei fatti, contro FIM/CISL e UILM/UIL che hanno firmato un contratto separato, la CGIL Scuola ha firmato il contratto della scuola assieme a CISL, UIL e SNALS.

Si tratta, ovviamente, di un evento singolare, la FIOM rompe ancora una volta il tabù dell'unità sindacale e propone una piattaforma decisamente avanzata mentre i rapporti fra CGIL, CISL e UIL in altre categorie importanti sono, se non idilliaci, tranquilli.

Si potrà rilevare che i sindacati si comportano diversamente nelle diverse categorie e aziende e che, soprattutto, si regolano in base al comportamento delle controparti, resta il fatto che questo comportamento merita un approfondimento.

Può valere la pena di leggere cosa scrive a questo proposito un giornalista solitamente ben informato:

"I motivi del conflitto sono noti a tutti gli interessati, nonostante il black out informativo che sta circondando lo sciopero della Fiom. Vale perciò la pena riassumerne i principali nodi. Sul piano salariale, l'intesa firmata da Fim e Uilm prevede un aumento di 69 euro lordi (al quinto livello, al terzo - il più numeroso - la cifra scende a quota 59) scaglionati su due anni, più un anticipo di 21 euro (18 per il terzo livello) sul prossimo biennio salariale. Sono gli aumenti percentualmente più bassi dell'ultima tornata contrattuale di tutte le categorie. Sul terreno normativo le cose vanno ancora peggio, perché si accentua - come Federmeccanica chiedeva - la tendenza alla precarietà del lavoro con la disponibilità di introdurre per via contrattuale le misure contenute nelle deleghe governative che si ispirano al Patto per l'Italia, dal lavoro a chiamata alla generalizzazione dell'interinale. Sull'orario l'intesa Fim, Uilm - Federmeccanica recepisce la recente legge che cancella i limiti settimanali, mettendo a disposizione delle imprese una quota sempre più ampia e variabile del tempo dei lavoratori. L'inquadramento sarà 'riscritto' da una commissione, mentre il capitolo della formazione sarà gestito da un Ente bilaterale (sindacati firmatari e imprese), testa di ponte per una futura cogestione di assunzioni e condizioni di lavoro, la cui contrattazione rischia così di venir sottratta alle Rsu. È a partire dalla valutazione di questo impianto normativo che la Fiom denuncia lo 'smantellamento dello stesso istituto contrattuale'. Contro cui chiede la verifica del voto dei lavoratori e chiama tutti allo sciopero."
Gabriele Polo in "Il Manifesto" del 16 maggio 2003

Insomma, FIM e UILM hanno firmato, e non è la prima volta, solo che in altre occasioni lo hanno fatto assieme alla FIOM, un brutto contratto. Questa volta la FIOM avrebbe deciso di tenere duro e di rompere in maniera ancora più grave che in passato con i sindacati gialli. Un fatto di non poco conto, è evidente, ma non basta.

Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, al termine del comizio svoltosi a Milano, davanti alla sede dell'Assolombarda, ha affermato:

"Il contratto non è proprietà dei sindacalisti ma dei lavoratori che debbono potersi esprimere con il voto. Quella di oggi è una manifestazione che ha come punto cruciale la questione della democrazia: i lavoratori devono avere il diritto di votare in un referendum regolare per poter dire se approvano o meno il contratto che regolerà il loro rapporto di lavoro per un periodo di quattro anni. Questo diritto, oggi, viene negato nei fatti. Per questo abbiamo inviato ieri una lettera al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per dirgli che, secondo noi, l'accordo separato del 7 maggio non rispetta il dettato costituzionale."

Lasciamo un attimo da parte il "dettato costituzionale" che c'entra, come si suol dire a Firenze, come il culo con le quarant'ore. Sostenere, infatti, che un contratto è proprietà dei lavoratori è una tesi assolutamente condivisibile. Sarebbe simpatico che la CGIL se ne ricordasse anche quando i contratti li firma. In ogni caso, si tratta di un'affermazione impegnativa.

Torniamo un attimo al merito:

Le piattaforme

La Fiom ha chiesto un aumento di 135 euro mensili uguali per tutti, così come ha deciso la consultazione a voto segreto di 454mila metalmeccanici.

La Fim e la Uilm avevano chiesto un aumento di 92 euro mensili riparametrati, più una quota di produttività per le aziende che non fanno la contrattazione aziendale. La Uilm chiedeva un mancato premio di risultato di 250 euro l'anno, la Fim una quota di produttività pari al 2%, circa 30 euro al mese a fine contratto, per le aziende senza contrattazione sul premio.

La Fim e la Uilm hanno scontato dalle loro richieste circa 9 euro, che con l'accordo separato del 2001 hanno considerato un anticipo di quanto dovuto a titolo di inflazione nel 2003-2004.

La posizione della Federmeccanica

Già nel primo incontro, all'inizio dell'anno, la Federmeccanica ha dichiarato la disponibilità: a concedere il 4,3. Successivamente la Federmeccanica ha espresso quella ad andare oltre la cifra di 68 euro, ripetendo il meccanismo, dell'accordo separato del 2001. È stato offerto un altro anticipo delle future spettanze, questa volta rispetto al contratto 2005-2006. La Fiom ha detto di No, la Fim e la Uilm Sì a quest'impostazione.

L'accordo separato

La Fim e la Uilm hanno rinunciato alle loro richieste sulla produttività per le aziende che non fanno contrattazione aziendale e hanno accettato di legare gli aumenti per il 2003-2004 all'inflazione programmata che inizialmente contestavano. È stato così realizzato un accordo nel quale alle competenze previste per il 2003-2004 si aggiunge, nel mese di dicembre 2004, un anticipo di quanto si dovrà ricevere a partire dal gennaio 2005.

Dunque l'aumento per le competenze 2003-2004, rispetto a quanto inizialmente offerto dalla Federmeccanica è di un solo euro in più al mese. I 21 euro fissati a dicembre 2004 anticipano di un solo mese quanto dovrebbe essere dato ai metalmeccanici a titolo di recupero dell'inflazione a partire dal gennaio 2005. I metalmeccanici hanno iniziato questo contratto dovendo scontare 18.000 lire, e dovrebbero iniziare il contratto 2005-2006 con altri 21 euro da scontare. A peggiorare la situazione sta il fatto che almeno nel 2001 le 18.000 lire furono date con effettivo anticipo. Ora vengono date solo un mese prima di quando comunque i lavoratori dovrebbero percepirle.

In conclusione l'aumento reale in questo contratto è di soli 69 euro lordi, scaglionati al V livello e di 59,5 euro lordi scaglionati al 3. livello.

Altri accordi.

La Fim e la Uilm sostengono di aver fatto un buon accordo. Certo gli accordi delle altre categorie sono molto diversi tra loro, tuttavia quello dei metalmeccanici è tra i più bassi, con 69 euro di aumento reale per il 2003-2004 i metalmeccanici si trovano di fronte a: contratto statali: 108 euro mensili; contratto FS: 115 euro mensili; contratto netturbini: 129 euro mensili; contratto dirigenti di azienda: 260 euro mensili.

Insomma, per quanto riguarda la FIM e la UILM, si deve tener presente il fatto che è facile fare accordi con gli industriali sottoscrivendo meno di quanto essi erano disponibili ad offrire nel primo incontro.

In sintesi, è evidente che FIM e UILM, ma in realtà la CISL, fanno una scommessa precisa, chiudono un contratto schifoso accreditandosi come sindacati "responsabili" e contano sulla tenuta della Federmeccanica, una delle associazioni padronali più dure, perché la FIOM subisca una sconfitta sul campo. La Federmeccanica, da parte sua, si pone in una situazione nella quale è possibile solo la vittoria e la sconfitta perché cedere alla FIOM dopo aver fatto un accordo con FIM e UILM non potrebbe che apparire, ed essere, una mazzata. La FIOM, da parte sua, è costretta a giocarsi il tutto per tutto in una vertenza durissima. Sarebbe da irresponsabili, almeno a mio avviso, augurarsi una confitta della FIOM che, in questo caso, sarebbe una sconfitta dell'intero movimento dei lavoratori ma sarebbe sbagliato dimenticare che il meccanismo che ha permesso a FIM ed UILM di chiudere un contratto separato quando rappresentano, nella misura in cui li rappresentano, solo una minoranza dei lavoratori non si è prodotto da solo. È il meccanismo che la CGIL ha praticato e continua a praticare quando blinda i diritti sindacali e impedisce che i lavoratori possano sviluppare forme di organizzazione indipendente. È, infatti, evidente che anche sul puro terreno sindacale o i diritti valgono sempre e per tutti o non sono diritti.

Altrove, come si ricordava all'inizio, il gioco è diverso. Il contratto della scuola viene chiuso con aumenti del doppio rispetto ai metalmeccanici. È vero che il grosso dei lavoratori della scuola è collocato al sesto e settimo livello mentre i m metalmeccanici sono collocati, per la maggior parte al terzo, ma la differenza resta spropositata. Il trucco, però, c'è e si vede. In questi anni il governo sta realizzando un taglio secco degli organici del personale della scuola al punto che si può parlare di un contratto cannibale, di un contratto, insomma, auto finanziato mediante la non immissione in ruolo di decine di migliaia di lavoratori precari che ne hanno maturato da tempo il diritto. Non a caso, nella scuola, le mobilitazioni più interessanti non sono per le retribuzioni ma contro il taglio degli organici e il degrado del servizio.

Si tratta di un tema sul quale dovremo tornare.

Cosimo Scarinzi

 

 

 


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