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Da "Umanità Nova" n. 21 del 8 giugno 2003

Metalmeccanici: difficoltà e prospettive di lotta
L'arduo guado della Fiom



Mentre scriviamo queste note sulla situazione contrattuale dei metalmeccanici avvengono alcuni fatti interessanti dal punto di vista sindacale, e non solo, che possono aiutarci a meglio comprendere alcuni dei problemi che lo stesso contratto dei metalmeccanici sta ponendo.

Nei giorni scorsi i lavoratori del trasporto aereo hanno bloccato, momentaneamente, il tentativo dell'Alitalia di tagliare l'occupazione con uno sciopero di tipo affatto particolare. Un migliaio di steward e di hostess, circa un quarto del personale, si è dato malato e ha bloccato la circolazione degli aerei stessi. L'Alitalia è stata costretta a riprendere una contrattazione che certo avrebbe preferito evitare.

Nelle scuole della provincia di Torino, gli insegnanti hanno bloccato l'adozione dei libri di testo in decine di scuole, fatto manifestazioni e blocchi stradali, deliberato l'occupazione di otto istituti della città e della provincia e hanno ottenuto, per ora, un parziale successo.

In un caso si tratta di lavoratori di un settore strategico per la logistica del sistema produttivo, nell'altro di lavoratori collocati nella delicata funzione di guardiani della riproduzione sociale.

In entrambi i casi gli scioperi sono sottoposti a vincoli che li rendono quasi, se non del tutto, inefficaci e siamo di fronte a segmenti della working class che non hanno una storia sindacale comparabile a quella dei metalmeccanici.

Se una prima valutazione si può fare, direi che l'accento va posto sulla durezza come avversario del padronato industriale e sul fatto che vanno individuate forme di lotta adeguate a questa durezza.

Diamo, a questo proposito, la parola ad un protagonista insospettabile:

"Il contratto dei metalmeccanici, sottoscritto da tutte le organizzazioni ad eccezione della Fiom- Cgil, 'ha oggettivamente una portata storica nella intensa dinamica delle relazioni industriali in Italia'. È il commento del sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, secondo il quale l'intesa 'evita l'instabilità che si sarebbe determinata con la fine del periodo di moratoria degli scioperi'. 'È significativo - prosegue Sacconi - che i metalmeccanici di Cisl, Uil e delle altre organizzazioni sindacali non abbiano temuto il confronto con l'impostazione demagogica di Fiom Cgil, tutta rivolta ad impedire l'accordo per ragioni squisitamente politiche. Ora alcuni disquisiranno della validità del contratto o di assurde verifiche referendarie'. Il sistema di relazioni industriali che soprattutto il sindacato ha voluto in Italia, ricorda Sacconi, 'è regolato da criteri di libertà e di responsabilità degli attori. Questi si riconoscono vicendevolmente e sottoscrivono accordi in base alla regola sostanziale dei rapporti di forza, la cui sanzione negativa consiste nel diffuso rifiuto espresso attraverso il successo degli scioperi. La stessa applicazione erga omnes dipende non dalla legge ma dalla convenienza riconosciuta dalla prassi e dalla giurisprudenza. Così è accaduto che l'accordo biennale di rivalutazione del salario dei lavoratori metalmeccanici non è stato sottoscritto dalla Fiom Cgil senza che si determinasse una sua capacità di renderlo inapplicabile con un diffuso dissenso.'
Da "Il Sole 24 ore del 7 maggio

Per chi non lo ricordasse, Maurizio Sacconi è un ex sindacalista socialista della CGIL, transumato in Forza Italia, e, quindi, possiamo riconoscere che di relazioni sindacali se ne intende. Il nostro amico, si fa per dire, afferma, con qualche ragione, che la FIOM non ha firmato il contratto "per ragioni squisitamente politiche". È, però, un fatto che FIM e UILM non sono affatto sindacati "puri" ed "apolitici" e che anch'essi hanno fatto quello che hanno fatto per ragioni politiche e cioè per garantirsi il ruolo di partner privilegiati del padronato e del governo. Sacconi, però, aggiunge alcune considerazioni interessanti, gli "attori" delle relazioni sindacali "si riconoscono vicendevolmente" senza alcun bisogno di "assurde verifiche referendarie". Tralasciamo l'istintivo andare del pensiero a come potrebbe essere inteso il termine "riconoscersi": ci si riconosce simili? È un fatto, però, che una così esplicita rivendicazione del modello corporativo va sottolineata. Soprattutto va sottolineato, però, l'esplicito richiamo all'unica "sanzione negativa" efficace rispetto ad un accordo e cioè il successo degli scioperi. Verrebbe quasi da dire, bravo Sacconi! Ancora uno sforzo e diventerai un rivoluzionario!

Il punto, comunque, è proprio il successo degli scioperi, la capacità e la possibilità di far male agli avversari. La stesa rivendicazione del referendum vincolante sugli accordi, per quanto comprensibile, ha una logica puramente formale e difensiva.

Può valere la pena, a questo proposito, di dare la parola ad un altro testimone al di sotto di ogni sospetto:

"Sulle prospettive che si aprono per il settore, all'indomani della firma del contratto, abbiamo parlato con il presidente di Federmeccanica, Alberto Bombassei.
Negli ultimi mesi sono stati firmati diversi contratti con tutti i sindacati e senza conflitti. I metalmeccanici confermano l'anomalia Fiom che, ancora una volta, si è chiamata fuori. Perché si ripete questa situazione? La Fiom, fin dall'inizio della vertenza, ha tenuto una posizione antagonista, pregiudizialmente convinta di non voler fare un accordo differenziandosi dalle altre federazioni della stessa Cgil. Quindi è stata la Fiom a scegliere l'isolamento, nonostante i tentativi di Federmeccanica di recuperarla al tavolo delle trattative anche attraverso la stessa Cgil.

La Fiom avvia una stagione di scioperi in fabbrica. Con quali conseguenze?
Devo premettere che queste reazioni rientrano in consuetudini obsolete della tradizione sindacale. D'altra parte, proprio per il momento difficile del mercato, non credo che gli scioperi faranno troppo male alle aziende; anzi speriamo che a livello decentrato prevalga il buon senso sulle spinte più oltranziste. Voglio sottolineare che il contratto offre molte opportunità per riaprire il dialogo con la Fiom perché alcune materie, per esempio l'inquadramento professionale, dovranno essere discusse e definite da un apposito gruppo di lavoro aperto anche ai metalmeccanici della Cgil. Il testo del contratto, ovviamente, non si modifica ma la Fiom ha la possibilità di essere recuperata.

Ma è così convinto che la Fiom voglia cambiare posizione?
Spero sia raccolta l'aspettativa espressa dallo stesso Epifani che ha sollecitato la Cgil a svolgere un ruolo più sindacale e meno politico. Questo vale in particolare per la Fiom i cui rappresentanti devono tornare a fare i sindacalisti e smetterla con un massimalismo tutto politico. Lo ripeto: le aziende non vogliono emarginare o isolare nessuno, a patto però di riconoscere le regole."
Da "Il Sole 24 ore" del 2 giugno

Lasciamo da parte la ripugnanza per la "politica" del buon Bombassei e concentriamoci su due affermazioni importanti:

- il tentativo di Federmeccanica di ricondurre la FIOM a più miti consigli grazie ad un rapporto a livello più alto con la CGIL, quella stessa CGIL che sta firmando tutti i contratti, anche i più schifidi (si pensi a quello del commercio) in perfetto accordo con CISL e UIL;

- la valutazione che gli scioperi non faranno troppo male alle aziende per l'attuale situazione del mercato.

Che la situazione nella FIOM non sia facile è noto, la destra interna, quella più allineata alla confederazione, preme per una scelta "sindacalista" e moderata ma la stessa sinistra è un campo di Agramente, divisa com'è fra la componente legata al PRC e i sindacalisti cofferatiani che sembrano non aver abbandonato la speranza di dar vita a un Partito del lavoro che, a questo punto, sarebbe orfano di colui che lo ha evocato a meno di una futura svolta ad u del Cinese. Ancora una volta, l'ingerenza dei partiti parlamentari, effettuali o virtuali che siano, nel movimento dei lavoratori fa danno, ma questo è un vecchio problema.

Soprattutto, però, il problema sul quale ragionare, ed agire, è lo sviluppo e l'incisività degli scioperi. In casi come questi, infatti, va fatta una rigorosa distinzione fra giudizio che diamo sulla FIOM, sulla sua pratica recente, sulle sue ambiguità attuali e future e valutazione sulla situazione di classe. Il contratto dei metalmeccanici firmato da FIM e UILM, infatti, è indecente e va rispedito al mittente ma, per farlo, va costruita sul serio una serie di vertenze efficaci a livello aziendale e territoriale.

A questo compito è necessario dedicare la doverosa attenzione.

Cosimo Scarinzi

 

 

 

 

 

 

 


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