Da "Umanità Nova"
n. 22 del 15 giugno 2003
Dibattito referendum 15:
Anarchici o riformisti?
Il dibattito in corso su Umanità Nova evidenzia in modo penoso
come una parte non piccola del movimento anarchico stia annacquando le
proprie posizioni in un generico brodo noglobal, perdendo di vista quelle
che sono le ragioni essenziali di esistenza del movimento anarchico.
Proverò (in estrema sintesi) a fare il punto della situazione.
Tutti gli interventi sembrano concordare sui seguenti punti:
a) presupposto fondamentale dell'Anarchismo è il rifiuto della
delega e la consapevolezza che solo la lotta e l'auto organizzazione possono
portare a risultati significativi per il proletariato, mentre il voto
è una scorciatoia illusoria;
b) i due referendum sono il risultato di una scelta politicista di Rifondazione
Comunista che (indifferente ai risultati concreti ottenibili) si proponeva
di riacquistare terreno politico mettendo alle corde Cofferati e c. (risultato
questo pienamente ottenuto).
c) è inverosimile che il Si vinca. È probabile che i referendum
non raggiungano neppure il quorum e questo aprirà al Governo nuove
vie per la limitazione dei diritti dei lavoratori.
d) nel caso improbabilissimo che il SI vinca il Governo farà
strame del risultato elettorale (si veda l'illustre precedente del referendum
contro il finanziamento pubblico ai partiti) portando avanti comunque
il disegno di legge sulla limitazione dell'art. 18
Se tutto ciò è vero mi pare evidente che il compito degli
anarchici sia precisamente di denunciare con estrema chiarezza e coerenza
il carattere illusorio di questo referendum e non quello di unirsi a tutti
coloro che (tra mille SE e mille MA) invitano il "popolo sovrano" a recarsi
alle urne !
Quanto poi al fatto che il sindacalismo di base si sia aggregato praticamente
in massa al fronte referendario credo che dovremmo riflettere: fino a
che punto siamo noi a portare valori libertari nei sindacati e fino a
che punto sono i sindacati (anche se di base) a veicolare valori riformistici
nel movimento anarchico?
Mauro De Agostini
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